Spending review: intesa difficile, braccio di ferro sui tagli alla spesa pubblica

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Fino a tarda notte la soluzione del problema “spending review” ha impegnato ministri e tecnici. Alle riunioni, che si sono tenute anche in gruppi più ristretti, hanno partecipato il premier Mario Monti, il commissario straordinario alla spending review, Enrico Bondi, il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Piero Giarda, il viceministro all’Economia, Vittorio Grilli, con uno staff delTesoro, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Antonio Catricalà, Filippo Patroni Griffi, ministro della Funzione pubblica con il titolare del dicastero della Salute, Renato Balduzzi. Quella che si sta profilando nelle ultime ore è l’ipotesi di portare al prossimo cdm, a quanto si apprende, un provvedimento più ‘leggero’, comunque superiore alla cifra dei 4,2 miliardi originari per la spending review, e che potrebbe oscillare tra i 5 e i 7 miliardi. Il provvedimento dovrebbe andare in cdm giovedì pomeriggio o venerdì mattina. Mentrer un successivo provvedimento con ulteriori tagli, che potrebbero arrivare ad altri 5 miliardi, potrebbe vedere la luce più in là, ma sempre in estate. L’esecutivo punta a una scelta in due tappe anche per stemperare la tensione con i sindacati.Questa mattina infatti si terrà infatti un incontro tra l’esecutivo e le parti sociali alle quali saranno illustrate le misure su cui sul tavolo del governo. Un vertice atteso e intorno al quale c’è tensione per le proteste dei sindacati che non hanno escluso la possibilità di uno sciopero generale contro i tagli e degli Enti locali, in primis le province, che temono tagli lineari.