Credito al consumo: novità in arrivo

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Il credito al consumo è davvero trasparente come si crede? Un’inchiesta di Altroconsumo ha messo in luce i lati oscuri dei alcune carte di credito e dei comportamenti scorretti che molti esercizi commerciali adottano nei confronti dei clienti. Infatti quest’ultimi, spesso, sottoscrivono contratti tralasciando le condizioni che l’esercizio impone e si imbattono in percorsi che prevedono costi elevatissimi per gli utenti. Tutta colpa del cliente sbadato e invece di un’ inadeguata informazione da parte dell’esercizio commerciale? Sempre più negozi espongono messaggi pubblicitari con l’invito a pagare a rate con possibilità di pagamento addirittura un anno dopo dalla data di acquisto. Altroconsumo si è cimentato in 284 negozi di nove città italiane raccogliendo 323 offerte di finanziamento per l’acquisto di elettrodomestici, mobili o un attrezzo sportivo. Nel 63% dei casi gli addetti alla vendita non hanno comunicato al cliente (in questo caso Altroconsumo) il Taeg (24%) o ne hanno dato uno sbagliato (39%). Nei punti vendita sono stati consegnati solo 10 foglietti informativi con indicazioni della rateizzazione, in tutti gli altri casi sono stati consegnati al consumatore solo volantini pubblicitari. In numerosi punti vendita sono state inoltre fatte sottoscrivere le carte revolving, ovvero carte che accendono un vero e proprio prestito, su cui saranno poi pagati degli interessi salatissimi. Il mancato o ritardato pagamento della somma minima alla scadenza fa scattare immediatamente la segnalazione per iscrizione nelle liste. Spesso la tecnica con cui queste carte revolving vengono fatte sottoscrivere ai cliente è un po’ subdola: avviene attraverso una clausola inserita nel contratto di finanziamento per l’acquisto a rate della tv o altro, e al momento dell’acquisto del prodotto, il cliente preso con “mille firme” non presta attenzione alle condizioni della carte che viene fatta passare come un’innocente carta fedeltà da sottoscrivere per avere il tasso zero. Chi se la ritrova in tasca non sa che ha una doppia linea credito: quella a tasso zero se usata nella stessa catena dove si fa l’acquisto, quella salatissima al di fuori della catena e dai negozi a essa affiliati. Sulla Gazzetta Ufficiale è stato pubblicato il decreto legislativo su credito al consumo approvato in Consiglio dei Ministri il 30 luglio scorso. La nuova normativa in attuazione della Direttiva 2008/48/CE relativa ai contratti di credito stipulati dai consumatori porta con se importanti cambiamenti a favore soprattutto per i clienti, i quali devono essere informati sui propri diritti. La legge entrerà in vigore il 19 settembre, ma la concreta applicazione è prevista per il prossimo anno. Alcune novità: l’acquirente ha la possibilità di recedere dal contratto di acquisto del bene entro 14 giorni dalla stipula senza oneri; sono molto più chiare e trasparenti le norme che disciplinano o il merito creditizio, ovvero la valutazione delle reali possibilità di indebitamento del consumatore, o il collegamento negoziale ovvero il rapporto tra contratto di acquisto e contratto di finanziamento, per i quali si è deciso che, a decadere del primo decade anche il secondo (in caso di vizi del prodotto/servizio e quindi in un eventuale di annullamento del contratto d’acquisto, si annulla anche quello di finanziamento, con diritto del consumatore al rimborso delle rate pagate.). Altre novità riguardano la pubblicizzazione delle offerte di finanziamento: è obbligatorio indicare oltre al tasso di interesse e il Taeg (tasso effettivo globale), anche le spese, l’importo delle rate ed il montante; sarà vietato a supermercati e catene di distribuzione di promuovere le carte di credito ‘a saldo’ e revolving.

Fonte: FTAOnline News