Unicredit: ora si aspetta il nome del successore. Il mandato resta per ora nelle mani del presidente Rampl

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Dopo l’uscita di Alessandro Profumo, dopo 15 anni di amministrazione del gruppo bancario più importante d’Italia, ora si attende il nome del successore. Intanto, come si legge nel comunicato emanato nella tarda serata di ieri dopo il Cda straordinario dell’istituto, ora il mandato passa temporaneamente nelle mani del presidente Rampl che, fino alla nomina di un nuovo amministratore dellegato, avrà delelghe esecutive, supportato anche dai deputy CEOs. Domani è confermato, secondo quanto si apprende da fonti finanziarie, il comitato strategico, convocato nel pomeriggio a Milano, così come lo sono il comitato remunerazioni e il comitato nomine, in vista del Cda del 30 settembre. La riunione del comitato strategico, già in agenda al pari degli altri due per preparare il consiglio di amministrazione di fine mese a Varsavia, servirà anche a fare il punto sugli approfondimenti avviati dal presidente Dieter Rampl sulle modalità del rafforzamento della libica Lia (2,59%) nel capitale e dei rapporti con la Central Bank of Lybia (4,98%). Sarà poi il consiglio del 30 a preparare la risposta alle domande di Banca d’Italia sull’impatto sulla governance di Piazza Cordusio da parte di Tripoli che controlla nel complesso una quota superiore al 7,5 per cento. Nel mondo politico non mancano le polemiche sulla gestione del caso Profumo che suscita preoccupazioni su una possibile governace tutta tedesca. ”Ha dato le dimissioni al buio – ha commentato il leader del Carroccio, Umberto Bossi – cosa che di solito non si fa. Doveva prima trovare il sostituto”. Dubbi anche per la buona riuscita del progetto della Banca Unica anche se Roberto Nicastro, vice Ceo di Unicredit, placa gli animi: “Il progetto prosegue con la massima velocità. E’ altamente strategico per il gruppo”. Profumo se ne và con una buonauscita di 40 milioni di euro a seguito di uno stipendio pari a oltre quattro milioni di euro l’anno. Critico anche il Financial Times che afferma come: “L’eredità di Profumo avrebbe potuto essere quella di aver trasformato il sistema bancario italiano; invece sarà quella di aver fallito nella costruzione di un edificio più duraturo».Il giornale parla di un «romanzo lungo e spesso tempestoso» che si chiude dal momento che «gli investitori ne hanno avuto abbastanza» della «arroganza e inaffidabilità» dell’amministratore delegato di Unicredit. Ripercorrendo le tappe della gestione Profumo, il FT ricorda l’acquisto di Capitalia «poco prima della crisi finanziaria globale», un «acquisto che ha indebolito» il gruppo «costringendolo a una ricapitalizzazione da 4 miliardi di euro». Nel sottolineare come il tratto costante della gestione di Profumo sia stato quello di «crescere, razionalizzare e innovare» il giornale parla di un banchiere «che si era fatto qualche nemico di troppo». Intanto il titolo della banca apre la giornata con una perdita registrando, nel corso della mattinata un -2,95% a 1,84 euro.