Fondo Pmi: all’esame 80 dossier, 6 in fase avanzata

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Sono circa 80 i dossier di intervento nel capitale di piccole e medie imprese all’esame del Fondo italiano d’investimento per le Pmi e 6 di questi, in fase avanzata d’istruttoria, verranno esaminati domani dal consiglio di amministrazione della Sgr voluta dal Tesoro con la possibilità di tradursi, almeno in quattro casi, in interventi concreti già a dicembre. È quanto ha spiegato Marco Vitale, presidente del Fondo, a margine della presentazione dell’ iniziativa a Brescia. «Dal primo ottobre, quando il fondo è diventato operativo, abbiamo raccolto circa 80 dossier – ha detto Vitale -. Domani si riunirà il consiglio di amministrazione e per la prima volta il management sottoporrà dei casi concreti di investimento, per i quali è terminata la prima fase di istruttoria, su cui il Cda si esprimerà. Non verranno adottate delle delibere di investimento ma se ci sarà il via libera del consiglio verranno fatti gli ulteriori approfondimenti e i controlli del caso. Sono fiducioso che 4 su 6 di questi progetti in fase avanzata arriveranno all’approvazione definitiva entro dicembre». Vitale ha spiegato che la dimensione degli interventi del fondo in questi 6 casi è di «5-10 milioni», e che gli interventi in questione sono finalizzati ad assecondare progetti di «sviluppo e acquisizione in campo internazionale» delle imprese.
«Domani abbiamo un consiglio importante in cui ci sarà una prima approvazione di alcuni progetti», ha detto l’amministratore delegato del fondo, Gabriele Cappellini, ricordando che il regolamento della sgr «prevede una duplice approvazione» prima di procedere agli investimenti. Cappellini, che ha parlato di «notevolissimo interesse» verso il fondo da parte delle imprese, ha anche preannunciato un allargamento della sgr (la società di gestione del fondo) a un rappresentante delle banche popolari, dopo che alcuni istituti cooperativi, capeggiati dall’Istituto centrale delle banche popolari, hanno sottoscritto a fine agosto quote del fondo per 200 milioni di euro. «Entro la fine dell’anno – ha affermato – i soci della sgr dovrebbero salire a 8 e il capitale da 3,5 a 4 milioni con l’ingresso dell’Istituto centrale delle banche popolari». Intanto prosegue l’attività di rafforzamento manageriale: «il team è stato rimpolpato in termini sostanziali e come qualita», ha detto Cappellini. «Da Londra è arrivato Luigi Tommasini che gestirà il rapporto con i fondi di fondi» e che va aggiungersi a Francesco Sogaro (responsabile degli investimenti diretti nel Nord-Est), Gianpaolo di Dio (responsabile per il Centro-sud) e allo stesso Cappellini (che conserva l’interim sul Nord-Ovest). Il Fondo italiano d’investimento, che si avvale della consulenza legale dello studio Pavesi Gitti Verzoni, ha una dotazione di 1,2 miliardi di euro (sottoscritti dalla Cassa Depositi Prestiti, Unicredit, Intesa Sanpaolo, Mps e dalla banche popolari) ed è gestito da una sgr nel cui capitale partecipano Tesoro, Abi, Confindustria, Cdp e i tre più grandi istituti di credito italiani. L’obiettivo del fondo, fortemente voluto dal ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, è investire in pmi in fase di sviluppo per favorirne l’internazionalizzazione e la crescita dimensionale «così da creare dei medi campioni nazionali», ha ricordato l’amministratore delegato, Gabriele Cappellini. Oggi il fondo è stato presentato alle imprese bresciane, in un appuntamento voluto dal Consorzio Brescia Export, PriceWaterhouseCoopers e l’Ordine dei commercialisti. Per il 15 novembre è in programma a Milano una presentazione nella sede di Assolombarda a cui è atteso il ministro Tremonti.

Fonte: Ansa