Finanziaria in Aula al Senato per l’ok definitivo

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Ddl di Bilancio e Legge di Stabilità dovranno essere convertiti definitivamente in legge al più tardi entro l’8 dicembre, anche se è probabile che il via libera arrivi entro domani sera.

Bilancio di Palazzo Madama, la manovra (Ddl di Bilancio e Legge di Stabilità) è attesa da oggi in Aula dove inizierà l’esame per essere convertita definitivamente in legge al più tardi entro l’8 dicembre, festa dell’Immacolata. Ma è più probabile che l’ok arrivi entro martedì sera, 7 dicembre. L’esame non dovrebbe riservare alcuna sorpresa e dunque l’ipotesi del ricorso alla fiducia dovrebbe essere superata. Il ‘destino’ della manovra era infatti legato a quello della riforma dell’Università. Il Pd nei giorni scorsi aveva minacciato di far saltare l’accordo sulla Finanziaria nel caso in cui la maggioranza di Palazzo Madama avesse ‘forzato la mano’ sulla riforma Gelmini calendarizzandola subito dopo l’ok alla Legge di Stabilità e subito prima delle mozioni di fiducia e sfiducia al Governo che le Camere voteranno il 14 dicembre. Ma la maggioranza del Senato ha accettato di mettere in calendario l’università dopo le mozioni ‘sminando’ così la strada della Finanziaria. Come gia’ annunciato sin dal via libera alla Camera, la maggioranza e il Governo hanno blindato il testo in Senato pur condividendo con l’opposizione alcuni grandi temi. Sono così rimaste fuori modifiche ‘condivise’ a partire dal rifinanziamento fino a 400 milioni del 5×1000 o le richieste delle Regioni o dei Comuni. Su questi argomenti sono così stati approvati degli ordini del giorno per impegnare il Governo ad un intervento successivo in un primo provvedimento utile. Questo potrebbe essere il decreto ‘milleproroghe’ di fine anno anche se le sorti di questo intervento sono chiaramente legate a cosa succederà il 14 dicembre. Tra gli ordini del giorno approvati in commissione che però sono solo un futuro, ipotetico, impegno per l’esecutivo c’è quello che chiede di stabilizzare il finanziamento dell’eco-bonus per le ristrutturazioni, oppure quello che chiede di stanziare piu’ risorse per il mondo della cultura, la tracciabilità dei trasferimenti di denaro all’estero o ripescare la ‘Tremonti-ter’ per detassare gli investimenti in macchinari.

Fonte: Confcommercio