Mps: cresce il riciclo, in crisi il manifatturiero. Italia in linea con industria dell’ambiente europea

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Studio dell’Area Research di Banca Monte dei Paschi di Siena evidenzia le opportunità del comparto. La crescente sensibilità ambientale rende il riciclo strategico nonché necessario per l’attrazione di finanziamenti e incentivi. Il suo peso sul manifatturiero è modesto (0,4% degli addetti) ma i tassi di crescita sono elevati (+5,7% degli addetti nel periodo 2002-2007, contro il -0,8% del manifatturiero). Malgrado la crisi ed il calo delle quantità riciclate i prezzi hanno recuperato: +52% a/a, +14% a/a e +18% a/a i prezzi medi di carta, vetro e plastica riciclate nei primi 2 mesi del 2010. Nel settore operano soprattutto le micro imprese che concorrono ad oltre il 30% del VA dell’intero comparto e la crescita dei ricavi nelle imprese giovani (23,6% nel periodo 2005-2007) supera quella delle imprese più anziane, che rimane comunque elevata (circa 13% nello stesso periodo). In alcune regioni del Sud il comparto corre più che in altre regioni italiane.

Durante l’ultimo decennio, ed ancora prima dell’arrivo della crisi, i principali settori del manifatturiero italiano fanno registrare un declino sia in termini di crescita che di produttività. Tuttavia, in questo panorama, il settore del riciclo di materiali è stata una lieta realtà, con performance positive e tra le migliori se confrontate con gli altri settori manifatturieri. Nel 2007 la produttività del lavoro nel riciclo era di circa il 10% più alta della media del manifatturiero.
Il settore in questione è un “piccolo” in termini di peso sul manifatturiero (0,4% degli addetti in Italia) in tutte le economie ma, nonostante la sua dimensione strutturalmente limitata, la sua crescita elevata (e comunque maggiore rispetto alla media del manifatturiero) è un fenomeno che si riscontra in quasi tutti i paesi europei, compresi i Nuovi Stati Membri e l’Italia non fa eccezione.
In Italia, il settore del riciclo è cresciuto in termini di numero di imprese attive e di occupati ad un tasso in linea con la media europea. Come numero di imprese l’Italia è seconda solo alla Francia. Tuttavia, all’interno del nostro paese si posso individuare dei differenziali regionali importanti, con un peso sul totale del manifatturiero e una crescita maggiore in alcune regioni del Sud, sebbene in termini assoluti gli occupati nel settore sono soprattutto al Centro-Nord e in Campania.
Non solo si tratta di un settore di piccole dimensioni, ma tra le sue caratteristiche vi è l’elevata presenza (quasi totalità) di micro e piccole imprese. Nelle micro (più dell’80% delle imprese ha meno di 10 addetti) si concentra quasi la metà dei lavoratori ed un terzo della produzione. Proprio le micro imprese nel corso degli anni 2000 non hanno fatto registrare una flessione della propria quota di partecipazione alla determinazione del valore aggiunto del settore, mantenendosi sopra la quota delle piccole imprese che tuttavia sono state la categoria più dinamica in termini di crescita di quota di partecipazione alla produzione e al valore aggiunto del settore, oltre ad avere una produttività maggiore rispetto alle micro imprese.
Le giovani imprese sembrano aver avuto delle prospettive di perfomance molto buone. Infatti, sebbene i ricavi delle vendite siano positivamente correlati con l’età delle imprese e i ricavi siano cresciuti a tassi molto elevati per tutte le imprese, i ricavi nelle giovani imprese crescono a tassi ancora più elevati delle imprese più anziane e la redditività delle vendite non sembra aver fatto registrare delle differenze significativamente tra giovani imprese e imprese già da tempo attive nel settore.
L’analisi della struttura finanziaria di un campione di imprese del riciclo comparate alla struttura finanziaria di un campione di imprese operanti in altri settori manifatturieri mostra che le imprese sono mediamente simili.
Il settore del riciclo ha subito una flessione durante l’attuale crisi. I recenti Report della categoria indicano una flessione dei quantitativi dei materiali trattati, dovuta soprattutto alla riduzione dei consumi durante l’attuale crisi. Sebbene il settore abbia comunque retto l’urto della crisi, alcune imprese a causa della stretta del credito delle banche hanno avuto problemi di liquidità, soprattutto quelle imprese che prima della crisi avevano scommesso sull’aumento dei prezzi; proprio le analisi dei prezzi per alcuni materiali destinati al riciclo (come carta, plastica e vetro) hanno fatto registrare un tasso di crescita tendenziale positivo dai primi mesi del 2010 (+52,2% a/a, +18% a/a e +14% a/a rispettivamente). In definitiva, come ha mostrato nell’ultimo decennio, si tratta di un settore con forti potenziali di espansione, soprattutto per quanto riguarda le esportazioni nei nuovi mercati emergenti. Inoltre, e non per ultimo, il fatto che il settore del riciclo è un settore strategico per la protezione dell’ambiente (permettendo la riduzione di inquinamento atmosferico e del sottosuolo) e la competitività industriale (permettendo di ridurre in alcuni settori la dipendenza da importazioni) ha fatto in modo che questo settore sia stato e continua ad essere un obiettivo importante per molti finanziamenti e incentivi.