Idv Lombardia: due domande per l’assessore Bresciani sulla scelta dei manager della sanità lombarda

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“Ma gli elettori che non hanno votato per il centrodestra hanno comunque diritto ad essere curati da professionisti di fiducia messi là da quella parte politica? E poi ancora: all’interno della loro candidatura, gli oltre settecento aspiranti direttori generali di Asl e aziende ospedaliere hanno anche dichiarato il loro partito di appartenenza? Mi sembra che quest’ultimo sia un requisito fondamentale per una lottizzazione perfetta”. Queste le due domande che Stefano Zamponi, Capogruppo regionale dell’Italia dei Valori, pone all’assessore regionale alla Sanità, Luciano Bresciani che, recentemente, ha difeso a spada tratta il metodo della spartizione politica delle poltrone per quanto concerne le nomine dei manager della sanità lombarda, dichiarando espressamente che: la logica nella nomina dei direttori generali di Asl e ospedali è fondamentalmente legata al peso del voto espresso dagli elettori.
“La logica di spartizione della cariche secondo l’appartenenza partitica – aggiunge Gabriele Sola, consigliere regionale di IdV – è una prassi odiosa, che diventa inaccettabile in sanità. Chi si reca nei nostri ospedali deve sapere che queste strutture sono gestite dai dirigenti migliori, non dagli amici di partito. La qualità della sanità lombarda passa dalle nomine dei vertici, e si ripercuote a cascata su tutti i livelli. Se i vertici sono scelti per il colore politico invece che per le loro qualità professionali, allora a rimetterci sarà l’intero sistema sanitario”.
“Le dichiarazioni di Bresciani – conclude Sola – sono uno squarcio di verità su un problema che l’Italia dei Valori denuncia da tempo, un’ autorevole conferma a quanto già sapevamo. Ora la questione è: Bresciani avalla questa logica o la contesta? E se la contesta, quali iniziative concrete intende assumere?”