Ombra lunga della crisi: nel 2011 oltre 200milioni di disoccupati

0
312

Dati poco confortanti per l’anno appena iniziato nell’ultimo Rapporto Ilo. Malgrado numerosi paesi abbiano registrato un forte recupero della crescita economica, gli effetti della recessione vedono il 6% della popolazione mondiale ancora in cerca di lavoro.

Un 2011 ancora buio per il mercato del lavoro mondiale, che registrerà un numero di disoccupati superiore ai 200 milioni e, quindi, ai suoi massimi livelli storici per il terzo anno consecutivo dall’inizio della recessione. Questo l’allarme lanciato dall’Ufficio internazionale del lavoro (Ilo) nel corso della recente presentazione del Rapporto annuale sulle tendenze globali dell’occupazione.
Nonostante numerosi paesi abbiano registrato un forte recupero della crescita economica, il numero di disoccupati nel mondo si è attestato nel 2010 a 205 milioni, pari a un tasso di disoccupazione del 6,2%. La speranza di vedere i livelli tornare presto a quelli ante-crisi è debole, afferma l’Ilo, e debole rimarrà anche la ripresa dell’occupazione nel 2011, soprattutto nelle economie avanzate. Per quest’anno, così, è previsto un totale di 203,3 milioni di disoccupati, pari a un tasso del 6,1%: se la variazione, quindi, è poco sostanziale, la cifra resta comunque superiore di 27,6 milioni rispetto al 2007, momento precedente l’avvio della recessione. E le tendenze evidenziate dal rapporto – sottolinea l’Istituto – sono in forte contrasto con numerosi indicatori macroeconomici chiave, che hanno mostrato segnali di ripresa nel 2010.
Il rapporto evidenzia anche chiare divergenze tra regioni sviluppate e in via di sviluppo. Nel primo caso, infatti, si assiste al perdurare di elevati livelli di disoccupazione e a un crescente scoraggiamento – il 55% dell’aumento della disoccupazione mondiale tra il 2007 e il 2010 è dovuto alle economie sviluppate e all’Unione Europea (Ue), sebbene quest’ultima rappresenti soltanto il 15% della forza lavoro mondiale – mentre nel secondo è riscontrato un aumento dell’occupazione e un alto numero di lavoratori poveri e di occupazioni vulnerabili. In Paesi come Brasile, Sri Lanka o Uruguay, per esempio, la disoccupazione è già scesa sotto i livelli registrati prima della crisi.
Il documento, ancora, spiega che nel 2009 circa 1,53 miliardi di lavoratori nel mondo erano impiegati in occupazioni vulnerabili e circa 630 milioni di lavoratori (il 20,7% della manodopera mondiale) vivevano insieme alle loro famiglie al di sotto della soglia di povertà estrema di 1,25 dollari al giorno. A questi ed altri dati bisogna sommare i cosiddetti “lavoratori scoraggiati” (ovvero le persone che non figurano più nelle statistiche poiché hanno smesso di cercare un impiego) e le persone che hanno un lavoro a tempo parziale, ma non per scelta. Il rapporto, infine, pone l’accento sui giovani ed esorta i governi ad agire per favorirne l’occupazione: in questa categoria nel 2010 sono stati 78 milioni i disoccupati, per un tasso del 12,6%.