L’Italia: un paese costruito sulla rendita

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Il nostro paese non cresce. E’un dato di fatto. Ma il vero problema è che per poter tornare a crescere, e garantire alle giovani generazioni un futuro migliore, il nostro paese avrebbe bisogno di terapie shock. E per applicare queste terapie shock ci vuole una politica forte, cosa che oggi evidentemente non c’è. Ma di cosa avrebbe bisogno davvero il sistema economico italiano? A nostro avviso il primo problema è quello delle rendite ossia sistemi in cui con vincoli obbligatori (anche legislativi)ad un gruppo di persone viene garantito un ritorno economico parzialmente o completamente sganciato dalla reale produttività e dal reale valore erogato. Ebbene l’Italia è pieno di sistemi, piccoli e grandi, che costituiscono rendite nei posti più impensati. Sapete ad esempio che per distribuire un giornale un piccolo editore è alla mercé dei cosiddetti centri di distribuzione stampa, costituiti di solito da edicolanti e monopolisti nei singoli territori? In pratica il prezzo della distribuzione lo fanno loro, e tu non hai alternativa, puoi solo pagare o rinunciare alla tua attività. Ma l’Italia è un sistema fondato sulle rendite. La più grande di tutte è quella imposta negli anni dai sindacati. La rendita del posto fisso che ha precarizzato un’intera generazione di giovani. In pratica, come ha anche recentemente detto l’economista Alberto Alesina, la cosa funziona così. Il papà (e spesso al mamma) ha il posto fisso e nessuno glielo può toccare, perché i sindacati hanno creato delle maglie di ferro intorno a questa posizione di privilegio. Il figlio non può pensare di avere un posto fisso, perché per le aziende costa troppo e quindi se è fortunato ottiene un lavoro precario. I sindacati tutelano infatti quelli che il posto ce l’hanno non quelli che aspirano ad averlo. La differenza la pagano papà e mamma, sostenendo il figlio oltre il misero stipendio da precario, tenendolo in casa e sopportandone numerosi oneri e spese. Questo sistema funziona finché esistono mamma e papà. E poi che si fa? Questi precari, che avranno una pensione ridicola, tagliata più della metà da parte delle recenti riforme previdenziali (mentre i sindacati hanno garantito a mamma e papà una ricca pensione) come faranno a farsi una famiglia, ad acquistare una casa, ad avere un tenore di vita decente? Questo è il problema dell’Italia, il problema delle rendite, di cui questa costruita dai sindacati è la più grande, che distruggono le prospettive di crescita dell’economia. Perché i giovani oltre a guadagnare poco sono sfiduciati, vedono nero il futuro, non sono motivati. L’economia vive e prospera soprattutto sulla fiducia. Il sistema delle rendite o delle mafie che dir si voglia oltre ad essere poco efficiente in termine economico il suo danno più grave lo fa soprattutto rubando la fiducia nel futuro a chi si affaccia speranzoso sul mercato del lavoro. (Pietro Colagiovanni)