Federalismo: il giorno della verità, maggioranza in ansia

0
305

Oggi voto in comissione bicamerale sul testo del governo di riforma del federalismo municipale. Rischio pareggio. Bossi: “o passa il sì o si va alle urne”.

E’ dunque arrivata la prova del nove sul federalismo per la maggioranza. Continue riunioni, incontri con l’opposizione, anche un vertice tra Roberto Calderoli e Silvio Berlusconi, frenetiche telefonate e la consegna del silenzio. Si puo’ riassumere cosi’ la vigilia del voto sul federalismo in commissione da parte della Lega Nord. Inutile sembra anche l’ultimo tentativo della Lega conquistare il voto ‘salvifico’ del senatore di Fli Mario Baldassarri sul federalismo fiscale, spaccando il Terzo Polo e mettendo in salvo la riforma. Un no che sara’ detto compattamente da tutte le opposizioni oggi in commissione e che dovrebbe portare ad uno scontato pareggio 15 a 15 che comporta il respingimento del parere del relatore Enrico La Loggia sul provvedimento. Il Pdl prova a mettere le mani avanti sull’ipotesi ma il Pd va all’attacco.”Se in Commissione finisce 15 a 15 – dice Pier Luigi Bersani – diremo che non ci sono le condizioni nè politiche nè giuridiche per andare avanti. Diremo a Pdl e Lega fermatevi”. Per il Pdl non cambia nulla: il provvedimento si puo’ emanare lo stesso. ”Penso – ha ribadito anche stanotte Berlusconi – che il federalismo passera’: con un pareggio andremo avanti lo stesso perche’ la legge consente al governo di procedere anche se il risultato della commissione e’ questo”. Un modo per tenere calma la Lega che da tempo ribadisce che se il federalismo non passa si va a votare. Anche perche’, norme alla mano, il percorso per poter comunque approvare il provvedimento in caso di un pareggio non e’ esattamente semplice, ne’ breve e passa, anche da un pronunciamento chiesto dalla commissione ai presidenti della Camere e che dovrebbe venire comunicato dopo il voto dal presidente della bicamerale La Loggia. Non e’ per nulla certo, infatti, che il governo possa dare il via libera al decreto nell’ultima versione sulla quale c’e’ stato il si’ dell’Anci. Anzi, per poterlo fare, dovrebbe probabilmente azzerare tutto e riapprovare il provvedimento in via preliminare in Cdm, tornare in Conferenza Unificata e in bicamerale con un deciso allungamento dei tempi. Il regolamento interno alla commissione prevede che ”le deliberazioni della Commissione sono adottate a maggioranza dei presenti, considerando tali coloro che esprimono voto favorevole o contrario. In caso di parita’ di voti la proposta si intende respinta”. Secondo il presidente della bicamerale, La Loggia, si tratterebbe di un parere respinto e dunque ‘non espresso’. E, in questo caso, la legge delega ‘andrebbe incontro’ alla maggioranza perche’ all’articolo 2 stabilisce che ”decorso il termine per l’espressione dei pareri i decreti possono essere comunque adottati”. Secondo le opposizioni il governo potrebbe emanare il decreto ma solo nella versione originaria, uscita dal Consiglio dei ministri il 4 agosto. Per poter emanare il decreto nella nuova versione dovrebbe ripresentarlo e rifare tutto il percorso. Oppure, secondo un’altra interpretazione, in base a quanto dice la legge 42 il governo, ”qualora non intenda conformarsi ai pareri parlamentari, ritrasmette i testi alle Camere con le sue osservazioni e con eventuali modificazioni e rende comunicazioni davanti a ciascuna Camera”. Una volta fatto questo, pero’, si dovrebbero attendere trenta giorni dalla data della nuova trasmissione, per adottati in via definitiva il testo. Insomma, la situazione e’ davvero complessa dopo una giornata nella quale si e’ chiuso l’esame su tutti gli emendamenti al testo che verra’ votato domani e dalle opposizioni viene ribadito il no. ”Il ”testo e’ del tutto deludente”, per il senatore del Pd Massimo Barbolini. ”Restano tutti gli squilibri che abbiamo denunciato dall’inizio: non e’ un provveduimento pienamente di federalismo municipale”, attacca Baldassarri. ”Non e’ cambiato nulla e domani l’Idv conferma il proprio no”, dice anche il senatore dell’Italia dei Valori Felice Belisario. A garantire almeno il pari alla maggioranza ci sara’ il voto fondamentale della senatrice dell’Svp Helga Thaler e dovra’ votare anche il presidente della bicamerale La Loggia.

Fonte: Confcommercio