Welfare: Acli, nuova “social card” estesa a tutti i poveri

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La piu’ grande riforma mai realizzata per i poveri in Italia, un mix di soldi e servizi da destinare a tutte le famiglie che vivono questa difficile condizione. E’ questo il piano triennale presentato dalle Acli oggi a Roma con il convegno ‘La Poverta’ oltre la crisi’ alla presenza del ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi.

Un progetto che vuole ampliare i servizi offerti dalla Carta Acquisti, meglio conosciuta come Social Card, rivolta alle famiglie povere con anziani di almeno 65 anni e bambini entro i 3 anni, che il Governo Berlusconi ha avviato nel dicembre 2008.

S’intende partire, spiegano le Acli, da quanto e’ stato realizzato grazie alla Social card contro la poverta’ assoluta, cioe’ la poverta’ piu’ dura, che tocca il 4.7% delle famiglie italiane nelle condizioni peggiori, pari a circa 1,2 milioni di nuclei e 3 milioni di persone, con lo scopo di migliorare e ampliare lo sforzo pubblico.

La poverta’ assoluta, spiegano le Acli, ”e’ la piu’ dura tra le poverta’. La sperimenta, infatti, una famiglia che non dispone dei beni e dei servizi necessari a raggiungere un livello di vita minimamente accettabile”.

La poverta’ assoluta, aggiungono le Acli, ”si presenta in misura significativa anche al di fuori del Mezzogiorno, cosicche’ le famiglie italiane in questa condizione si dividono in egual misura tra Centro-Nord e Sud. Nel 44% dei casi il capofamiglia e’ lavoratore, nel 41% e’ pensionato o in altra condizione non professionale (prevalentemente casalinghe) e nel 15% disoccupato. Rischi di poverta’ assoluta superiori alla media sono tipici delle famiglie molto numerose, ma anche di quelle composte da una sola persona.
Questi, dunque, i punti cardine della proposta fatta oggi dalle Acli che mira, in sostanza, ad un ampliamento dei servizi della Social Card.
UNIVERSALISMO. Ampliare l’utenza cosi’ da raggiungere l’intero universo delle famiglie in poverta’ assoluta, oltre un milione, pari al 5,1% del totale. Tre sono le indicazioni delle Acli per un reale universalismo: 1) estendere la misura universalmente a tutte le persone rientranti nei criteri di accesso per la nuova Social Card che abbiano una valida residenza in Italia, in quanto siano iscritte all’anagrafe della popolazione residente e dispongano di un domicilio, anche di elezione, in un Comune Italiano da almeno tre mesi.
Ove si tratti di cittadini di un Paese diverso dall’Italia occorrera’ inoltre che: se cittadini UE, siano in possesso dell’attestazione di iscrizione anagrafica, se invece cittadini di un Paese non UE, siano titolari almeno di un permesso di soggiorno ovvero di un permesso CE per soggiornanti di lungo periodo. 2) introdurre una specifica strategia per raggiungere le persone senza dimora e in condizione di grave emarginazione, agendo sulla rimozione delle barriere effettive che hanno reso di difficile accesso la Social Card anche per le poche persone senza dimora attualmente eleggibili (quelle ultrasessantacinquenni). 3) un’incisiva strategia di controlli, tesa a rafforzarli sensibilmente rispetto a oggi e articolata su piu’ livelli: le risorse economiche da considerare, le fonti presso cui reperire i dati per le verifiche e le sanzioni.

COSTI. Nella nuova Social Card proposta dalle Acli si passa da 40 euro mensili per tutti a 129 Euro mensili medi (circa 1.550 annui), che si differenziano in base alle condizioni di poverta’. Le famiglie in situazione di particolare disagio ricevono un importo superiore alla media.

EQUITA’ TERRITORIALE. Attualmente la soglia di disponibilita’ economiche da non superare per ricevere la Card, spiegano le Acli e’ la stessa in tutto il paese, mentre il costo della vita risulta diverso: nel Nord e’ superiore rispetto al Sud, sino al 30% in piu’. In termini reali cio’ penalizza l’area dove il costo della vita e’ piu’ alto, cioe’ il Nord. Nella proposta della Acli le soglie di accesso variano a seconda del costo della vita nell’area geografica di residenza. Cosi’ facendo si considera in maniera uguale le condizioni di famiglie che vivono in territori differenti.

WELFARE LOCALE. La nuova Social Card prevede che alla prestazione monetaria venga aggiunta la fornitura di servizi alla persona. La proposta prevede il coinvolgimento dell’intera rete di servizi alla persona, secondo le modalita’ che potranno realizzarsi nei vari territori. Entro 60 giorni dal ricevimento della Nuova Social Card, l’utente si presenta al Comune di riferimento, dove un operatore sociale lo incontra e svolge un pre-screening del caso.

RUOLO TERZO SETTORE. Il Terzo settore nel territorio co-progetta gli interventi, fornisce servizi e avvicina le famiglie povere alla Nuova Social Card.

LAVORO. Tutti i membri della famiglia in eta’ compresa tra 18 e 59 anni ed abili al lavoro devono iscriversi al Centro per l’impiego provinciale e dichiararsi immediatamente disponibili ad accettare qualsiasi offerta di lavoro (nei limiti di un pendolarismo ragionevole ed economicamente sostenibile) e a frequentare corsi di formazione o di riqualificazione professionale.

Fonte: Asca