Nuovo record per i prezzi dei carburanti

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L’effetto Libia continua a esercitare la sua pesante influenza sul prezzo dei carburanti. Secondo il consueto monitoraggio di quotidianoenergia.it, effettuato su un campione di stazioni di servizio rappresentativo della situazione nazionale, la media dei prezzi praticati per la benzina (in modalità servito) va infatti dall’1,562 euro al litro degli impianti Tamoil all’1,570 dei punti vendita Eni e Q8 (no-logo a 1,484 euro/litro). Per il diesel si passa dall’1,453 euro al litro delle stazioni di servizio Tamoil all’1,464 rilevato negli impianti Q8 (le no-logo a 1,399). Il Gpl, infine, si posiziona tra lo 0,794 eur al litro registrato nei punti vendita Eni ed Esso allo 0,799 eur al litro degli impianti Q8 e Tamoil (0,771 euro/litro le no-logo). Quanto all’analisi per macroaree, si segnala la situazione del Mezzogiorno, dove la benzina raggiunge punte massime di 1,611 euro al litro e il diesel di 1,483
eur al litro. Una situazione, insomma, che rischia a breve di diventare insostenibile se il Governo non adotterà qualche provvedimento di contrasto. Lo chiedono i benzinai di Figis ed Anisa Confcommercio, e lo chiede – ad esempio – anche la Cisl. ”Ormai c’è un senso di infedeltà nei confronti dei cittadini. Si lascia correre il prezzo della benzina con le tasse che rincorrono i costi senza che si faccia niente”, ha detto il segretario generale Raffaele Bonanni. “Si era detto – ha aggiunto – che superata la soglia dei 70 dollari al barile ci sarebbe stato il taglio
delle accise. La soglia è stata superata abbondantemente ma lo Stato ha fatto finta che la decisione riguardasse altri, invece, la questione riguarda il Governo che deve intervenire”. Per il presidente dell’Unione petrolifera, Pasquale De Vita, pesano la speculazione internazionale e il cambio euro-dollaro, decisamente inferiore rispetto al 2008. ”Quello che sta accadendo in Libia non è indifferente per il mercato. Non sul fronte dell’approvvigionamento, questi pericoli non ci sono. Ma non è indifferente sul fronte dei prezzi – ha spiegato – perché ormai vige la norma che quando
succede qualcosa di preoccupante in una parte del mondo i primi a risentirne sono i prezzi. Non e’ un aumento del costo dovuto al fatto che c’è una domanda molto forte e un’offerta debole. C’è – la tendenza di fondo dei Paesi produttori, attraverso l’Opec, ad innalzare il prezzo, cosa che va avanti ormai da più di un anno. E queste circostanze creano un ulteriore intervento di operatori finanziari e fondi sovrani che operano sul mercato materie prime per alzare i prezzi”. Riguardo infine al confronto con i massimi toccati dai carburanti nel 2008, ormai superati nonostante il petrolio si aggirasse allora quasi sui 150 dollari, De Vita ha spiegato che ”due elementi concorrono a formare il prezzo della benzina: quanti dollari ci vogliono per comprare un barile e quanto cosa
il dollaro. Allora l’euro era a 1,59 dollari oggi a 1,39. La differenza sul prezzo finale è questa”. Telegrafica la risposta dell’Esecutivo, affidata al ministro dello Sviluppo economico, Paolo Romani: “stiamo studiando”.

Fonte: Confcommercio