Fisco: il 90% dei redditi è sotto i 35.000 euro. Diminuiscono i ricchi

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Nonostante la crisi, il quadro che emerge dalla lettura complessiva dei dati delle dichiarazioni dei redditi è comunque di tenuta, tanto delle basi imponibili, quanto del gettito. E questo anche per effetto dell’attività di recupero dell’evasione fiscale (9,1 miliardi, pari a +32% rispetto al 2008), attività che è continuata anche nel 2010 (10,5 miliardi). Lo dichiara il Dipertimento delle Finanze del Ministero del Tesoro che pubblica i dati relativi alle dichiarazioni dei redditi degli italiani nel 2009.
In specie, sottolinea lo studio, la crisi non ha inciso in modo significativo sull’andamento delle due principali componenti della base imponibile IRPEF: i redditi da lavoro dipendente (-0,5% rispetto al 2008) e i redditi da pensione (+4,6% rispetto al 2008).
Gli effetti della congiuntura negativa sui redditi da lavoro dipendente (53% del reddito complessivo IRPEF) sono stati infatti mitigati tanto dal consistente finanziamento degli “ammortizzatori in deroga”, disposto dal Governo per contrastare gli effetti della crisi sul mercato del lavoro, quanto dall’aumento delle retribuzioni orarie contrattuali (+3,1%) dovuto al rinnovo dei contratti collettivi in alcuni importanti comparti del settore privato e pubblico.
I redditi da pensione (28,5% del reddito complessivo IRPEF), per la loro natura non sono stati invece influenzati dalla congiuntura economica.

Redditi dichiarati

A livello nazionale il reddito complessivo totale dichiarato (783 miliardi di euro) è pressoché invariato rispetto all’anno precedente (+0,1%). La sostanziale tenuta del gettito si deve anche, come detto, al recupero dell’evasione fiscale.
Nel 2009 l’Agenzia delle Entrate ha, in particolare, incrementato dell’81% rispetto al 2008 gli accertamenti sintetici (il confronto cioè tra i redditi dichiarati e la capacità di spesa attraverso l’utilizzo delle banche dati), accertando una maggiore imposta pari al +61% rispetto all’anno precedente.
Rispetto al 2008 si osserva un incremento del reddito complessivo medio che raggiunge il valore di 19.030 euro (+0,8%).

Numero di contribuenti

Circa 41,5 milioni di contribuenti (-0,7% rispetto al 2008) hanno assolto direttamente l’obbligo dichiarativo attraverso la presentazione dei modelli di dichiarazione Unico e 730, ovvero indirettamente attraverso la dichiarazione dei sostituti di imposta (Modello 770). Il numero dei contribuenti IRPEF si è ridotto di circa 280.000, tuttavia compensato dall’incremento delle partite IVA (come si noterà qui di seguito).
Guardando alla tipologia di reddito, si osserva una riduzione del numero totale di soggetti che hanno dichiarato un reddito da lavoro dipendente (-1,3%). Tali andamenti appaiono chiaramente influenzati dalle condizioni non favorevoli del mercato del lavoro durante la crisi e risultano coerenti con il dato sulla riduzione dell’occupazione temporanea rilevato dall’Istat (-7,3%). Si deve per altro verso come premesso segnalare che dai dati dell’anagrafe delle partite IVA si colgono, anche nel periodo di crisi, interessanti segni di dinamismo soprattutto da parte dei giovani: il tasso delle nuove aperture di partite IVA attivate da parte di soggetti sotto i 30 anni di età sul totale delle nuove aperture risulta, infatti, in forte crescita (il 12,6% nel 2006, è diventato 19,8% nel 2009, e poi 22,5% nel 2010).
Dal confronto con il 2008 emerge che la crisi economica ha comportato una contrazione del numero dei contribuenti sia nelle classi di reddito complessivo più basse sia in quelle più alte. In particolare, i soggetti con reddito complessivo maggiore di 200.000 euro sono diminuiti del 7% con una leggera variazione, all’interno della stessa classe, della distribuzione dei contribuenti in base alla tipologia di reddito: nel 2009 i soggetti che dichiarano più di 200.000 euro sono per il 58,8% lavoratori dipendenti, per il 27,5% pensionati e per il rimanente 13,7% contribuenti che dichiarano altri tipi di reddito; rispetto all’anno precedente è aumentata la quota percentuale di dipendenti (+0,8 punti percentuali) e pensionati (+1,5 punti percentuali), mentre sono diminuiti i soggetti che dichiarano altri tipi di reddito (-2,3 punti percentuali).
A livello territoriale, nelle regioni meridionali si osserva una crescita del reddito complessivo medio superiore rispetto al dato nazionale (Sud +1,8%, Isole +1,6%), anche se la distanza massima tra le diverse aree del Paese rimane notevole: si passa da 21.553 euro al Nord-ovest a 15.316 euro al Sud.
Dall’analisi del reddito medio per tipologia di reddito, considerando le imprese e i lavoratori autonomi che operano in continuità di esercizio per tutti i 365 giorni dell’anno, emerge che nel 2009 i lavoratori autonomi hanno il reddito medio più elevato, pari a 42.240 euro. Il reddito medio delle imprese in contabilità ordinaria e semplificata, calcolato tenendo anche conto delle quote imputate ai familiari collaboratori è, rispettivamente, pari a 39.470 euro e 18.980 euro.
Nel 2009 il reddito medio dichiarato dai lavoratori dipendenti è stato pari a 19.790 euro, quello dei pensionati pari a 14.600 euro e, infine, il reddito medio da partecipazione è stato pari a 16.160 euro.
Il confronto omogeneo con l’anno d’imposta 2008 mostra che i redditi medi da pensione e da lavoro autonomo crescono in misura maggiore rispetto alla crescita del reddito medio complessivo (rispettivamente +4,7% e +2,6% rispetto al dato nazionale di +0,8%). Il reddito medio da lavoro dipendente ha lo stesso tasso di crescita del reddito medio nazionale, mentre i redditi medi d’impresa mostrano, in linea con la crisi economica (-5,2%), un decremento rispettivamente del 5,3% per la contabilità ordinaria e del 2,8% per la contabilità semplificata. E’, inoltre, consistente il calo dei redditi medi da partecipazione (-6,9%).
L’incremento del reddito medio da lavoro dipendente, come detto, è stato influenzato dai rinnovi contrattuali intervenuti nel 2009 ma, probabilmente, anche dalla riduzione del numero dei soggetti a basso reddito, che sono fuoriusciti dal mercato del lavoro nonostante i consistenti interventi a sostegno del salario.
Gli imprenditori in contabilità ordinaria che dichiarano in positivo un reddito sono diminuiti del 10% rispetto al 2008, con una riduzione del 14% del reddito imponibile (un miliardo di euro); per le imprese in contabilità semplificata la diminuzione dei soggetti che dichiarano in positivo un reddito è pari al 6,3% con una riduzione del reddito imponibile di circa il 9% (2,5 miliardi di euro). La flessione osservata del reddito imponibile, naturalmente influenzata dalla crisi economica, sconta comunque anche l’effetto di una importante agevolazione introdotta nel 2009 per incentivare l’acquisto di macchinari nella fase di congiuntura negativa (c.d. “Tremonti-ter”). Anche per i lavoratori autonomi si registra, sempre in linea con la crisi, la diminuzione dei soggetti che dichiarano in positivo un reddito (-5,4%) con una riduzione del reddito imponibile di circa il 3% (poco più di 900 milioni di euro). In questo caso, l’incremento osservato del reddito medio si può spiegare con la fuoriuscita dalla tassazione ordinaria IRPEF di soggetti con redditi bassi che hanno optato nell’anno d’imposta 2009 per il regime dei minimi, ovvero con l’incremento dei soggetti che hanno dichiarato in negativo una perdita (+6,2%).
L’analisi del reddito medio di impresa per settori di attività economica mostra che la riduzione più consistente si è registrata nel settore manifatturiero: per le imprese in contabilità ordinaria il reddito medio scende da 28.730 euro a 23.020 euro (-20%), mentre per quelle in contabilità semplificata passa da 17.150 euro a 15.640 euro (-9%). Anche questo dato fiscale è coerente con il dato statistico nazionale sulla produzione industriale che, nel 2009, ha registrato un calo del 18,3%.

Imposta netta

L’imposta netta IRPEF ha un valore medio di 4.720 euro (4.700 euro nel 2008) ed è dichiarata da circa 31 milioni di soggetti (il 75% del totale contribuenti). In linea con l’anno d’imposta 2008, circa 10,5 milioni di soggetti hanno imposta netta pari a zero, si tratta prevalentemente di contribuenti con livelli reddituali compresi nelle soglie di esenzione, ovvero di contribuenti la cui imposta lorda si azzera con le numerose detrazioni riconosciute dal nostro ordinamento.
L’imposta netta totale dichiarata, pari a 146,5 miliardi di euro, è nonostante la crisi in crescita dello 0,2% rispetto all’anno precedente. I contribuenti con redditi fino a 35.000 euro (87% del totale) dichiarano il 48% dell’imposta netta totale, mentre il restante 52% dell’imposta netta totale è dichiarata dai contribuenti con redditi superiori a 35.000 euro (13% del totale dei contribuenti). Anche tale andamento è in linea con quello del 2008.

Regime dei minimi

Nel 2009 i soggetti che risultano aderire al regime dei minimi, introdotto nel 2008, sono 627.322, in forte crescita rispetto all’anno precedente (+23,8%); tale incremento è stato determinato per circa il 40% dall’adesione di soggetti che svolgono attività professionali. L’analisi per settori di attività economica conferma la maggiore adesione nei settori delle attività professionali (+36,2% rispetto al 2008), del commercio (+11,9%), delle costruzioni (+10,8%), della sanità (+9,9%) e delle altre attività di servizi (+9,1%).

Tutte le statistiche e le analisi dei dati sono disponibili, attraverso un nuovo sistema di navigazione dinamica dei dati, sul sito internet del Dipartimento delle Finanze (www.finanze.gov.it) sotto la voce “Statistiche fiscali”.