Consumi “sotto zero”: resistono tempo libero, comunicazioni e Ict domestico

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L’Indicatore dei Consumi Confcommercio (ICC) segnala a marzo 2011 una diminuzione del 2,5% in termini tendenziali, dato che ha determinato una flessione nei primi tre mesi dell’anno dell’1,9% e che, per il dodicesimo mese consecutivo, tiene “incollati” i consumi sotto lo zero. Ma sul dato del primo trimestre pesa molto l’andamento della domanda di autovetture tanto che, al netto di questa componente, la variazione dell’Indicatore risulterebbe, infatti, positiva e pari a +0,5%. In termini congiunturali l’ICC (al lordo della vendita di automobili) mostra, invece, un contenuto incremento (+0,1%), dato che ha determinato una stabilità nei primi tre mesi del 2011. Il quadro congiunturale generale continua, tuttavia, ad essere caratterizzato da una ripresa economica dai toni non particolarmente sostenuti, connotata da molti elementi di incertezza, tra i quali l’aumento dei prezzi delle materie prime.

Questo contesto è confermato dall’ulteriore regresso registrato ad aprile dal clima di fiducia delle famiglie, le quali ritengono possibile il permanere di difficoltà anche nei prossimi mesi. Anche il clima di fiducia delle imprese mostra un andamento incerto. I livelli della produzione industriale, seppure in crescita, risultano infatti privi di quello slancio necessario a ridare tono alla nostra economia. Secondo l’indagine rapida di Confindustria, la produzione industriale registra ad aprile un contenuto miglioramento (+0,3 rispetto a marzo), tendenza che, stando agli ordini (+1,3% congiunturale), dovrebbe proseguire a ritmi non particolarmente sostenuti anche nei prossimi mesi. E’ invece positiva la dinamica dell’occupazione nel mese di marzo, anche se la ripresa non si traduce ancora in maggiori redditi e maggiori consumi.

La dinamica tendenziale dell’ICC di marzo riflette, in linea con quanto registrato nei mesi precedenti, una netta contrazione dei volumi acquistati dalle famiglie per i beni (-4,0%) ed un aumento della domanda di servizi (+1,9%).
I prezzi dei beni e dei servizi che compongono l’ICC hanno evidenziato un’accelerazione determinata dal permanere di tensioni nel comparto della mobilità, soprattutto carburanti, dell’alimentare e dal rinnovo dei listini dell’abbigliamento e calzature.

La domanda per beni e servizi ricreativi ha mostrato, rispetto a marzo dello scorso anno, un incremento dell’1,7% a cui ha contribuito, in larga parte, il permanere di un trend espansivo per la componente relativa alle spese per giochi, lotterie e scommesse.
La spesa per i servizi di ristorazione e d’alloggio ha evidenziato una crescita in termini reali dello 0,3%.
I consumi per beni e servizi per la mobilità hanno mostrato una netta diminuzione in termini tendenziali (-21,3%). Il dato, seppure largamente influenzato dalla decisa contrazione della domanda di autovetture da parte dei privati, risente di andamenti non particolarmente brillanti delle altre voci che compongono l’aggregato (con la sola eccezione dei trasporti aerei). Per quanto concerne le autovetture, i primi dati relativi ad aprile lasciano intravedere la prosecuzione delle difficoltà attraversate dal mercato.

Nel mese di marzo la domanda di beni e servizi per le comunicazioni e per l’ICT domestico ha registrato, rispetto all’analogo mese del 2010, una crescita consistente (+5,1), andamento determinato dalla componente relativa ai beni.
I volumi acquistati dalle famiglie per beni e servizi per la cura della persona hanno mostrato un incremento dello 0,2%.
Gli acquisti di articoli di abbigliamento e calzature hanno mostrato una riduzione del 3,3%, sottolineando come i dati dei primi due mesi dell’anno fossero da collegarsi ai saldi e all’affermarsi di una tendenza che vede concentrarsi sempre di più gli acquisti delle famiglie in alcuni periodi dell’anno.

La domanda di beni e servizi per la casa ha mostrato, a marzo, una flessione dello 0,1%, confermando il momento non particolarmente brillante dei consumi, soprattutto per i beni che compongono l’aggregato.
Infine, per quanto concerne la spesa delle famiglie per i prodotti alimentari, le bevande e i tabacchi, la stima per marzo segnala un ulteriore e deciso ridimensionamento in termini reali (-1,6%). Il dato potrebbe aver risentito dell’effetto Pasqua che lo scorso anno era caduta nei primissimi giorni di aprile movimentando gli acquisti già nella seconda parte di marzo.

LE DINAMICHE CONGIUNTURALI

I dati destagionalizzati e corretti per i valori erratici mostrano a marzo un aumento dell’ICC rispetto a febbraio dello 0,1%. Nell’ultimo trimestre a media mobile l’indicatore segnala, al lordo della componente relativa alle autovetture, una sostanziale stazionarietà. Lievemente più favorevole risulta la dinamica dell’indicatore al netto delle auto, dato che non modifica il quadro d’insieme che continua a caratterizzarsi per una situazione di accentuata debolezza dei consumi.
Il contenuto miglioramento di marzo è sintesi di una modesta crescita (+0,1%) sia della domanda di beni che di servizi.
Tra i diversi aggregati che compongono l’indicatore, solo per i beni e servizi per le comunicazioni (+1,9) ed i ricreativi (+0,9%) si registra un apprezzabile miglioramento.
Per gli altri beni e servizi il quadro continua ad essere caratterizzato da una tendenza alla stazionarietà della domanda con riduzioni di un certo rilievo nel settore dei beni e servizi per la mobilità (-2,8%) e l’abbigliamento e le calzature (-0,5%).