Banche: Abi, con ricavi in calo agire sui costi per colmare gap europeo

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Presentate le semestrali Abi 2011 al 31 dicembre 2010: miglioramento dei livelli di patrimonializzazione e Roe in diminuzione al 3,65%.

Nel 2010 le banche in Italia hanno scontato ancora gli effetti derivanti dal difficile contesto economico e finanziario: calano i ricavi e nel confronto internazionale restano penalizzate. È necessario che le banche recuperino redditività per continuare a svolgere il loro ruolo a sostegno di famiglie e imprese e contribuire alla crescita dell’economia. La ripresa dei finanziamenti, infatti, va consolidandosi con ritmi superiori alla mediaeuropea, ma il settore ha di fronte molteplici sfide: il controllo della rischiosità dei propri impieghi, gli effetti della regolamentazione sul capitale, un ulteriore recupero di efficienza.

È il quadro delle semestrali Abi, basate sui bilanci di fine anno, emerso a Roma nel corso della Tavola rotonda: “La sfida della redditività”, moderata dal Direttore de “Il Sole 24 Ore”, Roberto Napoletano, con Giulio Tremonti, Ministro dell’Economia, Giuseppe Vegas, Presidente Consob, Giuseppe Mussari, Presidente Abi, Innocenzo Cipolletta, Presidente Università di Trento, Fabio Gallia, Amministratore Delegato e Direttore Generale Bnl, Donato Masciandaro, Direttore Centro Paolo Baffi – Università Bocconi.

Il Rapporto 2011 sul settore bancario è stato presentato dal Direttore Generale dell’Abi, Giovanni Sabatini, e dal Responsabile Direzione Strategie e Mercati Finanziari Abi, Gianfranco Torriero.

Roe

Dall’analisi dei conti economici del campione di 38 gruppi bancari presi in esame emerge una diminuzione del Roe medio al 3,65% nel 2010 rispetto al 3,84 del 2009.

Margine d’interesse e margine d’intermediazione

Sul conto economico consolidato e sulla sua composizione, alla redditività lorda del 2010 ha contribuito negativamente il margine di interesse che ha registrato un decremento del 6,6%, con una riduzione di 3,2 miliardi. Così anche il margine d’intermediazione del campione in discesa del 4,2% per circa 3,3 miliardi di euro.

Spese

Dal lato delle spese amministrative si è registrata una sostanziale stabilità delle stesse rispetto al 2009 (-0,3%), dato questo che deriva da un lieve incremento delle spese per il personale (0,4%) e da una riduzione delle altre spese amministrative (-1,5%).

Utile netto

L’utile d’esercizio presenta un incremento dell’1,5% attestandosi a 7 miliardi di euro.

Totale attivo

Alla fine del 2010 il totale dell’attivo dei 38 gruppi bancari esaminati è risultato pari a 2.757 miliardi di euro, facendo registrare una variazione positiva del 3,4% rispetto al 2009. Rilevante appare la quota dell’attivo riferita a crediti verso clientela (64,3%, in lieve flessione rispetto al 65,1% del 2009), pari a dicembre 2010 a 1.774 miliardi di euro, con un incremento rispetto al 2009 del 2,2%.

Sofferenze

Le sofferenze mostrano una consistenza al netto delle svalutazioni di 44 miliardi a fronte dei 33,7 miliardi di fine 2009. L’incidenza sul totale delle esposizioni creditizie verso clientela per cassa è pari al 2,2%, a fronte dell’1,7% di fine 2009.

Patrimonializzazione

Nel difficile contesto economico, le banche italiane hanno migliorato il loro livello di patrimonializzazone: Il primo coefficiente (tier 1 capital ratio che riguarda le componenti patrimoniali di più elevata qualità del “patrimonio di vigilanza”) passa dall’8,21% del 2009 all’8,67% nel 2010. Il total capital ratio, relativo all’intero “patrimonio di vigilanza”, si attesta al 12,11% rispetto all’11,60% dell’anno precedente.