Verbania, economia transfrontaliera: le quote di ristorno devono essere trasferite a Torino

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Riunione del gruppo provinciale di lavoro di Verbano Cusio Ossola sull’economia transfrontaliera.

Convocato dall’Assessore alle Attività Produttive e Vicepresidente Paolo Marchioni, vi hanno preso parte i Consiglieri Regionali Michele Marinello, Roberto De Magistris, i rappresentanti dei frontalieri Antonio Locatelli, Valter Bettoni e Giorgio Zaniboni, Dino Caretti dell’ORML (Osservatorio Regionale Mercato del Lavoro) e con l’intervento del Presidente del Consiglio Regionale Cattaneo e del Presidente Nobili.

All’ordine del giorno del confronto il nodo del congelamento del 50% dei ristorni deciso dal governo cantonale del Ticino.

“Abbiamo tutti convenuto che l’Amministrazione Provinciale – spiegano Nobili e Marchioni – debba prendere posizione su una situazione che può pesantemente influire sulla disponibilità di risorse dell’intero territorio. A questo fine verrà predisposto un documento da sottoporre alla Regione Piemonte e alla Regio Insubrica, la comunità transfrontaliera di cui siamo componenti e all’interno della quale abbiamo la possibilità di un dialogo diretto con il Consiglio di Stato del Canton Ticino. Con questo documento sosterremo la richiesta affinché, in primo luogo, si intervenga a livello nazionale per mantenere inalterata la quota spettante dei ristorni. Se modificata non solo s’incorrerebbe in una penalizzazione per gli enti locali ma ci sarebbe pure il rischio di un cambiamento nelle modalità di prelievo fiscale, con frontalieri tassati anche da parte italiana, come già succede in altri Paesi europei”.

“Il secondo punto su cui focalizzeremo le nostre istanze – proseguono Nobili e Marchioni – è il trasferimento diretto dei ristorni dalla Confederazione Elvetica a Torino, alla Regione, senza un dispersivo passaggio intermedio a Roma, dove queste trattenute fiscali dei nostri lavoratori si fermano mediamente due anni. Nel documento evidenzieremo come queste risorse debbano essere attribuite ai territori di confine in cui risiedono i frontalieri, vincolandone una parte alla realizzazione di interventi infrastrutturali ed emblematici”.