In Italia crolla la fedeltà fiscale

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Pochi servizi, in 5 anni scesa di 12,2 punti passando da 28,94% a 16,74%
“In Italia in 5 anni la fedeltà fiscale dei contribuenti è scesa di 12,2 punti passando da 28,94% a 16,74% a causa dei pochi servizi che si ricevono in cambio delle molte tasse che si pagano”. Ogni contribuente italiano versa mediamente al fisco 7.560 euro all’anno, fra tasse, imposte e tributi vari, la cifra più alta tra i paesi dell’area euro, ma riceve in cambio in servizi sociali il controvalore di 7.960 euro, il più basso tra i principali paesi europei.
Al primo posto tra i paesi che investono maggiormente nei servizi sociali troviamo la Francia con 10.790 euro pro capite, seguita dalla Germania con 9.170 euro, Svezia con 9.080 euro, Olanda con 8.780 euro, Inghilterra con 8.450 euro e Spagna con 8.120 euro.
E’ questo il quadro che è emerso dalla ricerca effettuata dall’Associazione Contribuenti Italiani, che ha analizzando i dati sulla Tax Compliance rilevati da Lo Sportello del Contribuente nel periodo luglio 2006-luglio 2011.
L’indice della tax compliance è l’indice di fiducia dei contribuenti italiani. Esso rappresenta il comportamento dei contribuenti nei confronti dell’amministrazione finanziaria. La sua rilevazione avviene attraverso l’analisi di un campione di circa 5.000 contribuenti ed è costituito da due subindici, la stima dei contribuenti sulla situazione corrente (40%) e le previsioni per il futuro (60%).
Il dato ha una forte influenza sulla politica monetaria e fiscale in quanto è l’indice della Tax Compliance. Più il valore e’ alto, più i contribuenti hanno conoscenza, informazione e certezza di poter contare sui propri diritti. Attraverso questa via c’è da attendersi una diminuzione delle evasioni fiscali insieme ad un incremento delle soluzioni pacifiche delle controversie.
Concorre al peggioramento dei rapporti tra fisco e contribuenti anche la burocrazia fiscale che costa ben 21,1 miliardi all’anno ai contribuenti italiani titolari di partita iva. Burocrazia fiscale che costa cara ai contribuenti italiani specialmente se messa a confronto con quella europea. Ogni contribuente italiano per esercitare una attività economica paga una “tassa aggiuntiva occulta” nel 2011, di 5.979 euro all’anno, contro i 1.370 euro dei francesi, i 1.310 euro dei britannici, i 1.250 euro dei tedeschi, i 1.190 euro degli spagnoli, i 1.120 euro degli olandesi ed i 860 euro degli svedesi. Spesa che nel 2011 è ulteriormente aumentata di 3,8MLD, rispetto al 2009, a causa di nuovi e onerosi adempimenti fiscali previsti dall’Amministrazione finanziaria, mentre la qualità dei servizi pubblici è diminuita del 21%.
Secondo l’Associazione Contribuenti Italiani, per combattere l’evasione fiscale serve una riforma fiscale che deve passare attraverso i miglioramenti dei servizi resi ai cittadini, la semplificazione del fisco, la riforma della riscossione dei tributi e soprattutto il rispetto dei diritti dei contribuenti.
”La scarsa qualità dei servizi pubblici, gli innumerevoli condoni fiscali dovuti all’ inefficienza della amministrazione finanziaria, l’applicazione spesso cervellotica di leggi, circolari e regolamenti vari – commenta Vittorio Carlomagno presidente di Contribuenti.it Associazione Contribuenti Italiani – richiedono una svolta epocale. Bisogna tornare a guardare gli italiani non più come potenziali evasori, ma come cittadini che vantano dei diritti a fronte del pagamento delle imposte. Siamo favorevoli a sottoscrivere un patto tra fisco e contribuenti per riformare il fisco rendendolo piu’ equo, incentrando il rapporto sulla tax compliance, come avviene da tempo nei principali paesi europei, anziche’ sulle vessazioni, dando piena e concreta attuazione allo Statuto dei diritti del contribuente”.

Fonte: Contribuenti.it