Crisi: Mussari, agire in fretta imperativo comune recuperando ritardi sulla crescita

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Dalla prima tappa del Road Show Italia a Cuneo, il Presidente dell’ABI fa il punto con Istituzioni e imprenditori sulle prospettive dell’economia italiana. Priorità a concrete politiche di sviluppo.
“Occorre fare in fretta. Ormai non sono più rinviabili reali politiche di crescita. Il ritardo che si sta accumulando su questo fronte sta costando moltissimo in termini di occupazione, valore dei beni e dei risparmi delle famiglie, investimenti e valore delle imprese, tutto ciò, rischia di vanificare quanto di positivo e’ stato fatto in ordine alla tenuta dei conti pubblici”. Lo ha detto il Presidente dell’ABI, Giuseppe Mussari, intervenendo oggi alla tavola rotonda “Le Banche italiane per il Paese” nel corso della prima tappa a Cuneo del Road Show Italia 2011-2012. Iniziativa avviata dall’Associazione bancaria Italiana con l’obiettivo di raggiungere i territori e rendere ancora più concreto ed evidente quanto le banche fanno per la comunità, soprattutto nella difficile fase congiunturale che il Paese sta attraversando.
“Agire in fretta, e bene, dunque, è un imperativo comune mettendo in campo tutte le possibili soluzioni con lo scopo finale di favorire la crescita. Tutti gli attori politici, economici e sociali devono fare la loro parte – ha proseguito – realizzando con coraggio sforzi nel segno della discontinuità”.
Con questo spirito è stato presentato recentemente il Progetto delle imprese per l’Italia da ABI, Ania, Alleanza delle Cooperative, Confindustria e Rete Imprese Italia: una serie di misure da “fare subito” su pensioni, spesa pubblica, fisco, liberalizzazioni, semplificazioni, infrastrutture, energia.
L’Italia è un grande Paese, il suo debito pubblico, pur ingente, si fonda su basi solide, e la sostenibilità dello stesso non può essere messa in dubbio. L‘Italia, inoltre, ha tutte le qualità necessarie per ricominciare a crescere.
Evidenziando la correlazione tra l’aumento del rischio degli stati sovrani e la pressione che sta investendo le banche europee, Mussari ha sottolineato che “in Italia il rischio sovrano condiziona e determina il rischio bancario” ma ha ricordato che “le banche italiane sono solide e sane, hanno resistito alla crisi del 2008, si sono ricapitalizzate e non sono costate un euro al contribuente italiano. La correlazione sopra detta, si basa su una valutazione non condivisibile sulla tenuta dei conti pubblici del nostro Paese”.
“Ciò malgrado è a tutti evidente che con un rischio Paese come quello che l’Italia manifesta – ha detto il Presidente dell’ABI – è difficile credere che non si abbiano riflessi sulle relazioni creditizie. Per evitare ciò, tenendo ferma l’imprescindibile stabilità dei conti pubblici, occorre puntare decisamente alla crescita con scelte immediate e coraggiose cui tutti sono chiamati a collaborare. La crescita di un Paese non è un compito che solo una parte può assolvere, essa è la risultante dell’operare di più soggetti, che nel nostro caso devono essere capaci, ed essere messi in grado, di operare con grande discontinuità, grande solerzia, grande comunità d’intenti”.