Tredicesime, Adusbef: per la prima volta in venti anni, diminuiscono

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Mentre i mass media fanno a gara nelle lodi sperticate al “governo di banchieri,tecnocrati ed oligarchi” guidato da Mario Monti e Corrado Passera,con l’Istat che certifica un aumento della fiducia dei consumatori – a differenza della Francia che registra un crollo della confiance,con l’indice relativo sceso a 79 punti da 82 di ottobre, segnando il livello più basso da febbraio 2009,per la prima volta da venti anni in Italia (da quando Adusbef le monitera), cala il monte tredicesime.
Fra tre settimane saranno pagate infatti le tredicesime, che ammontano quest’anno a 35,0 miliardi di euro (- 0,8 miliardi,con un decremento del 2,2 % per cento rispetto al 2010), così ripartite: 10,20 miliardi ai pensionati (-1,92%); 9,20 miliardi ai lavoratori pubblici (-1,07%); 15,6 mld (-3,10%) ai dipendenti privati (agricoltura,industria e terziario). Ma dopo un anno durissimo di rincari ed aumenti speculativi che hanno falcidiato i redditi delle famiglie costrette ad indebitarsi per sopravvivere,con una perdita ulteriore del potere di acquisto, resterà poco per festeggiare.
Sarà un Natale durissimo, dopo l’onda lunga delle convulsioni finanziarie derivanti dallo scoppio della bolla dei derivati e dai governi di Grecia ed Italia scelti dagli spread,dalla BCE, dai banchieri centrali ed agenzie di rating e da quei mercati senza regole, ai quali i governi hanno delegato funzioni importanti che non sono nella disponibilità degli oligarchi,ma degli esecutivi scelti dalla volontà popolare nelle democrazie al collasso, che sta portando l’euro alla sua dissoluzione, se non si interviene con la tobin tax per calmierare la speculazione, si introducono gli eurobond per finanziare gli Stati dell’Ue in crisi, si istituisce un’agenzia europea di rating, si riforma lo Statuto della Banca Centrale Europea, vincendo l’ortodossia monetaria di una Germania che rimpiange il marco.
Tredicesima ancor più che falcidiata quindi sotto l’albero di Natale,per far fronte ad aumenti infiniti iniziati a gennaio 2011 con le tariffe autostradali, benzina, bolli, tasse, tarsu, tariffe aeroportuali allegramente concessi dal Governo ai soliti capitani coraggiosi per finanziare investimenti pubblici a spese della collettività che daranno profitti privati, ed altri ordinari balzelli. A fine anno, oltre alla busta paga più pesante, arrivano infatti anche le consuete scadenze fiscali, quali tasse, bolli, rate e canoni, che durante il mese di dicembre i contribuenti sono chiamati a versare. Con il risultato di ridurre dell’79,7 per cento l’attesa gratifica natalizia. Nel rincorrersi dei pagamenti da effettuare entro il 31 dicembre, dei 35,0 miliardi di euro di tredicesime che verranno pagate quest’anno, soltanto il 20,28 per cento, ossia 7,1 miliardi di euro, per la prima volta un quinto del monte tredicesime, resterà realmente nelle tasche di lavoratori e pensionati.
Il 46,5 % del totale (20,3 mld di euro) verrà infatti speso per pagare tasse, imposte, bolli, mutui e assicurazioni. Nel consueto appuntamento che fa i conti (da 20 anni) nelle tasche degli italiani, Adusbef e Federconsumatori prevedono un Natale durissimo sul fronte dei consumi,destinati a calare del 6,9% perché almeno 3 famiglie su quattro taglieranno le spese per l’incerta situazione economica. A “bruciare” un’ ampia fetta delle tredicesime saranno bollette, ratei e prestiti per un valore di 10,7 miliardi (ben il 30,4% del monte totale). La RC Auto, che continua a salassare le tasche degli automobilisti con rincari ingiustificati pari al 15% a fronte di una riduzione dei sinistri, mangerà 5,6 miliardi di euro, il 16% delle tredicesime, mentre 5,8 miliardi di euro, serviranno per pagare le rate dei mutui. Il salasso non è però ancora finito: 3,9 miliardi di euro (11,14%) se ne andranno per pagare le tasse di auto e moto, mentre 1,9 miliardi (5,43 %) spariranno per il canone Rai che sarà incrementato nonostante un deterioramento della qualità del servizio pubblico.
La tredicesima per la maggior parte delle famiglie è già stata pesantemente ipotecata non solo per pagare tasse, ratei e bollette delle utenze domestiche (Enel,Telecom,Gas,ecc.), ma un ulteriore 8,86 per cento, pari a 3,1 miliardi di euro, servirà per pagare i prestiti contratti con banche, finanziarie, parenti, amici e/o conoscenti per sopravvivere, dato che stipendi, salari e pensioni non bastano più per far quadrare i bilanci famigliari.
Per scopi più piacevoli restano 7,1 miliardi di euro, il 20,28% del monte tredicesime, che potranno essere utilizzati per cenone, regali (spesso ai più piccoli), qualche viaggio, qualcosa da mettere da parte per future esigenze: una miseria, che non servirà a rilanciare i consumi, né ad alleviare le preoccupazioni di famiglie sempre più impoverite da rincari speculativi che si profilano in tutti i settori con la sciagurata tassa sui poveri denominata Iva al 21% e da un futuro incerto, nonostante un tasso di fiducia,costruito a tavolino, che non aiuterà i consumatori,soprattutto i giovani che protestano per il futuro ipotecato, ad essere più sereni e fiduciosi.
Adusbef e Federconsumatori, invitano il Governo ad evitare ulteriore inasprimento dell’Iva,la “tassa sui poveri” che colpisce indistintamente tutti i consumatori, gravando in particolare sulle più basse fasce di reddito aggravando così la recessione con un aumento dell’inflazione ed un calo dei consumi, soprattutto prestando attenzione alla reintroduzione dell’Iva prima casa, potendo reperire maggiori risorse nei capitali scudati,che con un prelievo straordinario del 20% darebbe un gettito immediato di 21 miliardi di euro cash se impone a banche ed intermediari che hanno fatto rientrare i capitali di fungere da sostituto d’imposta, varando un urgente contestuale decreto per una tassa sui patrimoni oltre 1 milione di euro.