Manovra: oggi fiducia alla Camera, Monti difende il decreto

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La manovra del governo arriva al giro di boa: oggi la Camera voterà infatti la fiducia sul testo del decreto Salva-Italia uscito dalle commissioni Bilancio e Finanze con le ultime modifiche concordate, non senza difficoltà e critiche, con Pdl, Pd e Terzo Polo che pur con qualche riservavoteranno sì. La manovra passerà subito all’esame del Senato che l’approverà definitivamente – anche qui con la fiducia – prima di Natale. A porre la fiducia, in un’aula di Montecitorio incandescente, è stato il ministro dei Rapporti con il Parlamento Piero Giarda mentre i deputati della Lega gridavano “vergogna vergogna”. Dopo la bagarre di mercoledì al Senato con le contestazioni a Schifani, il Carroccio si è reso protagonista di un serrato ostruzionismo contro la manovra alla Camera sfociato in nuove intemperanze. Prima la maratona oratoria notturna con i singoli deputati a prendere la parola sul complesso degli emendamenti poi, nella mattinata, interventi a raffica sul processo verbale della seduta del giorno prima, nel tentativo di ritardare la richiesta di fiducia. Contemporaneamente il premier Monti, nella sua prima conferenza stampa a Palazzo Chigi dopo un incontro con le Regioni del Sud, è intervenuto per difendere i suoi provvedimenti prima di salire al Quirinale in serata per riferire con il presidente Napolitano sulle prossime mosse. Nessun commento invece alla rissa di Montecitorio (“non spetta al governo esprimere giudizi sui comportamenti dei parlamentari”). “Senza questa manovra – ha affermato – ci sarebbero state discontinuità nella capacità dello Stato di fare fronte ai propri impegni e restare in un quadro di stabilità monetaria”. E ancora: “ho l’impressione che gli italiani stiano capendo che l’alternativa non è la vita come sempre senza quei sacrifici ma è la vita con sacrifici molto più gravi”. Monti ha anche assicurato che “ci saranno rapidamente nuovi provvedimenti per la crescita, sul lavoro e ammortizzatori sociali”. “Si capisce – ha concluso – che nel decreto ha inciso più duramente l’aspetto rigore rispetto a equità e crescita. Ma vorrei osservare che ci sono vari provvedimenti che vanno nella direzione della crescita ad esempio in materia di cuneo fiscale tra lavoratori e imprese. È falso che pagano i soliti noti. Ci sono dei nuovi noti che sono invitati a pagare e lo faranno”.