Irlanda, venti di nuova crisi e il governo tassa la casa

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Dal 1° gennaio del prossimo anno tornerà a far capolino nelle case degli irlandesi la più odiata delle imposte irish hat

Il quadrimestre con cui si chiude l’anno rovescia un vero e proprio temporale sull’economia dell’ex tigre celtica, oramai sorta di gattino sconsolato che assiste silenzioso il lento sfiorire del sottostante euro-garden. Insomma, il -2,2% con cui l’Istituto di statistica fissa l’immagine dello stato generale dell’economia è sufficientemente  descrittivo del vento contro.  In particolare, è il -20% del settore edile e delle costruzioni che fotografa lo stallo attuale d’un comparto che, nel corso del decennio passato, aveva costituito un punto fermo sia per la crescita che per l’occupazione.  Se il no-tax non premia né ripaga – D’altra parte, come recitano gli analisti della City vicina, di Londra, “Dublino ha puntato troppo sul dogma del tax free, e ora i nodi vengono al pettine. Non esiste un reale e ben strutturato sistema produttivo, capace di inserirsi di nuovo nel flusso dell’investimento con livelli di redditività sufficientemente elevati tanto da garantire una ripresa autonoma dal ricorso a promesse fiscali allettanti”.

L’imposta di proprietà salverà lo Stato – Risultato, l’Esecutivo attuale, senza esitazione, e senza rilasciare battito alcuno di ciglia, in 27,8 minuti ha elaborato, definito e passato al Legislativo per l’approvazione finale una nuova legge che, a partire dal 1° gennaio 2012 riporterà sui tetti, sulle case e sui giardini d’Irlanda l’imposta forse più odiata dagli irlandesi nella loro lunga e travagliata storia, l’imposta sulla proprietà. In pratica, in via preliminare, quindi con valore ad interim, o transitorio, ogni singolo proprietario verserà 100 euro per unità immobiliare posseduta. E questo entro un termine di non oltre 3 mesi. In una seconda fase, questa forma di tassazione provvisoria sarà sostituita da un’imposta organica e ben strutturata sulla proprietà che, secondo alcuni ben informati, potrebbe persino variare a seconda delle dimore considerate, fino a punte massime, nel caso per esempio di ville e residenze lussuose, superiore ai 1.000 euro.

L’ora delle proteste – Il maggior gettito atteso dalla nuova norma è stato formalizzato in 160milioni di euro. Questo per il 2012, mentre a partire dal 2013 sarà introdotto un aumento che dovrebbe condurre a regime l’imposta, fissandone il gettito a non meno di mezzo miliardo di euro, un bottino ritenuto elevato per un Paese come l’Irlanda. Un piatto troppo ghiotto per alcuni membri del Parlamento, 9, che nei giorni e nelle ore passate hanno subito annunciato di non votare la nuova imposta, di respingerla al mittente e di ritirarla, etichettandola come una esplicita dichiarazione di guerra economica resa dal Governo nei confronti del Paese, già stremato. Niente da fare, nonostante le polemiche e le minacce, il Primo Ministro è stato chiaro: l’imposta è una delle condizioni sottoscritte al Fondo monetario internazionale e alla Banca centrate europea in vista dello sblocco di ulteriori 3,9miliardi di euro di prestiti a tasso scontato. In definitiva, è meglio star zitti, pagare e ringraziare, anche perché nel 2012 difficilmente Dublino centrerà una crescita oltre un modesto 1%, e questo per la scarsezza di risorse che partner stranieri europei non potranno acquistare o investire molto sul mercato irlandese.

Stefano Latini

Fisco Oggi