Puglia: ripristino invasi artificiali, Amati istituisce tavolo tecnico

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E’ stato istituito un tavolo tecnico che avrà il compito di presentare, nel giro di un mese, una relazione dettagliata di valutazione preventiva della fattibilità tecnica e dell’utilità delle opere di ripristino degli invasi artificiali attualmente inutilizzati nei territori di Gravina in Puglia, Poggiorsini, Spinazzola e Altamura.
La decisione è stata assunta nel corso dell’incontro convocato dall’assessore regionale alle Opere pubbliche e Protezione civile Fabiano Amati, alla presenza del Commissario straordinario del Consorzio di Bonifica Terre D’Apulia Antonio Stanco, del Segretario Generale dell’Autorità di Bacino della Puglia Antonio Di Santo e rappresentanti dell’Acquedotto pugliese.
Negli anni ’90 la Regione Puglia e il Ministero per gli interventi straordinari nel mezzogiorno diedero il via ad un progetto di sistemazione idraulica del bacino del Capodacqua. L’obiettivo era quello di realizzare una rete irrigua e ridurre la vulnerabilità idraulica dei territori a valle del costone murgiano attraverso la realizzazione di una diga sul torrente Capodacqua, affluente sinistro del Bradano. Le opere di sistemazione idraulica a monte avevano lo scopo di raccogliere le acque meteoriche e di scorrimento e di convogliarle nella diga e comprendevano 5 invasi, per una copertura complessiva di 600 ettari di Murgia ed un volume di 250.000 metri cubi d’acqua; gli invasi dovevano essere raccordati con la diga per mezzo di 50 chilometri di canali in cemento e 500 briglie di contenimento, quasi interamente realizzate.
Inoltre, erano previsti 4 pozzi per la captazione delle acque nel periodo estivo ed un parco eolico, che avrebbero dovuto provvedere all’alimentazione elettrica dei pozzi stessi.
Il progetto sollevò proteste da parte di alcuni comuni e i lavori furono bloccati varie volte in quanto alcuni tratti dei canali in costruzione ricadevano in aree d’interesse archeologico.
Al momento, le opere necessitano di interventi di rifunzionalizzazione, per un ammontare di circa € 9.400.000,00.
“Prima di intraprendere l’esame di una qualsiasi forma di progettazione – ha detto Amati – e di reperire eventuali fonti di finanziamento, abbiamo la necessità di prendere in esame la compatibilità delle opere di ripristino con il piano industriale del Consorzio di Bonifica e di valutare il bilancio idrico, la funzionalità e la fattibilità degli interventi, oltre alla possibilità di inserire i pozzi esistenti nel “corredo” di emergenza di Acquedotto pugliese.
È sopraggiunta dunque, la necessità di istituire un tavolo tecnico composto da tecnici del Consorzio di bonifica, di Acquedotto pugliese,dell’Autorità di Bacino e dei servizi regionali competenti che, entro il prossimo 24 febbraio, dovranno redigere una relazione dettagliata su tutti i punti presi in esame. È necessario capire se dopo i lavori di rifunzionalizzazione le opere potranno essere gestite dal Consorzio di Bonifica, se a seguito dell’erogazione dei finanziamenti utili saremo in grado di tagliare il nastro inaugurale dell’opera, dato che l’assessorato che guido finanzia opere e non progettazioni e se, nell’ambito di una valutazione costi – benefici, nel bilancio idrico questa attività sia giustificata.
Naturalmente, lavoreremo cercando di non sprecare tutto ciò che è stato già realizzato, poiché il nostro primo dovere è sempre quello trasformare una disgrazia in grazia”.