WWF:Italia impreparata a gestire crisi energetiche

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A prescindere dall’emergenza, non esiste in Italia, in condizioni di normalità, un’idea di sicurezza energetica e ambientale. Le risposte in rinnovabili, efficienza energetica e di sistema
LA COMMISSIONE UE: Con – 20 % di Co2 entro il 2020, l’Italia risparmierebbe 3 miliardi e 100 milioni di euro di combustibili importati dall’estero

“Non si può essere preparati all’emergenza se non si hanno piani per la ‘normalità’ e per il futuro: l’Italia non ha una strategia nè un piano energetico e ambientale in grado di gestire oggi e programmare domani le risorse energetiche. Bisogna puntare davvero, e non a parole, sull’efficienza energetica e di sistema, liberarsi dalla dipendenza dall’estero, decarbonizzare la produzione energetica: in altre parole, l’Italia non si è dotata finora di un piano per attuare l’unica risposta possibile e vantaggiosa, che consenta entro il 2050 di approvvigionarsi totalmente con le fonti energetiche rinnovabili, consumando meno energia ed eliminando gli sprechi (anche nei settori dell’edilizia residenziale e dei servizi), come dimostrato dallo studio del WWF Internazionale “Energy Report 2011”.
Così il WWF Italia interviene nel dibattito sulle difficoltà dell’approvvigionamento energetico.
L’OPPORTUNITA’ SUGGERITA DALL’UE. “La Commissione Europea – prosegue la nota – ha calcolato che attuando una riduzione del 20% delle emissioni di CO2 entro il 2020, il nostro Paese potrebbe risparmiare ben 3 miliardi e 100 milioni di Euro in importazioni di combustibili dall’estero (oltre a molti altri benefici economici)”.
LA VERA EMERGENZA: IL CLIMA. “L’Italia non ha neanche una strategia e un piano per l’adattamento ai cambiamenti climatici già in atto che, con l’aumentare degli eventi metereologici estremi, porrà a rischio molte attività economiche, in primis la produzione energetica e i trasporti.
L’emergenza gas (di cui pare l’Italia si sia accorta tardi, dal momento che si prevede che nei prossimi giorni calerà il picco di domanda nell’Europa centrale e settentrionale), ha riportato in auge un dibattito per lo più viziato dagli interessi di parte”.
L’ATTACCO AL RISULTATO REFERENDARIO. “Addirittura c’è chi ripropone il nucleare, dopo che il 94% degli italiani ha ribadito il proprio, nettissimo no in un referendum popolare di soli 8 mesi fa. C’è anche chi propone nuovi rigassificatori, non tenendo conto che il rigassificatore di Rovigo funziona a scartamento ridotto proprio a causa del maltempo”.
UN DIBATTITO STRUMENTALIZZATO. “Questi sterili tentativi di strumentalizzazione sono precisamente la causa della mancanza di una strategia, le lobby vogliono agire indisturbate, senza che nessuno calcoli di cosa davvero ha bisogno il Paese. Oggi l’Italia ha il doppio della capacità di produrre energia del massimo picco di domanda mai raggiunto; per i combustibili dipende dall’estero per il 90%, e quel 10% di produzione nazionale deriva proprio dalle fonti rinnovabili. Tutto il resto è fuffa”.