Lavoro: Monti apre ai partiti, la riforma accelera

0
343

Mario Monti è uscito oddisfatto dal lungo vertice di maggioranza che si è tenuto a Palazzo Giustiniani e ha aperto alle richieste dei partiti sulle modifiche alla riforma del mercato del lavoro.
Sull’articolo 18, dovrebbe arrivare una maggiore flessibilità a favore delle aziende per le assunzioni, bilanciata da una maggior flessibilità in favore dei lavoratori in uscita. La prima chiesta dal Popolo della libertà, la seconda dai Democratici. E’ scattato quindi il conto alla rovescia che vede un’accelerazione improvvisa verso le correzioni alla riforma. Tanto da far commentare a Palazzo Chigi: ” l governo e i leader delle forze politiche di maggioranza si sono impegnati per un iter di approvazione efficace e tempestivo per la riforma in Parlamento”. A convincere il premier ad ‘aprire’ alle modifiche è stato il pressing dei partiti di maggioranza. E probabilmente anche la continua ‘moral suasion’ del Quirinale che attende una ‘telefonata’ del presidente del Consiglio ed una sua salita al Colle per presentare il testo definitivo della riforma. Una telefonata che a questo punto potrebbe arrivare in giornata insieme al nuovo testo del ddl limato dal governo in base alle intese raggiunte la notte scorsa. A smuovere le acque il cosiddetto ‘lodo’ proposto dal segretario del Pd, Pier Luigi Bersani. Il quale ha messo sul piatto del premier la possibilità di un accordo politico con tutta la maggioranza. Individuando un punto di caduta, ”l’equilibrio” da ricercare per assicurare alla riforma del mercato del lavoro e alla modifica dell’articolo 18 dello statuto dei lavoratori, un cammino spedito in Parlamento e soprattutto senza ricadute cruente sul tessuto sociale del Paese. E cioè, l’accettazione della possibilità di reintegro anche nei casi di licenziamenti economici, come chiede il Pd, da compensare andando incontro ad alcune richieste del centrodestra sulla flessibilità in entrata. Un accordo che sembra accontentare anche il Terzo Polo, nella convinzione che una maggiore flessibilità nell’ingresso sul mercato del lavoro non pregiudicherebbe le tutele del lavoratore ma creerebbe più opportunita’ di impiego.