Europa divisa, appello alla Grecia per restare nell’euro

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La cena informale dei leader dell’Unione Europea si e’ chiusa la notte scorsa, dopo una discussione durata cinque ore e mezzo, con l’ennesima assicurazione sulla volonta’ che la Grecia resti nell’euro e con la presa d’atto che qualcosa sul tema degli eurobond “si muove”, per dirla con Mario Monti, nonostante resti ferma l’opposizione della Germania. “Vogliamo che la Grecia rimanga nell’eurozona, mentre rispetta gli impegni”, ha detto al termine della riunione il presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy, che, leggendo una breve dichiarazione, ha espresso l’auspicio che al voto del prossimo 17 giugno il nuovo governo “faccia la scelta” di un futuro piu’ prospero all’interno dell’area euro. Le parole di Van Rompuy a nome dei 27 sono arrivate dopo le indiscrezioni sull’ennesimo piano europeo per l’uscita di Atene dalla moneta unica, indiscrezioni che hanno fatto crollare ieri le borse, e che sono state smentite dalla Grecia. Su questo, il presidente dell’Eurogruppo e premier lussemburghese, Jean-Claude Juncker, ha chiarito: “Dobbiamo considerare tutti i tipi di eventi, ma la nostra ipotesi di lavoro e’ che restera'” nell’euro. Se il caso Grecia ha preso la parte finale della discussione, la maggior parte del dibattito e’ stata concentrata sulle misure per rilanciare la crescita, con l’accordo che al vertice di fine giugno siano formalizzate le decisioni sui project bond, la ricapitalizzazione della Bei e l’utilizzo dei fondi strutturali e con il braccio di ferro sugli eurobond. Argomento sul quale, ammette Van Rompuy, “ci vorra’ tempo” per conciliare le differenze tra i 27. “Il fatto che il tema” degli eurobond “sia chiaramente sul tavolo e abbia consensi da parte di Paesi che sono e che non sono nella zona euro, come la Gran Bretagna, significa che la cosa lentamente si muove e credo che questo determinera’ sia aspettative nei mercati che elaborazioni tecniche piu’ avanzate”, ha detto Monti in una conferenza stampa al termine della riunione. In questa prospettiva, il presidente del Consiglio europeo ha annunciato che “a giugno, in stretta cooperazione con il presidente della Commissione, il presidente dell’Eurogruppo ed il presidente della Bce, riferira’ sui principali elementi e sui metodi di lavoro per raggiungere questo obiettivo”. Ma su questo punto la posizione della Germania non si e’ mossa di un millimetro. “Sul tema c’e’ stato un dibattito diversificato ma molto equilibrato e con diversi punti di vista – ha detto la cancelliera Angela Merkel, convinta che le obbligazioni europee “non contribuiscono alla crescita” – Io ho spiegato la posizione tedesca ed il presidente francese Francois Hollande si e’ espresso come aveva annunciato”. Secondo la Merkel, “molti partecipanti” hanno manifestato i propri dubbi sull’efficacia di tassi di interesse unificati a livello dell’eurozona. Hollande, intanto, al suo debutto a Bruxelles, e’ riuscito ad incassare il risultato che il tema sia stato ampiamente dibattuto fra i leader, nella convinzione, condivisa con Monti, che la discussione di ieri non dovesse avere alcuna preclusione. Il presidente francese ha chiesto che “la prospettiva” degli eurobond “sia inserita” nell’agenda dell’Ue in vista del vertice di fine giugno. “Ho una concezione diversa” rispetto alla Merkel, che “non considera gli eurobond come un elemento di crescita ma come una prospettiva lontana di integrazione”, ha sottolineato Hollande, osservando come Berlino consideri le obbligazioni europee come “un obiettivo”, mentre Parigi “un punto di partenza”.