La pressione fiscale sulle imprese italiane e’ la piu’ alta d’Europa

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Non solo abbiamo una pressione fiscale sulle imprese che in percentuale sui profitti è pari al 68,6%, ma questo dato non ha eguali in tutta Europa e non è riscontrabile nemmeno tra i grandi paesi industriali extra Ue. Sono questi i risultati emersi da una elaborazione della CGIA di Mestre su dati della World Bank “Doing Business 2011″.
“Se, come giustamente dichiara il Presidente di Confindustria Squinzi, la pressione fiscale sulle imprese italiane è superiore al 68%, rispetto alla media Ue le nostre aziende registrano un carico di tasse e contributi pari a 24,4 punti in più. Comunque, niente a che vedere con i 39,4 punti che scontiamo in più rispetto alle aziende canadesi e i 31,3 nei confronti di quelle del Regno Unito. Rispetto alle aziende statunitensi, invece, il nostro maggior carico fiscale è di 21,8 punti, che scende a 20,4 quando ci confrontiamo con la media tedesca, per raggiungere i 20 punti quando il confronto è fatto con il dato medio che grava sulle aziende giapponesi”.
Per il 2012 la situazione rischia addirittura di peggiorare. “E’ vero – conclude Bortolussi – che è stata introdotta l’Ace ed è stato alleggerita l’Irap, ma con l’introduzione dell’Imu, il ritocco all’insù delle addizionali regionali Irpef, l’aumento delle accise sui carburanti e l’incremento dell’Iva, l’Italia rischia di ritrovarsi con un carico fiscale da mettere in ginocchio anche quei pochi imprenditori che non hanno ancora risentito della crisi”.