Lavoro giovani: fino a marzo se ne cercano il 26% in meno di un anno fa

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Le aziende italiane prevedono di assumere nel primo trimestre dell’anno poco meno di 140 mila lavoratori, e meno di 3 su 10 saranno giovani: si tratta di 38.600 posizioni, di cui poco più di 33 mila non stagionali, il 26% in meno di un anno fa. A soffrire maggiormente delle minori opportunità lavorative saranno i giovani del Mezzogiorno, in particolare della Puglia e della Sardegna, mentre più rassicuranti sono i dati dell’Emilia Romagna. La contrazione delle assunzioni previste deriva prevalentemente dalle minori prospettive nel commercio e nella ristorazione, ma le opportunità crescono per gli ingegneri e gli architetti, gli addetti all’informazione ed assistenza della clientela e gli operatori della cura estetica.
DATAGIOVANI analizza come di consueto le previsioni di assunzione per i giovani fino ai 29 anni nelleaziende italiane per il primo trimestre 2013, secondo l’indagine Unioncamere-Ministero del Lavoro.Oltre 13 mila opportunità lavorative in meno in un anno per gli Under 30. Le aziende italiane intendono assumere circa 38.600 giovani nel primo trimestre del 2013, il 26% in meno di quanto dichiaravano lo stesso periodo del 2012. Il dato è maggiormente negativo se si considera che per il complesso delle assunzioni (senza distinzione d’età) la flessione è del 9,4%: il risultato è che la quota di assunzioni riservate ai giovani è scesa dal 34% di un anno fa al 28%. E va peggio per le assunzioni non stagionali, quelle per cui dunque ci si aspetta, ferma restando la predilezione ad assumere con contratti a termine, un periodo di permanenza in azienda un po’ più lungo: la flessione sfiora il 28%.
Previsioni in picchiata nel Mezzogiorno, tiene solo l’Emilia Romagna. A soffrire maggiormente la situazione è, purtroppo, ancora una volta il Sud, che oltre a dover fare i conti con una disoccupazione giovanile già esplosa, non può che attendersi un peggioramento: qui la diminuzione delle previsioni sfiora il 40% (8 mila giovani richiesti, erano 13 mila nel primo trimestre 2012), ma si raggiunge il 55% in meno in Puglia o il -48% in Sardegna. L’unica regione a registrare un discreto trend di crescita (escludendo l’Umbria che per le ridotte dimensioni è più soggetta a “salti” percentuali) è l’Emilia Romagna, con il 4,7% di posti per Under 30 in più: non è un caso che ai primi posti della graduatoria provinciale per crescita delle opportunità si trovano Ravenna e Rimini.
Meno sbocchi nei settori abituali: commercio, ristorazione, finanziario-assicurativo. Il grosso delle minori opportunità lavorative per i giovani si concentra nelle pesanti flessioni del commercio, sia all’ingrosso che al dettaglio (-50% e -37% rispettivamente), nel comparto della ristorazione e del turismo (-35%) e nei servizi finanziari ed assicurativi (-21%), quelli che abitualmente attingevano maggiormente a figure giovani per coprire posizioni vacanti. Crescono invece le occasioni in ambito sanitario (+63%), nei servizi di trasporto e logistica (+28%), e nei servizi avanzati di supporto alle imprese (+18%).
Poche le professioni in crescita: ingegneri, assistenti ai clienti, operatori dell’estetica. Sono questi i gruppi professionali che hanno visto crescere maggiormente le previsioni di assunzione in un anno. A questi si aggiungono le professioni non qualificate nelle attività industriali ed i conduttori di mezzi di trasporto. La diminuzione delle richieste di giovani per coprire posizioni di camerieri, commessi, operai specializzati e impiegati amministrativi e finanziari – sottolineano i ricercatori di DATAGIOVANI – è però un segnale fortemente negativo in chiave prospettica, dato che queste sono state le professioni che, anche nella crisi, avevano resistito e fornito validi sbocchi, seppure non a lungo termine, a chi si affacciava magari per la prima volta sul mercato del lavoro.