Scadenze fiscali affollate, a luglio la Tarsu porta con se Irpef, Iva e Irap

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Nonostante il nuovo Governo, restano ferme le tasse imposte da quello tecnico. In particolare, nessun cambiamento di data verrà apportato alla prima rata della Tares, la tassa sui rifiuti che andrà a sostituire, dal prossimo luglio, la Tarsu e Tia. Lo ha annunciato il Governo Monti che, per ragioni esclusivamente adducibili alle elezioni, ha deciso lo scorso gennaio di posticipare il pagamento dell’imposta alla prossima estate. Con buona pace delle tasche degli italiani che, in questo modo, dovranno affrontare nello stesso periodo, un notevole accumulo di scadenze fiscali: aumento Iva dal 21% al 22% a luglio, acconto Irpef (anche per gli autonomi) e Ires a giugno, saldo Tares a dicembre insieme a Imu, secondo acconto Irpef e Ires e conguaglio Irpef per i dipendenti. La Tares è stata introdotta dal Decreto Salva Italia e prevede che i Comuni comprino tutte le spese relative al servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti esclusivamente con questa entrata tributaria. Fine dei contributi statali in materia. La notizia positiva è che, per chi ha già provveduto a passare alla Tia, questo principio è già stato rispettato. Pertanto, la Tarsu non dovrebbe avere un peso maggiore sulle tasche dei cittadini. Peccato, però, che il 75% delle amministrazioni locali italiane siano ancora soggette alla Tarsu i cui parametri sono del tutto diversi. Col passaggio alla nuova tassa, verranno applicati gli indici di produttività dei rifiuti prodotti per quanto concerne immobili ad uso non abitativo, mentre per le abitazioni il calcolo dovrà tenere conto del numero degli occupanti dello stabile. Si faccia particolare attenzione a chi dovrà pagare la tassa in caso di cessione temporanea dell’immobile: sia che lo si affitti in per un periodo non superiore ai sei mesi e sia per periodi stagionali, sarà sempre il proprietario a dover sostenere la spesa. A tutto ciò si aggiungeranno anche gli aumenti previsti per la copertura dei cosiddetti servizi indivisibili (manutenzione stradale, illuminazione e sicurezza) che, dovendo essere coperti finanziariamente dalle entrate comunali, faranno lievitare la Tarsu di altri 30 centesimi al metro quadrato fino ad un massimo di 40.

C.M.