Bonus mobili: ecco gli interventi da fare per ottenere gli sconti

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Con le opere di ristrutturazione della propria abitazione ora si potranno avere sconti anche sui mobili che si acquistano per arredarla. Questo è uno dei nuovi vantaggi previsti dal decreto legge 636/2013 emanato nei giorni scorsi dal Governo e volto a incentivare questo tipo di opere a risparmio energetico. I tempi sono un po’ stretti: potranno beneficiare degli incentivi solo quei soggetti che hanno effettuato i lavori a partire dal 6 giugno o che, comunque, a quella data non li abbiano ancora terminati, fino al 31 dicembre sempre di quest’anno. Per quelli che, invece, avranno effettuato la ristrutturazione prima del 6 giugno, faranno fede i bonifici qualora siano stati fatti, appunto, dopo tale data.
Insomma, le modalità di pagamento da seguire saranno le stesse di quelle delle ristrutturazioni edilizie tanto che il bonifico (bancario o postale anche online) dovrà contenere la causale del versamento, il codice fiscale del beneficiario dell’agevolazione (che dovrà essere necessariamente la stessa persona che usufruisce del bonus), la partita iva o il codice fiscale dell’impresa a cui è destinato il pagamento.
Il bonus è del 50% Irpef su un massimo di 10mila euro di spese sostenute e una detrazione che non potrà superare i 5mila euro da ripartire in 10 rate da 500 euro sulla dichiarazione dei redditi.
Son esclusi dagli incentivi le parti comuni degli edifici, la manutenzione ordinaria delle singole unità locali, la realizzazione di autorimesse o posti auto, gli elettrodomestici di classe A+, le tv e i computer.
Lo sconto scatta, invece, per tutta una serie di interventi, anche minimi, che possono contribuire a migliorare le prestazioni dell’abitazione:
– manutenzione straordinaria, restauro e risanamento conservativo;
– ristrutturazione edilizia;
– opere di abbattimento delle barriere architettoniche;
– opere di cablatura degli edifici;
– opere di contenimento dell’inquinamento acustico (es: nuovi infissi);
– opere di risparmio energetico;
– opere volte alla sicurezza statica e antisismica o per la messa a norma dell’edificio;
– opere volte a migliorare la sicurezza domestica (es.: corrimano);
– opere volte a proteggere l’abitazioni da intrusioni terze (es.: cancelli o recinti, grate alle finestre, porte blindate, serrature, lucchetti, catenacci, spioncini, istallazione di allarmi antifurto o anti -intrusione, saracinesche, tapparelle meccaniche, vetri antisfondamento, casseforti a muro, , fotocamere).

C.M.