Imu e comodato d’uso gratuito: ecco come alleggerire il carico fiscale

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E’ considerata “seconda casa” anche quella in comodato d’uso gratuito e, di conseguenza, va pagata l’Imu. Dal momento in cui ha preso piede la nuova imposta sulle abitazioni, infatti, la regola Ici secondo cui l’abitazione in comodato, essendo considerata assimilata all’edificio principale, poteva godere dei vantaggi della prima abitazione, viene meno. In questo modo, chi ha deciso di cedere l’immobile ad in parente o ad un figlio, si troverà a dover pagare l’odiata tassa due volte. Ed entrambe le volte come seconda casa a cui sono destinate le aliquote più alte.
Ciò finchè l’amministrazione comunale non decida diversamente. Leggendo il testo della norma, infatti, “a tali abitazioni si applica dunque (secondo la disciplina di base dell’IMU) l’aliquota pari allo 0,76% e non è prevista alcuna detrazione. I Comuni potrebbero decidere trattamenti agevolati, che in ogni caso non potranno prevedere alcuna “assimilazione” come era avvenuto con l’ICI, entro il termine di legge, che per il 2012 è fissato al 30 settembre 2012, e la stessa disciplina di base potrebbe essere modificata dal Governo entro il 10 dicembre 2012″.
In attesa di eventuali delibere comunali, però ci sono alcuni piccoli escamotage che permettono di alleggerire il peso dell’imposta. Quello principale è sicuramente di concedere al parente o al figlio il diritto reale di godimento sul fabbricato. Si tratta, in pratica di una dichiarazione fatta alla presenza di un notaio, attraverso cui si cedono al soggetto che gode dell’immobile tutti i diritti di abitazione dello stesso. L’aspetto positivo sarà quello di cedere, insieme ai vantaggi del riacquisito status di “prima casa”, anche il conseguente carico fiscale. Con il comodato d’uso, infatti, sarà sempre il titolare dell’edificio a dover pagare le imposte e, quindi l’Imu. Cedendo il diritto di abitazione, le tasse andranno a carico del nuovo titolare.
Nonostante si tratti di un passaggio che comporta i soliti costi notarili, permette in ogni caso di ridurre l’aliquota dovuta da seconda a prima casa. Un vantaggio che, in vista anche dell’introduzione della Tarsu prevista in coincidenza con il pagamento dell’Imu e di altre imposte, potrebbe aiutare alcune famiglie a sostenere il peso fiscale.

C.M.