Stop al Redditometro, il Garante della Privacy indaga sulla costruzione degli identikit degli evasori

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Il Garante della Privacy stoppa le lettere di contradditorio dell’Agenzia delle Entrate. Il collegio dell’Authority ha avviato l’istruttoria per verificare le modalità con cui sono stati individuati i potenziali evasori e, di conseguenza, sono state calcolate le relative spese sostenute.
Oltre a ciò, l’altra questione che il Garante sta cercando di risolvere è di verificare se i dati presenti all’interno della banca dati dell’Anagrafe tributaria siano o meno congrui e, quindi, di qualità non essendoci un metodo standard di raccolta e classificazione degli stessi. Un elemento di non poco conto se si considera che anche la Commissione di Vigilanza sulla stessa Anagrafe ha sottilineato il problema. Tutto ciò metterebbe in discussione anche la circolare dell’Agenzia dell’Entrate n.24/2013 dove si dichiara che i contribuenti sottoposti a verifica e contraddittorio sarebbero stati selezionati esclusivamente sulla base di “elementi certi” ovvero proprio quei dati scaturiti dalle dichiarazioni dei redditi e presenti proprio all’Anagrafe.
Ricordiamo che già altre sentenze di diverse Commissioni tributarie(si legga https://www.negozioterminus.it/2013/02/22/il-redditometro-viola-il-diritto-di-privacy-sentenza-storica-del-tribunale-di-napoli/ , https://www.negozioterminus.it/2013/04/11/il-redditometro-e-un-abuso-di-diritto-lo-sentenziano-i-giudici-di-torino/) avevano dichiarato lo strumento di verifica illegittimo perchè non solo violava la privacy dei contribuenti ma si basava anche su medie Istat che potevano non corrispondere, poi, alla realtà.
Per avere una risposta definitiva dal Garante, in ogni caso, si dovrà aspettare almeno fino alla metà di ottobre, data in cui si deciderà se dare o meno il via libera alle lettere di richiesta di contradditorio.