Tasi Tari, Iuc 2014, le scadenze e le delibere dei comuni italiani

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Il 10 settembre scorso è scaduto il termine ultimo per i Comuni, che ancora non avevano deliberato, per decidere l’entità delle aliquote TASI 2014 e delle eventuali detrazioni. Complessivamente, i Comuni che tra maggio e settembre hanno deciso le aliquote per TASI, TARI e IMU sono stati oltre 7.400, pari al 92% del totale nazionale. Per i Comuni che non hanno fatto in tempo ad approvare le delibere, la legge impone di applicare un’aliquota base dell’1 permille.
L’Imposta Unica Comunale (IUC), introdotta dal 1°gennaio 2014, si compone di tre elementi: l’IMU, dovuta dal possessore di immobili, escluse le abitazioni principali, e di una componente riferita ai servizi, che si articola nel tributo per i servizi indivisibili (TASI), a carico sia del possessore che dell’utilizzatore dell’immobile, e nella tassa sui rifiuti (TARI), destinata a finanziare i costi del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti, a carico dell’utilizzatore.

IMU
Per l’IMU, passata la scadenza del 16 giugno per il pagamento della prima rata (pari al 50% di quanto dovuto per il 2014, determinato applicando aliquote e detraz ioni stabilite per il 2013), il prossimo appuntamento è previsto per il 16 dicembre , con il pagamento del saldo dell’imposta, da determinarsi sulla base di quanto deciso dai Comuni per il 2014.

TASI
TASI Se il Comune non ha inviato deliberazioni TASI al Dipartimento delle Finanze entro il 23 maggio (per la pubblicazione sul sito delle Finanze entro il successivo 31 maggio) , il versamento della prima rata del tributo deve essere effettuato entro il 16 ottobre . I Comuni avrebbero dovuto inviare le delibere alle Finanze entro il 10 settembre , per la pubblicazione delle stesse entro il 18 settembre sul sito delle Finanze. Nel caso in cui il Comune non avesse inviato le delibere TASI entro il 10 settembre, l’imposta è dovuta applicando l’aliquota di base pari all’1 per mille e dovrà essere versata in un’unica soluzione entro il 16 dicembre .

TARI
Per la TARI (la nuova tassa sui rifiuti) la legge prevede che sia ogni singolo Com une a stabilire le relative scadenze, “prevedendo di norma almeno due rate a scadenza semestrale e in modo anche differenziato con riferimento alla T ASI ”.

Le Aliquiote
L’abitazione principale
L’aliquota base è pari all’uno per mille, mentre l’aliquota massima per quest’anno non può superare il 2,5 per mille. I Comuni possono modificare le soglie entro questi due limiti, ma hanno anche il potere di aumentare l’aliquota massima, a patto che rispettino due condizioni: l’incremento non deve eccedere lo 0,8 per mille (quindi il vero limite per l’aliquota è il 3,3 per mille) e l’amministrazione ha l’obbligo d’impiegare il gettito aggiuntivo per finanziare le detrazioni sull’abitazione principale e le sue pertinenze.

Altri immobili
Per gli immobili diversi dall’abitazione principale, l’aliquota Tasi è agganciata a quella dell’Imu. La somma delle due aliquote, infatti, non può superare il 10,6 per mille, che corrisponde all’aliquota massima dell’imposta municipale unica. Di conseguenza, nei Comuni in cui l’amministrazione ha spinto l’Imu al livello più alto possibile, non si paga un euro di tassa sui servizi. D’altra parte, se l’aliquota Imu è stabilita al 10,2 per mille, quella della Tasi non può superare lo 0,4 per mille. Anche per gli immobili diversi dall’abitazione principale, tuttavia, vale la regola dell’incremento massimo pari allo 0,8 per mille: i Comuni potranno imporlo (alzando il tetto della somma di Imu e Tasi all’11,4 per mille), ma sempre a patto di destinare il gettito in più alle agevolazioni.

Le detrazioni
Sulle detrazioni, come sulle aliquote, non esistono regole generali, le decisioni in merito spettano ai singoli Comuni, che hanno la facoltà di prevederle o meno. L’unico obbligo scatta per le amministrazioni che hanno deliberato di alzare le aliquote fino all’incremento massimo dello 0,8 per mille (vedi paragrafo precedente). Le detrazioni possono dipendere da vari fattori: rendita catastale (come a Roma, Milano, Torino e Firenze), presenza e numero di figli (come a Pisa e a Bergamo), reddito, numero degli occupanti, metri quadri, quartiere o altro ancora.

Sul portale del Dipartimento delle Finanze è possibile accedere agli elenchi generali regione per regione anno 2014 dei singoli Comuni