Fabbricati rurali, in arrivo una pioggia di lettere dall’Agenzia delle Entrate

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Sono in arrivo una pioggia di lettere dall’Agenzia delle entrate ai possessori di 15.690 terreni agricoli sui quali il catasto ipotizza ci sia (ancora) un fabbricato rurale. Si va dal capanno degli attrezzi, al pollaio, all’alpeggio. Le ipotesi sono due: se il fabbricato è crollato, è stato abbattuto o è ormai un rudere, basterà regolarizzare la propria posizione. Se il fabbricato esiste, va accatastato, pagando la relativa sanzione, che va da 1.032 a 8.264 euro. Se i proprietari aderiscono entro ottobre all’«avviso bonario» dell’Agenzia, la sanzione scende a 172 euro, appena un sesto del minimo previsto.

 

«A inizio anno a noi risultavano 25.441 fabbricati rurali non accatastati – dice Maria Letizia Schillaci, direttrice dell’Agenzia delle entrate di Aosta – ma 9.751 posizioni sono state chiarite in questi mesi. Il nostro obiettivo è arrivare a un’informazione capillare a tutti gli utenti per regolarizzare il maggior numero possibile di posizioni. Abbiamo già incontrato i Comuni in una riunione al Celva e gli Ordini professionali». La prima verifica è avvenuta da gennaio «a tavolino», depennando grazie alle informazioni fornite dai contribuenti i fabbricati non più esistenti o quelli che nel frattempo sono stati accatastati. «Quindicimila risultano ancora irregolari» avvisa l’Agenzia delle entrate.

 

Le lettere con l’«avviso bonario» arriveranno da Roma; fino al 1999 il catasto terreni comprendeva anche i fabbricati rurali; la regolarizzazione era prevista entro il 30 novembre 2012, ma il grande numero – oltre un milione di casi in tutta Italia – ha dilatato i tempi nella regolarizzazione delle posizioni.

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