Addio badge, un microchip nella mano lo sostituirà

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Di Massimo Dalla Torre
Non sappiamo se il “new badge” farà gioco ai furbetti del cartellino, crediamo no, perché, prima che venga introdotto nella P.A. Italiana, proverbialmente lenta anche se recettiva alle innovazioni soprattutto tecnologiche, a breve entrerà sui luoghi di lavoro tanto da essere impiantato grazie ad un microchip nella mano. Sistema che potrà essere usato anche per acquistare cibo e bevande nei punti ristoro dell’azienda, qualora quest’ultima offra la possibilità ai propri dipendenti di poter fruire di tali servizi. Innovazione che, a quanto pare, si appresta a divenire realtà in un’azienda del Wisconsin, la Three Market Square, che sarà la prima impresa negli Stati Uniti a proporre l’utilizzo di impianti grandi come un chicco di riso. A sperimentare la cosiddetta “mano interattiva” almeno per ora, saranno cinquanta dipendenti che hanno accettato di diventare lavoratori-cyborg proprio come il personaggio di Terminator, con una variante, non saranno macchine distruttrici. Il chip, come spiegano i media targati USA, costa circa 300 dollari e permetterà al singolo dipendente di trasformarsi in uno ‘strumento multitasking’ ossia sarà possibile entrare in azienda senza utilizzare il badge, si potranno aprire porte avvicinando la mano ai sensori, si potrà interagire con i computer e finanche acquistare cibo e bevande come se si utilizzasse una carta di credito contactless.

La rivoluzione, partirà dal prossimo 1° agosto e coinvolgerà solo i dipendenti che volontariamente aderiranno. Nessuno, quindi, è obbligato fanno sapere dell’azienda statunitense. Il chip sarà inserito tra il pollice e l’indice della mano con un intervento di ”pochi secondi” in un ‘chip party’ che la compagnia organizzerà nel proprio quartier generale di River Falls. Piena soddisfazione è stata espressa dal Ceo della compagnia Todd Westby, che vede un futuro sempre più ‘chipped’: Questa tecnologia, quando sarà standardizzata, potrà essere usata anche come passaporto, biglietto per i trasporti pubblici, acquisti di ogni tipo. Ci aspettiamo che l’uso della tecnologia RFID – che sfrutta campi elettromagnetici per decodificare informazioni archiviate – diventi utile in tutto: dagli acquisti negli spazi ristoro, all’apertura delle porte, dall’uso delle fotocopiatrici, all’accesso ai computer, dallo sblocco dei cellulari, alla condivisione di biglietti da visita fino all’archiviazione di informazioni medico-sanitarie e alle operazioni di pagamento presso altri terminali RFID”. Si tratta certamente di un ulteriore balzo nel futuro, visto gli obiettivi che si sono prefigurati. I quali, sicuramente contrasteranno tra l’altro, chi considera, il luogo di lavoro non un missio ma un hobby e se i presupposti sono tali: addio shopping, palestre, visite ai mercatini e quant’altro rientra “nel dolce far nulla, gabbando i controlli, nell’orario di lavoro”.

Anche se nel nostro Paese siamo sicuri che il detto “fatta la legge, trovato l’inganno” supererà ogni forma di robottizzazione che se applicata permetterà la piena efficienza nel complesso mondo della burocrazia, quella contraddistinta da giacca e cravatta.

 

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