Cassazione/ illegale vendere prodotti derivati dalla coltivazione della cannabis

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FOTO DI REPERTORIO (Foto LaPresse/ Claudio Furlan)

Le Sezioni Unite della Corte di Cassazione, con una sentenza hanno stabilito che vendere prodotti derivati dalla coltivazione della cannabis», come l’olio, le foglie, le inflorescenze e la resina, è illegale. Per i supremi giudici, la cessione, a qualunque titolo, è contraria alla legge. Nella sentenza viene sottolineato però che la vendita dei derivati è un reato «salvo che tali prodotti siano privi di efficacia drogante». La valutazione dovrà essere fatta caso per caso dai giudici di merito, che dovranno stabilire se disporre o meno il sequestro delle sostanze.


La decisione arriva dalle sezioni unite penali della Suprema corte e comporta lo stop alla vendita dei sottoprodotti della canapa. La decisione nasce dal ricorso presentato da un pm di Ancona che si opponeva alla revoca del sequestro dei prodotti di un negozio.

Dopo la sentenza, sono arrivate le reazioni del mondo politico. Esprime soddisfazione per la decisione della Cassazione il ministro dell’Interno, Matteo Salvini: «Siamo contro qualsiasi tipo di droga, senza se e senza ma, e a favore del divertimento sano».


Concorde anche il ministro per la Famiglia, Lorenzo Fontana, che legge il verdetto come una «conferma delle preoccupazioni che abbiamo sempre manifestato in relazione alla vendita di questo tipo di prodotti e la bontà delle posizioni espresse e delle scelte da noi adottate fino ad oggi».


Annagrazia Calabria di FI: «Non si possono tollerare zone d’ombra che in qualche modo legittimino la subcultura dello sballo».

E favorevole alla chiusura delle attività anche la presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni: «Fratelli d’Italia chiede al Governo di dare seguito a questa sentenza e chiudere immediatamente i cannabis shop».

Invece i Radicali italiani osservano che “la legge 242/2016 che consente la coltivazione di canapa industriale, con il limite di thc allo 0,2%, non vieta espressamente la vendita di infiorescenze” e “in uno Stato di diritto, ciò che non è espressamente vietato dalla legge è lecito”.

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