Vino/ Aspettando il 2021, l’anno del grande rilancio

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un vitigno del Chianti

Uno degli aspetti ‘eclatanti’ dei danni conseguenti all’epidemia di coronavirus è dato dalla cancellazione di grandi eventi, nazionali ed internazionali; il settore enoico non sfugge a questa tendenza, naturalmente più che giustificata dal rischio reale di contagio.
I grandi eventi internazionali e territoriali legati al vino, quindi, continuano ad essere cancellati, come è ovvio che sia. L’emergenza Covid è planetaria e la pandemia sarà risolta davvero solo quando lo sarà a livello globale, quindi in tempi presumibilmente molto lunghi. Sarà bene considerare che per tutti, non escluso il settore enoico, il 2020 dovrà essere considerato un anno“sabbatico” fino alla fine.
Non si potrà fare diversamente, perché il danno è già enorme e fino alla fine della pandemia, pur considerando tutte le misure economiche di ristoro e conforto ed i grandi interventi che tutti i Paesi stanno mettendo in campo, si trasformerà inevitabilmente in cali di fatturato, produzioni limitate, limitazioni alla logistica ed alle vendite e via discorrendo.
Quando tutto questo sarà passato si potrà pensare ad un 2021, auspicabilmente, di grande rilancio.