Coronavirus, le regole per chi vuole ‘anticipare’ la fase 2

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FOTO DI REPERTORIO

La pressione di alcune Regioni per un’immediata riapertura delle attività sta favorendo il ragionamento sulla regionalizzazione delle misure restrittive, fermi restando i caposaldo del distanziamento sociale e della dotazione di dispositivi di protezione.
Le Regioni che vogliono partire prima dell’inizio della fase 2 dovranno garantire di avere a disposizione ospedali Covid e luoghi dove tenere in quarantena i positivi. Questa la condizione posta dal governo per sbloccare il 27 aprile le aziende del settore auto, edile e moda. Altrimenti le riaperture cominceranno dalla settimana successiva. Saranno scaglionate in base alle tabelle dell’Inail che misurano il rischio per i lavoratori.
Negozi e aziende, si legge sul Corriere della Sera, avranno l’obbligo di autocertificarsi per dimostrare di essere in regola con le nuove norme per il contenimento del contagio da coronavirus. Poi scatteranno i controlli e chi non si sarà adeguato rischia la sospensione della licenza o la chiusura.
Diverso è il discorso per i bar e i ristoranti, dove la riapertura appare ancora lontana rispetto all’inizio della fase 2. Più articolato infine il piano per il trasporto pubblico, che dovrà tenere conto delle esigenze delle Regioni e soprattutto dei Comuni più grandi. Su autobus e metropolitane i passeggeri potranno stare soltanto seduti e comunque mantenendo la distanza, dunque su posti alternati rendendo inevitabilmente ridotta la capienza.