Gli atleti degli sport individuali riprendono ad allenarsi

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La pandemia da Covid-19 ha causato l’annullamento delle manifestazioni sportive in Italia e nel mondo, a partire dalle Olimpiadi di Tokyo di quest’estate, e costretto gli atleti a rivedere le proprie abitudini professionali e di vita. Queste misure restrittive sono in parte mitigate dal dpcm del 26 aprile scorso, in cui vengono riconosciute, dal 4 maggio, parziali aperture agli atleti degli sport individuali. Per quelli di squadra se ne riparlerà il 18 maggio. Restano chiuse palestre, centri sportivi, piscine, centri natatori, centri benessere. Sospesi eventi e competizioni.

Riprendono gli allenamenti degli sport individuali. Dal 4 maggio è consentito svolgere a livello individuale, oppure con un accompagnatore, per i minori e per le persone non del tutto autosufficienti, attività sportive o motorie, nel rispetto delle distanze di sicurezza, due metri per lo sport, un metro per ogni altra attività. Possono ricominciare ad allenarsi gli atleti delle discipline individuali riconosciuti di interesse nazionale dal Coni, dal Comitato italiano paralimpico (Cip) e dalle rispettive federazioni, impegnati a prepararsi per le Olimpiadi, le Paralimpiadi o altre manifestazioni nazionali o internazionali. Gli allenamenti sono ammessi senza alcun assembramento e a porte chiuse.

Lo sport formidabile strumento di ripresa psicofisica per gli infortunati sul lavoro. L’Istituto ha sempre visto nello sport uno straordinario strumento di riabilitazione e di ripresa psicofisica delle persone con disabilità da lavoro. Si deve a una grande medico dell’Inail, Antonio Maglio, pioniere della sport-terapia in Europa, l’invenzione del movimento paralimpico e delle prime Paralimpiadi della storia a Roma nel 1960. La collaborazione pluriennale tra l’Inail e il Comitato italiano paralimpico (Cip) ha permesso, nel corso del tempo, di avviare alla pratica sportiva molti assistiti che nell’attività motoria hanno trovato risorse e motivazioni per ricominciare. Significativa e preziosa l’esperienza di Claudio De Vivo, tra i protagonisti delle “Belle storie”, la campagna di storytelling che racconta, attraverso videonarrazioni, le vicende di reinserimento degli assistiti Inail.

Dall’infortunio al primato nei 1.500 metri. Claudio De Vivo, all’età di 29 anni, a causa di un infortunio sul lavoro, ha subìto l’amputazione della gamba sinistra. A distanza di oltre dieci anni dall’incidente, avvenuto nel 2008, Claudio, oggi, è un campione paralimpico primatista di atletica leggera nei 1.500 metri. Attraverso la direzione regionale Inail della Campania, il corridore di Somma vesuviana ha conosciuto il centro protesi di Vigorso di Budrio dove, dopo un periodo di riabilitazione, ha ricevuto le prime protesi sportive.

“Adesso sogno Tokyo 2021 e per questo devo allenarmi ancora di più”. In un’intervista rilasciata al Portale Inail, il corridore ha raccontato come sta vivendo questo difficile momento: “Seguo un programma preparato dal mio allenatore di sempre e mio grande amico, Mimmo Picardi. Ovviamente non esco e faccio esercizi sulle scale di casa, mi alleno nel mio giardino e faccio piegamenti, addominali, flessioni. Due anni fa sognavo Tokyo e continuo a sognarlo. Prima era Tokyo 2020 adesso sarà il 2021, ho un altro anno per dimostrare il meglio di me e per questo devo allenarmi ancora di più”.