Agricoltura/ Compag: Grano duro e mais, due filiere a confronto

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In occasione del Convegno Nazionale Compag, svoltosi in streaming lo scorso 12 novembre, il Segretario del Comitato Cereali e Stoccaggi di Compag, Edoardo Musarò, ha fornito un’interessante panoramica su due mondi distinti che solo di recente si sta cercando di mettere sullo stesso piano, dato il loro ruolo strategico per il nostro sistema agro-alimentare: la filiera del grano duro e quella del mais. La Federazione Nazionale delle Rivendite Agrarie dal 2019 ha esteso la portata dei suoi interventi anche allo stoccaggio di cereali, divenendo l’associazione di riferimento a livello nazionale anche per i centri di stoccaggio, e aumentandone la rappresentanza presso il Ministero delle Politiche Agricole e a livello europeo attraverso Coceral, l’associazione europea del commercio di cereali e semi oleosi con sede a Bruxelles.

Tra le novità che hanno interessato entrambe le filiere ci sono stati i fondi istituiti dal MIPAAF, con notevoli risorse stanziate sia per la filiera del grano duro (10 milioni di Euro per il trienni 2020-22 a cui si aggiungono 10 milioni residui di stanziamento relativi all’esercizio finanziario 2019) sia per la filiera del mais, soia e legumi (con 9,5 milioni di Euro per il 2020 e 10,5 per il 2021). Tra gli obiettivi dichiarati vi è quello di favorire lo sviluppo e gli investimenti delle filiere stesse, nonché gli investimenti per la tracciabilità e la certificazione, la valorizzazione dei contratti di filiera, l’aggregazione dei produttori e dell’intera filiera produttiva, e l’aumento della qualità e dell’utilizzo di sementi certificate. Istituendo misure simili, sono emerse anche le evidenti differenze tra le due filiere: mentre quella del grano duro può contare su un sistema già collaudato da diversi anni, un Fondo Ministeriale già istituito nel 2016 e industrie di trasformazione attive da oltre 10 anni con contratti di filiera, per la filiera del mais-soia-legumi si tratta di un sistema nuovo, istituito per la prima volta, nel quale le industrie di trasformazione sono ancora poco attive con contratti di filiera. Di conseguenza, la prima risulta più organizzata e strutturata (opera in modo coordinato fino al trasformatore), mentre la seconda soffre di una mancanza di coordinamento, che ha portato il Mipaaf ad accettare come contratti di filiera quelli tra impresa agricola e impresa di commercializzazione e stoccaggio, senza la necessità di avere la copertura dell’industria.

In questo contesto – afferma Musarò – Compag è stata molto presente, fornendo incessantemente informazioni e assistenza agli associati e, in generale, all’intero settore, inviando informative tramite newsletter, fornendo supporto dedicato a specifiche richieste, organizzando incontri di formazione nella forma di webinar e predisponendo dei modelli di contratto ai fini di richiedere il contributo. Indipendentemente dai contributi pubblici, e come avvenuto nel settore del grano duro, il ruolo e gli investimenti dell’industria di trasformazione e l’utilizzo dei contratti di filiera di secondo livello negli anni si sono rilevati cruciali per “creare una cultura di filiera” consentendo di programmare la produzione, la gestione della merce e l’approvvigionamento; programmare investimenti strutturali; innalzare i livelli qualitativi; migliorare le tecniche di produzione, gestione e conservazione e ottenere premialità in funzione della qualità e di alcune pratiche di gestione. E’ necessario che questo sistema inizi a diventare sempre più strutturato anche per il mais. 

A sottolineare la maggiore partecipazione nella filiera grano duro, vi è l’impegnativo progetto svolto in collaborazione con l’Università della Tuscia relativo a grano duro e pasta di alta qualità volto a incentivare l’agricoltura virtuosa con premi legati agli standard qualitativi, censire i centri di stoccaggio idonei alla conservazione del grano duro di qualità e stimolare formazione, ricerca e innovazione nella filiera. Firmato da Alleanza delle Cooperative Agroalimentari, Assosementi, Cia-Agricoltori Italiani, COMPAG, Confagricoltura, Copagri – Confederazione Produttori Agricoli e ITALMOPA – Associazione Industriali Mugnai d’Italia e i pastai di Unione Italiana Food, il protocollo d’intesa vuole essere una risposta concreta, volontaria e “di squadra” alle criticità che ostacolano la crescita del settore e per avere una filiera grano duro-pasta di qualità, unita e pronta a migliorarsi senza lasciare nessuno indietro. Oltre all’attivazione della piattaforma granoduropasta.unitus.it (che consente di conoscere in tempo reale l’andamento quali-quantitativo della campagna e dei conferimenti provenienti da più di 40 centri di stoccaggio in tutta Italia), il progetto ha portato all’utilizzo di sistemi innovativi per la rilevazione e la caratterizzazione della qualità (consentendo di distinguere tra grano di qualità e di alta qualità in base a soglie che vengono determinate annualmente). Qui Compag svolge un ruolo importantissimo di rappresentazione dei centri di stoccaggio e loro coinvolgimento nelle attività. Tra gli obiettivi per il periodo 2020-21, vi sono l’ampliamento della rete di centri di stoccaggio, la taratura delle macchine di analisi, la definizione di forme di incentivo per i centri di stoccaggio che aderiscono alla rete e la trasmissione dei dati di analisi come sistema certificato.