Ristorazione/ Levata di scudi contro le misure restrittive governative per il fine anno

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FOTO DI REPERTORIO

Sarà un fine anno difficile e triste, quello della ristorazione italiana, che vedeva in questo periodo un minimo di ripresa ma che, con le norme anti Covid previste nel Dpcm, difficilmente troverà ristoro adeguato e rischia al contrario altre perdite. Gli operatori insistono sul fatto che non esistano studi scientifici atti a dimostrare che i ristoranti siano luoghi di contagio. L’dea di imporre un coprifuoco generalizzato alle ore 22 per tutte le feste natalizie, con lo stop a bar e ristoranti alle ore 18 il 25 e 31 dicembre a loro dire non avrebbe giustificazione. Dicembre da solo vale 7,9 miliardi di euro, praticamente il 20% dei fatturati di un anno. Per compensare le perdite al si deve dare ristoro al 100%, basandosi sui fatturati di dicembre 2019.
Intanto, è stato prorogato al 15 dicembre il termine per le domande per il “Bonus Ristorazione”, meno utilizzato di quanto sperato, con oltre la metà dei 600 milioni stanziati rimessa a bilancio per il 2021.
Il quadro vede in enorme sofferenza anche tante piccole cantine che di ristorazione vivono: secondo i dati di TradeLab, per Federvini, il giro d’affari enoico nel fuori casa nel 2020 perderà il -40%, con un vero e proprio tracollo a dicembre, dove si sfiorerà il -90%.