Usa, il Paese invecchia ma il mondo del vino premium non interessa ai giovani

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Negli Stati Uniti il mondo del vino non conquista le giovani generazioni; è una delle risultanze dello studio “State of the US Wine Industry 2021” curato da Rob McMillan, fondatore della Silicon Valley Bank Wine Division. Mentre l’età media dei bevitori di vino continuava a salire, il mondo del vino ha perso a più riprese l’opportunità di crescere tra i consumatori più giovani, che hanno valori diversi, sono più attenti alla salute, un reddito e una ricchezza inferiori, e persino radici etniche diverse rispetto alle generazioni precedenti. I baby boomer, con il 70% del reddito disponibile e oltre il 50% della ricchezza degli Stati Uniti, sono ancora oggi i maggiori consumatori di vino.
La Generazione X, invece, ha vissuto le due espansioni economiche più lunghe nella storia degli Stati Uniti, è ancora nel pieno del suo potere d’acquisto, guidando i consumi di diverse categorie, compreso il vino, senza poter vantare più, però, il più alto tasso di crescita dei consumi, che nel 2021 sarà appannaggio dei Milliennials.
Tra nove anni, l’ultimo boomer supererà i 66 anni, e avrà diritto a tutti i benefici della previdenza sociale. Mentre i Millennnials si dimostrano sempre più competitivi con la Generazione X nelle quote di consumo di vino a basso prezzo ma fino alla pandemia non avevano fatto alcun passo evidente sul fronte di consumi di vino premium, continuando a rappresentare una quota di mercato del 17%.