Archeologia/ Il 7 Giugno partenza scavi a Ferentino!

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FOTO DI REPERTORIO

Chiara Delpino (finzionaria Soprintenenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio di Frosinone, Latina, Rieti) : “Il 7 Giugno partenza dei primi lavori per il restauro del Teatro Romano di Ferentino”.  Nella città – laboratorio della rinascenza scavi archeologici con risultati sorprendenti e restauro del Teatro Romano. Progetto finanziato con 1.500.000 euro e presentato dinanzi alla stampa internazionale proprio nel Teatro Romano. Ferentino è testimonianza del come in un borgo italiano si possano trovare testimonianze di epoche, dominazioni, scuole diverse: Grangia Cistercense, Mercato Romano, Cripta di Santa Lucia, Teatro Romano, la splendida Cattedrale, vicoli, ben 150 epigrafi, le Carceri di Sant’Antonio, la Domus Romana.

Pompeo (sindaco) : “Abbatteremo alcune abitazioni a ridosso del Teatro con la speranza di portare alla luce dei reperti importanti e funzionali a quella che sarà poi l’opera di riqualificazione, ristrutturazione del teatro stesso. Restauro del Teatro Romano tra i 5 progetti nazionali di recente finanziamento”.

Paolo Culla (architetto progettista) : “Lo scavo sarà fondamentale  anche perché potranno venire alla luce conoscenze ancora più approfondite del sito in modo da poter un’ipotesi progettuale più conforme all’esistenza delle vecchie strutture”.

Antonio Ribezzo ( Pres. Archeoclub Ferentino) : “Il Teatro romano risale all’epoca imperiale. E’ un monumento di eccezionale valore storico: come testimonianza monumentale di epoca imperiale, come unico edificio teatrale nella zona degli Ernici, nonché come prova dell’importanza della città al tempo degli imperatori quale centro di vacanza e residenza, posizionato, non a caso, nelle vicinanze delle Terme di Flavia Domitilla”.

 Rosario Santanastasio (Pres. Naz. Archeoclub d’Italia) : “Il territorio è la nostra forza, la nostra capacità, la nostra possibilità di far conoscere verso l’esterno quello che noi eravamo e quello che noi saremo in futuro”.

 Claudio Lo Monaco (Architetto – Referente Beni Ecclesiastici – Archeoclub Nazionale) : “Inizia oggi questo nuovo agire da parte di Archeoclub d’Italia e da parte delle Amministrazioni comunali di quei paesi dove Archeoclub d’Italia è presente .progettare la memoria!”.

 “Il 7 Giugno verranno avviati i primi lavori ai quali seguiranno gli interventi seguiti  dalla Soprintendenza che riguarderanno il completamento  dei lavori di ricognizione poi di restauro  e di valorizzazione del teatro mediante un percorso di visita e la restituzione del teatro alla sua vocazione originaria. Durante i lavori di demolizione ci saranno anche lavori di scavo archeologico seguiti da due archeologi della Soprintendenza come direzione scientifica e sicuramente nell’area al di sopra dell’orchestra potremo mettere in luce nuovi elementi della struttura del proscenio del pulpitum e dell’orchestra stessa. Il progetto ha avuto un finanziamento di 1.500.000 euro in parte coperti dal Comune di Ferentino. Questo risultato è frutto della sinergia tra il Ministero della Cultura, Soprintendenza e Comune di Ferentino che da circa 20 anni perseguivano l’obiettivo di intervenire sul Teatro Romano completando lo scavo. Il teatro vivrà! Il progettista è l’architetto Paolo Culla. L’inizio dell’intervento progettuale vedrà magari un aggiornamento man mano che con gli scavi dovessero venire alla luce nuove scoperte rispetto a quelle che sono già note dagli anni venti del ‘900, unici anni in cui furono fatti dei sondaggi al di sotto di questo sedime. Dunque andremo a scoprire sicuramente delle strutture nuove”. Lo ha annunciato Chiara Delpino Soprintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio di Frosinone, Latina, Rieti.

 “E’ una notizia che aspettavamo da qualche decennio anche perché quello del Teatro Romano è stato sempre un sito molto attenzionato – ha dichiarato Antonio Pompeo, sindaco di Ferentino – abbiamo lavorato nel corso degli anni e c’è stata sempre sensibilità anche da parte dell’associazionismo locale. Grazie a questo lavoro ma soprattutto alla condivisione, alla collaborazione, alla sinergia con la Soprintendenza iniziamo a vivere questo sogno. Il 7 Giugno daremo il via a questi lavori propedeutici che ci permetteranno di abbattere alcune abitazioni a ridosso del Teatro con la speranza di portare alla luce dei reperti importanti e funzionali a quella che sarà poi l’opera di riqualificazione, ristrutturazione del teatro stesso”.

 E’ la rinascenza italiana che riparte dall’archeologia.

 “Ferentino è la città – laboratorio ed è una bellissima realtà che verrà valorizzata con gli scavi e il restauro del Teatro Romano. Poi toccherà alla promozione ed anche sulla promozione si dovrà dare il massimo. Sarà fondamentale anche il dopo con l’inserimento di Ferentino, ricordiamo che sono presenti siti risalenti ad epoche diverse e non solo al periodo romano imperiale, in un circuito turistico ampio. Per questo Archeoclub d’Italia sede di Ferentino ha voluto e ideato con forza il Press Tour svoltosi con particolare successo – ha affermato Rosario Santanastasio, Presidente Nazionale di Archeoclub d’Italia – con la presenza di molta Stampa Estera ed Italiana. Dobbiamo ripartire tutti insieme e dobbiamo sfruttare l’opportunità di sviluppo che arriva dal PNR. Dobbiamo creare le condizioni e le circostanze ma soprattutto dobbiamo essere noi coscienti che abbiamo un territorio che attende noi per essere valorizzato. Il territorio è la nostra forza, la nostra capacità, la nostra possibilità di far conoscere verso l’esterno quello che noi eravamo e quello che noi saremo in futuro. Dobbiamo essere noi capaci di credere in quello che stiamo facendo. A Torre Annunziata c’è il nuovo Museo dell’Identità con i reperti archeologici della Villa di Poppea e della Villa di Crassio, a Somma Vesuviana riparturanno gli scavi archeologici della Villa Augustea, in Sicilia si sta pensando di aprire al pubblico l’immenso patrimonio archeologico conservato nei depositi. Siamo prossimi anche con un Press Tour in Costiera Amalfitana, anche nel Nord Italia stiamo lavorando per ospitare i giornalisti italiani e stranieri e raccontare con loro borghi, siti archeologici e culturali, anche la risorsa acqua. L’Italia è ricca di storia, cultura e anche della risorsa acqua. Archeoclub d’Italia sostiene infatti ed in modo chiaro, la candidatura dell’Italia a sede del Decimo Forum Mondiale dell’Acqua”.  

 Il progetto a firma dell’architetto  è stato presentato proprio nel cuore del Teatro Romano, con un briefing stampa all’aperto dinanzi a giornalisti di almeno 15 Nazioni diverse.

 “Lo scavo sarà fondamentale  anche perché potranno venire alla luce conoscenze ancora più approfondite del sito in modo da poter un’ipotesi progettuale più conforme all’esistenza delle vecchie strutture. Il progetto ha come obiettivo il recupero dell’intera area, lo scavo e la messa in luce della rimanente parte del Teatro Romano attualmente interrata ed il suo conseguente restauro; Le case gravitanti sull’area della “scena” verranno demolite nella zona compresa tra l’attuale area archeologica i resti della scena ed il vicolo Odeo, sino al vicolo cieco che si conclude con la grata che affaccia sul teatro. Gli edifici oggetto della demolizione sono attualmente in uno stato di precarietà dovuta alle infiltrazioni delle acque meteoriche – ha affermato l’architetto Paolo Culla, progettista –  e hanno i tetti sfondati nella quasi totalità, risalenti al dopoguerra, danneggiati dai bombardamenti e successivamente ricostruiti. Un edificio situato sul fondo del vicolo cieco sul lato sinistro e con il tetto sfondato verrà in parte demolito sul lato adiacente al teatro. L’edificio immediatamente posto ad ovest sarà lasciato integro relativamente alle murature perimetrali, mentre verranno demoliti i solai in latero cemento realizzati recentemente. Essi verranno sostituiti con struttura orizzontale in putrelle d’acciaio con rete calpestabile tipo Orsogril. In particolare al primo impalcato la demolizione del solaio permetterà la visione dell’arco dell’aditus. La copertura verrà realizzata in legno massiccio portante, travicelli in castagno e tavole. Uno strato di coibentazione e successiva impermeabilizzazione completeranno il pacchetto di copertura prima di apporre il manto di coppi e contro coppi in cotto. La parte terminale dell’aditus di sinistra accoglierà un ambiente lasciato senza copertura dove potranno essere visibili i resti sulle pareti perimetrali della muratura originaria del Teatro Romano.

L’intervento progettuale consisterà nel recupero dell’Ima cavea ben individuabile per i resti delle gradinate originarie e nelle parti mancanti si potranno ricostruire le gradinate in quanto il centro geometrico delle stesse è perfettamente individuabile. La scelta di una sistemazione naturalistica ha lo scopo di valorizzare l’inserimento ambientale del nuovo intervento, creare una barriera naturalistica e perfettamente drenante alla spinta del versante a monte, e soprattutto proteggere un breve tratto di mura poligonali. La disponibilità dei residui murari delle abitazioni abbandonate consentirà la messa in luce ed una nuova ambientazione del muro dell’aditus maximus della parte occidentale il cui corrispettivo è parte delle strutture messe in luce dai lavori di sterro eseguiti negli anni Ottanta. Il m u ro, in buona parte oggi visibile nella zona in f e rio r e delle pareti di confine esterno, ha la sua prosecuzione nell’antico arco presente in una parete trasversale di una delle cantine. L’ emersione ed il restauro di questi due elementi, parete ed arco, consentirà il recupero dell’ intera asse trasversale giacente sugli ingressi e la predisposizione di un percorso di accesso coerente con i modi d’uso dell ’antico teatro. E ’ probabile che la prosecuzione degli scavi possa consenti r e una maggio re messa in luce delle murature rimanenti della Scenae frons con l’ampliamento di parte della zona della Parascaenium e della PortaHospitalium orientale. Tutte queste murature, opportunamente restaurate e messe in ordine secondo i modelli d’intervento già qui praticati, saranno tuttavia indispensabili per l ’individuazione più completa dell’antico edificio ed il suo più corretto discernimento”.

 “Il Teatro romano risale all’epoca imperiale. Segue il declino naturale della collina, raggiungendo i 12 metri di altezza ed un diametro di 54 metri.

Le strutture sono in parte a cielo aperto e in parte inglobate nelle abitazioni private che occupano parte della gradinata. Sono state riportate alla luce la cavea e parte della scena.

Dai ruderi –ha affermato Antonio Ribezzo, Presidente di Archeoclub d’Italia sede di Ferentino -sono leggibili tre tipologie murarie: la prima, costituita da laterizi, con grandi mattoni quadrati legati con un sottile ma tenace strato di malta e pozzolana;  la seconda, costituita da pietrame, legato con lo stesso tipo di malta; la terza, a costruzione mista, che alterna strati di pietrame e a strati di laterizio. Il paramento a blocchetti di calcare a file orizzontali, legate da fasce di laterizio è tipico dell’età di Traiano-Adriano, con l’eccezione del tufo che qui è sostituito dal calcare, materiale facilmente reperibile nella zona. Materiali e tecnica edilizia sono perfettamente attribuibili al II sec. d.C, epoca di particolare splendore per Ferentino, che proprio nel periodo di Traiano ebbe Aulo Quintilio Prisco come patrono.

 E’ un monumento di eccezionale valore storico: come testimonianza monumentale di epoca imperiale, come unico edificio teatrale nella zona degli Ernici, nonché come prova dell’importanza della città al tempo degli imperatori quale centro di vacanza e residenza, posizionato, non a caso, nelle vicinanze delle Terme di Flavia Domitilla”. Nella città – laboratorio della rinascenza: 7 Giugno inizio di un nuovo percorso con abbattimento di alcuni edifici, scavi, restauro del Teatro Romano che splenderà e a pochi metri la Cripta di Santa Lucia, la Grangia Urbana, la splendida Cattedrale di Ferentino, le Carceri di Sant’Ambrogio, i vicoli, il Mercato Romano, la Cinta Muraria, le innumerevoli testimonianze di epoche diverse, culture diverse.  Ora bisogna progettare la memoria!

 “Girando per questo luogo di meraviglia si ha la testimonianza del come in questo caso le pietre esprimano un codice che identifica una storia. Quando ci si pone difronte ad un centro storico si cerca inevitabilmente di individuare i termini di questo codice. Nel caso di Ferentino – ha dichiarato Claudio Lo Monaco, architetto, Responsabile Beni Ecclesiastici di Archeoclub d’Italia Nazionale –  è un codice sia scritto attraverso le numerose epigrafi, ben 150, che testimoniano e raccontano la storia di questo luogo ma anche mediante la tecnica costruttiva eccezionale che è quella delle murature ciclopiche ma anche dello stesso Mercato Romano che è possibile vedere a Ferentino. Il Mercato Romano di Ferentino è una delle testimonianze di una delle ville coperte che avevamo nel Lazio. Ora Archeoclub d’Italia vuole progettare la memoria, dunque una dimensione attiva  nei confronti dei centri storici. Dunque progettare significa mettersi in una dimensione attiva . Progettare la memoria nell’ambito dei centri storici minori è fondamentale perché se l’Italia una parte del patrimonio storico lo ha nei centri storici si comprende il come non possa esistere Piano Nazionale di Resilienza e Ripresa senza considerare questo aspetto eccezionale che è tipicamente italiano e quindi inizia da oggi non più soltanto rinascenza ma inizia inevitabilmente questo nuovo agire da parte di Archeoclub d’Italia e da parte delle Amministrazioni comunali di quei paesi dove Archeoclub d’Italia è presente, di progettare la memoria”.

 La città – laboratorio che coniuga archeologia, work – shop , produzione locale, turismo lento.

 “Non solo abbiamo realizzato un progetto di visite anche virtuali – ha dichiarato Angelica Schietroma, Assessore ai Beni Culturali del Comune di Ferentino –   unendo digitalizzazione e Beni Culturali ma stiamo puntando anche alla valorizzazione del turismo lento attraverso Donne in Cammino”.

Giuseppe Ragosta – Addetto Stampa Nazionale Archeoclub D’ Italia –