Sport/ Giornata di festa e celebrazioni per l’Italia campione d’Europa e Matteo Berrettini

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E’ stata una giornata di festa per celebrare la vittoria dell’Italia agli Europei di calcio, ma anche la finale di Wimbledon per Matteo Berrettini (che non a caso è stato quasi sempre con i calciatori, anche sui mezzi di trasporto) a cui si sono aggiunti, nelle cerimonie di premiazione, gli atleti della nazionale under 23 di atletica leggera, recenti vincitori nel medagliare europeo.

La squadra azzurra di calcio e Berrettini sono stati ospiti del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e dopo del Presidente del Consiglio dei Ministri, Mario Draghi; a Palazzo Chigi si sono ‘aggregati’, anche i ragazzi e ragazze dell’atletica leggera. Sobria e informale la cerimonia nel cortile del Quirinale, più ligia al protocollo quella nella ‘casa’ del premier Draghi; ma entrambi i discorsi istituzionali sono stati in verità alla fine poco formali e molto partecipati. Tra i due incontri e anche dopo c’è stato l’abbraccio dei calciatori con la folla che si è riversata in strada per accoglierli lungo il tragitto, che all’andata è stato su un pullman classico della Nazionale e al ritorno su quello ‘aperto’ che si riserva alle grandi manifestazioni di ringraziamento.

Tutti hanno inteso nelle loro parole sottolineare il grande significato di coesione dell’impresa di Wembley e lo straordinario valore della finale di Wimbledon; plauso a Mancini per il lavoro svolto e sottolineature importanti, tra gli altri, per ‘Gigio’ Donnarumma, che parando due rigori di fatto ci ha permesso la vittoria; ma anche solidarietà a Spinazzola, che non ha voluto mancare ad alcuno degli eventi accompagnato dalle stampelle e non senza sacrificio fisico. Alla fine della giornata abbiamo saputo tutto nelle dirette televisive, compreso il menù della cena di stasera: da appassionato di cucina lo giudico interessante, ma ‘tranquillo’, senza scelte estreme e ben equilibrato.

Matteo Berrettini

Una giornata di grande festa, per onorare il lavoro dei nostri atleti che, tutti indistintamente, si fanno onore, spesso con i venti contrari denigratori delle altre nazioni; ma oggi rimandiamo al mittente le scortesie e le volgarità e pensiamo a festeggiare, visto che questa volta siamo noi a potercelo permettere.

(ste. man.)