Il fenomeno Neet si combatte col dialogo scuola-aziende

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FOTO DI REPERTORIO

L’Italia continua a detenere il record di Neet, i giovani under 35 che non studiano e non lavorano, lo dicono gli ultimi dati di Eurostat, sono il 17,7%, il tasso più alto tra i ventisette Paesi europei.

A un certo punto del percorso, per 3 milioni di giovani italiani, qualcosa si inceppa, alcuni, scoraggiati sulle prospettive future, abbandonano gli studi senza avere un progetto, altri non trovando lavoro e smettono anche di cercarlo.

Supportare i ragazzi e le ragazze nell’avere una percezione più chiara dell’applicabilità dei propri studi e aiutarli a sviluppare le competenze più richieste dal mercato del lavoro è fondamentale per contrastare questi fenomeni.

Occorrerebbe rendere gli studenti più consapevoli della domanda del mercato e orientarli nella scelta del lavoro che svolgeranno nella vita e aiutarli a sviluppare le competenze più richieste.

Occorre avviare un dialogo tra scuole e aziende per dare opportunità ad assumere, ragazzi e ragazze con contratto a tempo indeterminato.

Individuare attività, che hanno lo scopo di rendere gli studenti più consapevoli della domanda del mercato, orientandoli anche nella scelta del lavoro che svolgeranno.

Le assunzioni potrebbero avvenire in gran parte attraverso contratti di apprendistato, coinvolgendo le diverse aree del Paese, dal Nord al Sud, nei settori metalmeccanico, telecomunicazioni, navale, del turismo e della ristorazione, i mercati che oggi riscontrano maggiori difficoltà nella ricerca di personale.

Serve incentivare un dialogo solido fra il mondo della formazione e il mercato del lavoro, per contrastare lo skill mismatch,(mancata corrispondenza tra le competenze) con iniziative che organizzino incontri tra aziende e studenti, permettendo ai ragazzi e alle ragazze di conoscere le opportunità del mercato e consenta loro di capire nel concreto non solo le aree in cui potrebbero lavorare, ma anche le posizioni specifiche che potrebbero ricoprire.

Spesso manca una conoscenza reale riguardo ai ruoli effettivi che i differenti settori richiedono».

Prevedere momenti di formazione su come approcciare il mondo del lavoro, sia simulazioni dei processi di selezione, ma anche veri e propri contesti in cui gli studenti si sfidano con progetti da presentare alle aziende, con la possibilità di arrivare a un vero e proprio inserimento professionale.

Questi progetti dovrebbero supportare tutti gli attori coinvolti:

·       gli studenti, rendendoli maggiormente consapevoli del mondo del lavoro, migliorando le loro competenze;

·       le aziende, perché sostenute nelle attività di ricerca e assunzione;  

·       le scuole, perché si aprono così al mondo esterno e diventano più attrattive.

Conoscere il mercato, migliorare le proprie competenze, capire di poter realizzare le proprie aspirazioni e trovare un lavoro, una volta finiti gli studi, sono tutti fattori che aiutano a ridurre lo skill mismatch, contrastando la possibilità di diventare Neet.

Spesso manca una comunicazione efficace tra il mondo della scuola e quello delle aziende. Creare dei ponti per far incontrare questi due mondi. Ciò può aiutare i giovani a individuare il sogno da raggiungere: un incentivo concreto a non scoraggiarsi e a non abbandonare il proprio percorso di studi.

Alfredo Magnifico