Lavoro/Legge 104, una norma da aggiornare

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Alfredo Magnifico

Usi e abusi della legge 104 fanno parte da tempo di narrazione colorita fornita in materia di permessi e piccoli grandi privilegi in materia di astensione dal lavoro.

La Legge 104 riconosce benefici e aiuti solo a chi è portatore di handicap non grave, in situazione di gravità o superiore ai due terzi, non c’è collegamento diretto tra agevolazioni con particolari malattie o percentuali d’invalidità.

Può succedere che alla persona invalida al 100% con accompagnamento sia riconosciuta la Legge 104, ma non è automatico.

La valutazione delle condizioni sanitarie viene effettuata da commissioni mediche che hanno una composizione in parte differente rispetto alle commissioni che accertano le condizioni per l’invalidità, la norma è applicata anche ai contratti dei dipendenti pubblici.

Il riferimento normativo per individuare i soggetti che possono beneficiare di agevolazioni a seguito della loro condizione di disabilità o per prestare assistenza a familiari bisognosi viene concesso dall’Inps sulla base di un quadro clinico che presuppone la necessita di fornire assistenza a un parente disabile o che non sia in condizione di autosufficienza.

Le agevolazioni sul lavoro consistono in permessi retribuiti, nel congedo straordinario e altri vantaggi legati alla sede di lavoro e al lavoro notturno, questi benefici non sono automatici, il lavoratore deve fare una richiesta per poterne usufruire.

Le istanze sono tantissime ed è necessario presentare tutte le autocertificazioni previste dalla normativa per comprovare l’effettiva assistenza da parte dei parenti affini e usufruire così delle ore di permesso previste.

Occorre entrare nel merito delle tutele specifiche e ce n’è una che merita particolare attenzione, lo smart working intesa come garanzia per i disabili che lavorano all’interno della pubblica amministrazione.

Chi ha la 104 non ha diritto allo smart working, ma piuttosto una semplice priorità, dopo il boom della pandemia da Covid 19 lo smart working è entrato nelle abitudini di molti lavoratori.

Le aziende, in molti casi, trovano il lavoro da remoto più conveniente, risparmiando su locali e consumi.

Ritengo sia uno strumento importante, rappresenta la strada utile percorsa da chi presenta situazioni particolari di disabilità, i quali non potendo lavorare negli uffici per ovvie ragioni, possono svolgere le proprie mansioni da casa” si discute da troppo tempo se ridurlo o ampliarne l’agibilità.

Lo smart working ha rappresentato una conquista, molto apprezzata in tempi di emergenza sanitaria.

La pubblica amministrazione si è accorta quanto sia stato importante lavorare da remoto per portare avanti le pratiche, uno strumento valido per non bloccare gli uffici e garantire la continuità dei servizi, anche la produttività è aumentata,

Questo strumento è l’ideale per categorie fragili e per chi è costretto a fare lunghe ore di pendolarismo.

Sarebbe un risparmio economico per chi è costretto a spostarsi da un territorio all’altro.

Lo smart warking oggi è gestito sulla base di accordi aziendali e interni che scaturiscono dai contratti sottoscritti dai sindacati con le amministrazioni, secondo criteri e requisiti stabiliti all’interno degli uffici e tenendo conto dell’organizzazione del lavoro.

Si attende l’anno nuovo per sapere come e in che termini lo smart working verrà rimodulato e se ci saranno delle strette sulla futura e nuova applicazione.

Alfredo Magnifico