Con il lavoro si deve vivere, non morire

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Alfredo Magnifico

Sono stato catapultato dal Segretario generale a rappresentare Confintesa al tavolo del Ministero del lavoro, la prima volta che mi trovo seduto alla pari con i segretari Confederali, poiché gli interventi si dilungano, a volte con lo stesso ritornello; formazione e contratti sottoscritti da……….. mi viene da pensare.

Mi vengono alla mente quei 17mila morti negli ultimi dieci anni, ogni anno bene che vada ci sono oltre mille morti e oltre seicentomila infortuni denunciati, meglio non pensare a quei tanti infortuni non denunciati per paura di essere licenziati, a questi aggiungo anche le oltre 70 mila malattie professionali.

Pensi e ti verrebbe da fare il matto e urlare, questi dati gridano vendetta al cospetto di Dio e invocano giustizia per le famiglie private di sostegno, fisico morale, economico, ma qui si pensa a difendere le posizioni di privilegio e porre barriere per evitare che estranei a certi meccanismi si inseriscano e spariglino il gioco.

Nel mio primo intervento ho sostenuto che:

·        Va ripristinata la norma cancellata nel 2003 sulla parità di trattamento economico e normativo per le persone che lavorano negli appalti,

·        Va superato il sistema dei subappalti a cascata che sta generando una vera e propria giungla.

·        Va ripristinata la norma 1369 /60 sul divieto di intermediazione e interposizione di manodopera

·        No alla patente a credito per il solo settore edile. La patente a punti per tutti i settori affinché le imprese che non rispettano le regole siano escluse dagli appalti.

·        Lotta al lavoro nero e sottopagato, i lavoratori in appalto abbiano la stessa retribuzione dei lavoratori dipendenti della società appaltatrice e applicare le stesse regole negli appalti pubblici e privati.

·        Servirebbe una task force per ogni provincia, coinvolgendo; Governo, mediatori culturali e interpreti, Regioni, Comuni, Associazioni datoriali e sindacali con le forze dell’ordine, con compiti di sorveglianza e vigilanza sulle imprese che partecipano alle gare d’appalto.

·        Potenziare gli ispettori del lavoro con uomini, mezzi e disponibilità economiche

La sicurezza sul lavoro non può essere considerata un costo, ma un investimento, perché la sicurezza, la salute e la vita dei lavoratori non possono essere mercificati, anzi se protetti sono un risparmio per la collettività, si veda i dati pensioni INAIL per infortuni.                  

Diritto dei lavoratori a scegliersi la propria rappresentanza, le RLS abbiano tutele rafforzate

Basta con lo slogan “Sindacato maggiormente rappresentativo, si faccia nel privato come nel pubblico, chi rappresenta chi, lo sceglie il lavoratore, non uno slogan, non possono esistere gli unti del Signore, la costituzione mai applicata, le Rsu mai attuate, una soglia minima del 4% di voti: perché queste regole che servono a far funzionare la politica non possono valere anche per i sindacati?

I contratti siano sottoscritti in sede pubblica con la possibilità a tutti di firmare chi non ci sta è fuori dalle regole.

Bisogna intervenire, occorre “produrre un vero e proprio cambiamento” che investa alle radici il nostro modo di produrre, il nostro sistema economico” Degradato-Malpagato e vilipeso nel lavoro umano”. Si è passati dal concetti di Imprenditore “Bonus Pater Familias” a prenditori senza coscienza-il lavoratore da Collaboratore a schiavo.

Non si tratta solo di non morire sul lavoro, ma di far sì che le persone al lavoro si possano realizzare, utilizzare la propria intelligenza, stare bene.

Negli ultimi trent’anni tutto ciò che è stato fatto è andato nella direzione di aumentare la precarietà, gli appalti e i subappalti, la frantumazione delle filiere al punto che la stessa contrattazione collettiva viene vissuta come un vincolo inaccettabile, elementi, questi, che non solo peggiorano il lavoro e ne aumentano l’insicurezza.

Il 90% delle morti avviene negli appalti e nella stragrande maggioranza dei casi colpisce i lavoratori precari”, allo stesso tempo favoriscono l’illegalità e le infiltrazioni mafiose.

Per concludere; servirebbe veramente attivare una lotta senza pietà; al lavoro nero, al caporalato e allo sfruttamento, bisognerebbe reintrodurre la responsabilità penale per somministrazioni illecite, come appalti, distacchi e contratti di rete, e chi non rispetta le regole dovrebbe essere cacciato fuori dalle associazioni, Vale anche per quei sindacalisti che prestano il fianco.

Spero di non aver vissuto invano la mia avventura nel sindacato, ho suggerito che questa legge sia accompagnata da riunioni di verifica, ritengo che almeno chi rappresenta i lavoratori abbia come missione quella di tutelare le persone, e di contribuire a creare una società basata sul lavoro nel rispetto della nostra Costituzione.

Alfredo Magnifico