Sei miliardi di consumi in fumo con l’aumento delle tasse sui carburanti

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Per far fronte all’aumento della pressione fiscale sui carburanti gli italiani sono stati costretti ad usare meno l’auto, ma anche e soprattutto a tagliare risorse per 6 miliardi di euro (circa lo 0,6% del Pil), destinate altrimenti ai consumi. Il dato, estremamente significativo, emerge dalla ricerca presentata dall’Ufficio Studi della Confcommerci sull’evoluzione delle spese obbligate sui consumi delle famiglie. Negli ultimi tre anni, si legge nella ricerca, l’aumento del prezzo di benzina e gasolio è dovuto per la gran parte (56%) alla ”mano pesante” del fisco che ha portato l’accisa dai 564 euro per 1000 litri di inizio 2009 a 725 euro per 1000 litri di agosto 2012. Un aumento, ha spiegato il direttore dell’Ufficio Studi, Mariano Bella ”totalmente indipendente dall’andamento dei prezzi internazionali” e sul quale si deve aggiungere anche l’Iva. Il risultato è che il peso dell’accisa e dell’Iva sull’accisa per un litro di benzina (al netto dell’Iva complessiva) è passato da circa 67 centesimi di gennaio 2011 a 87,8 centesimi del mese scorso.