Home Blog Page 1100

Vaccini, la protezione di quelli a mRna potrebbe durare anni

0

Una buona notizia nella lotta al coronavirus. La protezione prodotta dai vaccini a mRna, cioè Pfizer e Moderna, potrebbe funzionare per un tempo molto lungo contro il coronavirus. A dirlo è uno studio della Washington University di Saint Louis, pubblicato sulla rivista Nature, secondo cui questi vaccini potrebbero proteggerci addirittura per anni dal virus Sars-CoV-2. 

I risultati dello studio – si legge sul New York Times – si aggiungono ad altri che dimostrerebbero che la maggior parte delle persone immunizzate con i vaccini a mRna potrebbe non avere bisogno di richiami, almeno fino a quando il virus e le sue varianti non dovessero mutare radicalmente dalle forme attuali.

Cagliari/ III^ edizione di Marina Estate: al Teatro Sant’Eulalia di Cagliari le ultime rappresentazioni  

0

Cala il sipario sulla terza edizione di Marina Estate, il festival teatrale per adulti e bambini organizzato da Theandric Teatro Nonviolento negli spazi del Teatro Sant’Eulalia di Cagliari, con la direzione artistica di Maria Virginia Siriu.

  L’unico appuntamento di domani (martedì 29 giugno) sarà dedicato al pubblico dei più piccoli e vedrà alle 17.30 la compagnia Mutamento Zona Castalia sul palco con “Francesco, il lupo e il principe Siddhartha”, spettacolo che vede in scena l’attrice Amandine Delclos  con la drammaturgia di Giordano V. Amato, la musica dal vivo di Claudio Micalizzi e i costumi di Roberta Vacchetta. Lo spettacolo racconta principalmente due storie: la prima è quella del Principe Siddhartha, futuro Buddha, chiuso nel castello del Re suo padre, che ordina di mostrargli solo bellezza, persone giovani e sane, una realtà ideale e fittizia nella quale non esistono sofferenza, decadenza e morte; la seconda storia è quella di Francesco, giovane ricco e dotato che va incontro al pericoloso lupo che terrorizza Gubbio, divorando chiunque incontri. Personaggio centrale e alter ego del narratore è il piccolo Dasa, un bambino umbro che sogna o ricorda una vita precedente, forse tibetana. La drammaturgia originale, attraverso Dasa fa incontrare le due storie, nella convinzione che quella di Siddhartha, ancora poco nota, e quella di Francesco e il lupo, della quale ogni bambino ha certamente sentito parlare, corrano lungo linee convergenti che finiscono per confluire nei temi che ci interessano. Tutto si svolge in un ambito laico e non religioso, ma sicuramente con un interesse spiccato verso la spiritualità. Il punto centrale di entrambe le storie risiede nel concetto di rinuncia, un tema poco analizzato fino a qualche mese fa, ma tornato attuale a seguito della recente data pandemia.

Mercoledì 30 giugno si chiude con due spettacoli: alle 17.30 si replica con l’opera proposta il giorno precedente dalla compagnia Mutamento Zona Castalia e alle 21 chiusura della rassegna in grande stile con “Tutto tranne Gramsci” di Anfiteatro Sud (liberamente ispirato a “Le donne di casa Gramsci” di Mimma Paulesu Quercioli), scritto e diretto da Susanna Mameli, con la partecipazione dell’attrice Marta Proietti Orzella e in video di Renata Manca. In scena c’è Teresina, la più piccola delle sorelle Gramsci, quella con cui Antonio ha condiviso molti momenti della sua infanzia. È lei che si fa narratrice della storia di lei bambina e della sua famiglia, ancora ancora all’oscuro dello strano destino che incombe su tutti loro. È un omaggio alla figura della madre di Antonio Gramsci – una sorta di “madre courage” a tutti gli effetti – che di fronte alle più grandi avversità si rimbocca le maniche e lavora, s’impegna caparbiamente, fino in fondo. È anche il racconto di un Antonio meno conosciuto. L’occasione di interrogarsi su quanto la vita di un uomo sia legata alla vita degli altri, tanto da esserne il riflesso, l’estensione, il proseguimento nei gesti, negli ideali e nelle aspettative. Teresina regala agli spettatori un Antonio bambino, che fragile e determinato coglie le sfide che il destino gli presenta, senza esitazioni. E le donne di casa lo sostengono e lo amano fino al termine dei suoi giorni. Marina Estate è organizzata dalla compagnia Theandric Teatro Nonviolento con il contributo e sostegno del MiC Ministero della Cultura e dell’Assessorato della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport della Regione Autonoma della Sardegna.

INFO BIGLIETTI – Il biglietto per gli spettacoli delle 17.30 costa 5 euro e l’abbonamento per tutti e 9 gli spettacoli costa 27 euro. I tagliandi per gli spettacoli delle 21 costano, invece, 8 euro, mentre l’abbonamento per tutti e 9 gli appuntamenti ha un costo di 45 euro. I biglietti si possono acquistare direttamente presso il teatro il giorno dello spettacolo dalle ore 17. La prenotazione è obbligatoria da effetturasi via sms o WhatsApp al numero 380 1759253.

IL TEATRO – Il Teatro Sant’Eulalia è situato presso la chiesa di Sant’Eulalia, nel quartiere Marina a Cagliari. Il luogo di culto venne edificato nel XIV sec. dai Catalani, nel punto in cui si trovavano la torre pisana di Lapola (antico nome del quartiere Marina) e la chiesetta di S.Maria del Porto. Si tratta di una delle più antiche chiese del quartiere, costruita in stile gotico-catalano, e intitolata alla patrona di Barcellona dai Catalani che avevano appena conquistato la città. Venne modificata diverse volte fino alla costruzione dell’attuale facciata, risalente al XX secolo; all’interno presenta una navata unica con volta a stella. Nel 1990, durante il restauro della sagrestia, venne scoperto un pozzo profondo 16 metri e colmo di detriti. Vennero quindi eseguiti degli scavi che portarono alla luce una porzione della città antica, tra cui una strada lastricata di epoca romana alla quale si sovrappose un’altra strada di epoca medievale. Sono stati portati alla luce anche i resti di un tempietto, un colonnato e vari ambienti sempre di epoca romana, successivamente riadattati nel periodo medievale. Alla chiesa è annesso il Museo del Tesoro di S. Eulalia, dove vengono custoditi paramenti e opere sacre di artigiani sardi dal XVI al XIX secolo, e il Teatro Sant’Eulalia.

LA COMPAGNIA – Theandric Teatro Nonviolento nasce nel 2001 dall’incontro tra l’attore e regista Gary Brackett e l’attrice, regista e studiosa di filosofia Maria Virginia Siriu. L’esperienza intorno alla quale si concretizza il progetto teatrale è la ricerca condotta dai fondatori sul rinnovamento dei linguaggi artistici in relazione al ruolo sociale del teatro come veicolo capace di canalizzare e divulgare una riflessione critica sull’uomo contemporaneo. L’associazione culturale Theandric svolge fin dalla sua fondazione un’attività di ricerca nell’ambito del teatro “politico”, inteso come teatro totale, un teatro che non ammette frattura tra spazio scenico e sociale ma intende riflettere insieme allo spettatore sui temi più urgenti del vivere contemporaneo e cercare insieme ad esso uno stimolo all’azione che necessariamente non si svolgerà nel momento in cui si vive il rito scenico, ma nella vita quotidiana. Questa ricerca si è focalizzata ben presto sulla nonviolenza come alternativa per la soluzione del conflitto a livello personale, sociale e politico. La nonviolenza è diventata una scelta di vita e il centro del lavoro teatrale, che persegue la sua diffusione e divulgazione attraverso due momenti: gli spettacoli e le manifestazioni culturali e i laboratori nei quali si lavora allo sviluppo della personalità nonviolenta attraverso le tecniche teatrali.

LA DIREZIONE ARTISTICA – Maria Virginia Siriu: laureata in Filosofia all’Università degli studi di Cagliari, debutta come attrice nello spettacolo Don Cristobal e Donna Rosita tratto da Federico Garcia Lorca per la regia di Guglielmo Ferraiola. Dal 1997 al 2000 approfondisce la formazione teatrale studiando con diversi membri del C.I.C.T. di Parigi diretto da Peter Brook: Bruce Myers, Yoshi Oida, Alain Maratrat, Tapa Sudana, Karunakaran Nair, Miriam Goldschmidt e Sotigui Koiuaté. Nel 1997 frequenta un laboratorio del Living Theatre in cui conosce Judith Malina con cui collaborerà come direttrice di scena e assistente di regia fino al 2003 presso il Living Europa. Con la storica compagnia fondata da Beck e Malina parteciperà alla nuova produzione Resistenza Adesso e in workshop e riprese dedicate a produzioni classiche della compagnia come Mysteryes and the Small Pieces e Utopia. Dal 2003 cura le regie della compagnia Theandric, realizzando spettacoli che hanno spesso debuttato nei festival internazionali, su cui spicca il Fringe Festival di Edimburgo.

Ufficio Stampa Simone Cavagnino

Milano/ Stava pulendo una finestra ma cade dal quinto piano e muore

0
FOTO DI REPERTORIO

Forse un’imprudenza trasrformata in tragedia. Una colf 35enne è morta, dopo essere caduta dal quinto piano di un appartamento in cui lavorava in pieno centro a Milano.

La vittima sarebbe scivolata dalla scala, imentre puliva una finestra, finendo nel cortile interno dello stabile, da un’altezza di circa 15 metri.

In casa non c’era nessuno.

Foto di repertorio

Ladispoli/ Tragico incidente stradale, un morto e due feriti

0

Ancora sangue sulle strade italiane. Incidente mortale vicino Roma, sulla via Aurelia.

Tre diverse auto si sono schiantate nel territorio comunale di Ladispoli: un uomo è morto e altre due persone sono rimaste ferite in condizioni gravissime.

Sul posto i vigili del fuoco ed il personale del 118 e due eliambulanze. 

Vino/ FICO Eataly World, tra le novità la Bottega del vino di Fontanafredda  

0

Riapre FICO Eataly World, il parco del cibo di Bologna, con un nuovo piano di rilancio che lo ha trasformato in un experience park che coniuga passione per il cibo e divertimento all’insegna dei 5 sensi. 10 ettari (la grandezza di 10 campi di calcio) di mondi sensoriali da esplorare con un nuovo ingresso popolato dagli animali della fattoria, 7 aree tematiche dedicate alle grandi eccellenze culinarie italiane (Salumi e Formaggi, Pasta, Gioco, Vino, Olio, Dolci) divise da nuove e spettacolari scenografie e arricchite con giochi, giostre e attrazioni a tema cibo. Tra queste, la Bottega del vino di FICO Eataly World, nata dall’idea di Fontanafredda, cantina a Serralunga d’Alba fondata nel 1858 dal primo Re d’Italia, Vittorio Emanuele II. Nell’area esterna si possono osservare 60 vitigni autoctoni rappresentativi, selezionati dal Professor Attilio Scienza tra le 1200 varietà presenti in Italia. All’interno della Bottega il visitatore può invece scoprire l’affascinante storia che ha reso questa cantina icona del Barolo nel mondo, scegliendo tra 100 vini al calice presenti nel suo ristorante o fermandosi per un aperitivo, pranzo o cena a base di piatti regionali che raccontano i territori più vocati alla viticoltura. Lo spazio ospita inoltre un’enoteca con etichette provenienti da nord a sud dell’Italia dove è possibile scegliere tra vitigni, denominazioni e regioni differenti. Infine, la Bottaia 52, una sala allestita con le barriques che rappresentano i 52 vignaioli più ‘fichi’ d’Italia, una location suggestiva in cui organizzare incontri con i produttori o corsi alla scoperta dell’affascinante mondo del vino.
 
FONTANAFREDDA, Fondata dal primo Re d’Italia nel 1858, è da sempre una comunità unita intorno al rispetto della terra: attualmente con 120 ettari di viticoltura biologica, comprensivi di 5 diversi cru di Barolo, che fanno da cornice al primo Villaggio Narrante d’Italia.

FONTANAFREDDA smstudio | pr & communication

No profit/ Giancarla Pancione, direttrice Marketing e fundraising di Save the Children Italia è la vincitrice del premio dedicato al miglior fundraiser italiano

0
Lucile Boiron exhibition

L’Italian Fundraising Award 2021, l’unico premio italiano dedicato ai protagonisti del nonprofit e della raccolta fondi e alle loro storie di solidarietà e generosità, di dedizione e di professionalità, quest’anno è stato assegnato a Giancarla Pancione, Direttrice Marketing e Fundraising di Save the Children Italia, l’Organizzazione che da oltre 100 anni lotta per salvare i bambini a rischio e garantire loro un futuro. Il premio per il Miglior Fundraiser, giunto alla sua X edizione, viene assegnato dall’Associazione Festival del Fundraising e Assif l’Associazione Italiana Fundraiser  a chi si è distinto per le eccezionali capacità nella pratica della professione del fundraising, manifestando una spiccata dote nel coniugare gli aspetti tecnici della raccolta fondi con l’attenzione alla cura della relazione personale con i donatori. Con un’esperienza più che ventennale nel fundraising sia a livello nazionale che internazionale, Giancarla Pancione ha contribuito in maniera decisiva alla crescita esponenziale della raccolta fondi di Save the Children Italia, guidando il suo team anche in periodi difficili, verso innovazioni, novità e soprattutto scelte strategiche ben fatte. È un punto di riferimento per la professione dei fundraiser in Italia, un settore strategico e indispensabile per tutto il tessuto sociale italiano, contribuendo a formare le nuove generazioni di fundraiser in Italia.

“Ringrazio Associazione Festival del Fundraising e Assif l’Associazione Italiana Fundraiser, per questo premio che mi riempie di gioia, soprattutto perché arriva dopo un anno particolarmente difficile per tutti coloro che fanno il mio lavoro. Nel 2020, infatti, a causa della pandemia, la pianificazione, che è un elemento imprescindibile nel nostro lavoro, insieme ad ogni strategia precedentemente settata, sono state invalidate. Un anno in cui abbiamo dovuto reinventare il modo di fare fundraising, facendolo con passione, competenza, sperimentazione, prossimità e dialogo con i donatori, tutti fattori determinanti per il posizionamento di Save the Children, presso il grande pubblico e altri stakeholder di riferimento” ha dichiarato Giancarla Pancione. “Altro motivo di gioia è il fatto che quest’anno il premio come migliore donatore sia stato assegnato a una classe di bambini piemontesi, cosa che non fa che riaffermare come i bambini siano il nostro futuro”.

Giancarla Pancione ritirerà il premio come Miglior Fundraiser 2021 durante la cerimonia di premiazione della X° edizione dell’Italian Fundraising Award che sarà aperta a tutti venerdì 9 luglio alle ore 12.00 sulla pagina Facebook del Festival del Fundraising.

Save the Children Italia Onlus

L’intervento/Lavoro e Rappresentanza

0

Nello stesso giorno delle manifestazioni di piazza, sono uscite le anticipazioni della relazione presentata dal garante sullo sciopero prof. Giuseppe Santoro Passarelli alle camere nella quale individua gravi colpe nelle troppe sigle sindacali, con poca rappresentanza che danneggia l’utenza, ma è proprio così o ci sarebbe bisogno di una smossa in quei sindacati che storicamente hanno la pretesa di rappresentare l’intero mondo del lavoro ma oggi sono come pachidermi moribondi? Ho la stessa formazione culturale del Prof Passarelli,non voglio contestare la sua tesi,ma la storia insegna che chi oggi ha la pretesa di voler rappresentare il mondo del lavoro a sua volta è stato autonomo, basta pensare alle  scissioni della CGIL che diedero vita alla CISL prima e alla UIL successivamente, lo stesso Pastore definì la nascita dei sindacati autonomi:” figli dei nostri errori”. Negli anni Ottanta si lanciò l’esperimento di una unità sindacale, io fui chiamato ad occupare un posto nella segreteria unitaria in una circoscrizione di Roma grande quanto una media provincia italiana,fu una bella esperienza che avrebbe dovuto dare l’avvio ad un processo unitario che non si è mai realizzato,agli storici il giudizio,oggi, forse, il processo di unificazione della rappresentanza del mondo del lavoro andrebbe ripensato.

È difficile parlare di lavoro e di lavoratori e non pensare al sindacato e al ruolo che ha svolto e svolge nel nostro Paese. Negli ultimi vent’anni il mondo del lavoro si è radicalmente trasformato, il sindacato no, anche il sindacato dovrebbe cambiare, perché se non cambia è condannato ad accentuare il declino che sta registrando da un pò di tempo. Per farlo, deve affrontare due grandi problemi; rilanciare una forma democratica al suo interno, oggi inesistente; tutto accade per cooptazione e per scelta dei gruppi dirigenti,” si cercano servi si ammazzano i serbi”,questo  non aiuta il processo di rinnovamento. Belli gli scontri in Cisl tra tesi 1 e tesi 2,che teste Marini e Carniti trovarono una sintesi e guidarono la CISL verso successi strepitosi poi ……..

Ha preso il sopravvento la Burocrazia, ora l’imperativo sarebbe “sburocratizzare” attraverso una riduzione consistente dell’apparato, senza la quale si restringe ancora di più la reale partecipazione dei lavoratori alla vita sindacale e non continuare a soggiacere ai ricatti dei pensionati veri detentori del potere economico delle tre organizzazioni. Oggi, in Italia,con la caduta del muro di Berlino con la fine dell’ideologia, non esistono più ragioni che legittimano l’esistenza di tre sindacati confederali, occorrerebbe stimolare la creazione di una confederazione unitaria dei lavoratori italiani, sul modello del sindacalismo internazionale,con il rispetto di tutte le esperienze,senza leoni né agnelli, passaggio necessario per semplificare e ringiovanire il sindacato. Il sindacato deve offrire un’immagine positiva e ideale di sé e delle sue battaglie, in maniera tale che i giovani possono trovare interessante iscriversi e impegnarsi nel mondo sindacale.

In mancanza di un reale cambiamento culturale, di mentalità e di visione, il sindacato rimane una struttura burocratica che offre servizi, ma non è in grado di proporsi come una forza attiva e propulsiva nella società. Il declino del sindacato è dovuto oltre che al calo degli iscritti, anche al crollo del ruolo politico e di coagulo delle incazzature dei lavoratori, ed ha sempre giocato nel Paese, a partire dalla fase di ricostruzione degli anni ’50, fino agli anni ’60 e 70, quando ha giocato un ruolo di democratizzazione e conquiste che ha portato allo Statuto dei lavoratori, nell’epoca della società digitale. Il sindacato deve provare a riacquisire la capacità di costruzione del suo ruolo e delle modalità operative, comprendendo e intercettando i nuovi bisogni della società.

Quello che oggi manca nei vertici sindacali è quella spinta che nel Sessantotto generò l’ “utopia” di un mondo migliore e di una società più equa,unendo i due mondi lavoro e cultura, che insieme provarono a creare una società che realizzasse sogni e utopie e avesse una visione, una tensione verso qualcosa che ancora non esiste ed ha smarrito il tema del; si vuole si può fare, ovvero, quella capacità di immaginare qualcosa di diverso: io non so cosa sarà, ma nonostante i miei quarantatrè anni di sindacato mantengo la tensione verso un mondo migliore e lotto affinché si realizzi. Il ruolo del sindacalista non è quello di amministratore di società o di piccolo-grande burocrate: ma ha il dovere-piacere di mantenere viva l’utopia e la tensione al cambiamento, solo così, alimentando una visione autonoma, il sindacato può continuare a influenzare la politica.

In un anno di sindacalismo autonomo,nonostante le difficoltà pandemiche, nelle vertenze che ho gestito mi sono reso conto che questo è possibile, anche se la politica o i politici hanno perso il contatto con l’elettore ed anche essi oggi sono lontani anni luce dalla gente che rappresentano. Il mercato del lavoro in Italia sta vivendo grandissimi stravolgimenti; frammentato, parcellizzato, precarizzato tra i lavoratori sono cresciute le soggettività a scapito della collettività, sono cresciuti i neet, questa realtà sembra renda molto più complicato il lavoro del sindacato ma allo stesso tempo più cogente e con l’esigenza di stare sempre di più sul pezzo. Occorre acquisire una nuova capacità attrattiva in grado richiamare le miriadi di lavoratori individuali per unirli in un progetto condiviso, oggi è possibile, perché nel mondo del lavoro è connaturata una certa “solidarietà spontanea” tra lavoratori che condividono le stesse mansioni, serve ricreare uno spirito di amicizia e di empatia che lega l’uno all’altro per la conquista dei diritti comuni.

Bisogna riaffermare che il lavoro non è solo questione di salario, quindi non deve avere un riconoscimento solo in termini economici, c’è anche una questione di potere nel lavoro, anzi, di redistribuzione del potere è necessario ridurre il potere degli azionisti, per aumentare quello dei lavoratori, perché sono coloro che apportano alla dimensione economica il valore aggiunto, il “di più” che serve alle imprese. Per il nostro Paese è importantissimo avere un sindacato e una società civile mobilitante, che siano portatori di un costante stimolo al cambiamento, che spronano la politica a progredire.

 “L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro” proclama la Costituzione all’articolo quel che intendevano i Padri costituenti è chiarissimo, il lavoro non è solo produzioni di beni e servizi, ma è un’attività umana alla quale ogni cittadino è chiamato per far crescere la Repubblica. Con la radicale trasformazione digitale che stiamo vivendo, certamente le modalità di lavorare sono cambiate, ma quello che non è mutato è la chiamata di ciascuno di noi a contribuire attivamente, attraverso il lavoro, alla creazione di una ricchezza che, però, dovrebbe essere distribuita a tutti e non accumulata nei forzieri di pochi,e qui Papa Francesco Docet.

Alfredo Magnifico Segretario generale Confintesa Smart 

Coronavirus/ La prova del fuoco, da oggi tutta Italia in zona bianca

0
FOTO DI REPERTORIO

Notizie in breve sull’epidemia da coronavirus.

a) E’ la prova del fuoco per la ripresa economica.

Da oggi tutta l’Italia si trova in zona bianca: restano il divieto di assembramento e la regola di igienizzare negozi e locali;

b) Sono 2,6 milioni le persone over 60 non ancora vaccinate in Italia, come afferma il commissario all’emergenza, gen. Figliuolo

c) Il Sudafrica torna in lockdown per due settimane a causa dell’aumento dei casi di coronavirus legati alla variante Delta

Torino/ Diciottenne suicida sotto un treno, s’indaga per bullismo e omofobia

0
FOTO DI REPERTORIO

E’ giallo sul suicidio di un 18enne a Torino. Sul decesso del giovane, travolto dal treno regionale Chieri-Rivarolo si indagherà per bullismo e omofobia.

Stando a quanto trapelato il ragazzo era stato preso di mira e sul suo profilo Instagram, in tal senso, sarebbero apparse anche frasi molto pesanti.

foto di repertorio

Cronaca nazionale/ Si getta nel fiume per recuperare la canna da pesca e muore annegato

0

Una giornata che sarebbe dovuta essere tranquilla e che invece si è tarsformata in tragedia.

E’ accaduto a Boretto (Reggio Emilia) dove un uomo si è gettato nel fiume Po per recuperare una canna da pesca ma è stato trascinato via dalle correnti: il suo cadavere è stato ritrovato dopo circa due ore.

Altri due uomini si sono buttati in acqua per tentare di soccorrerlo: uno è disperso.

Una terza persona, invece, è riuscita a mettersi in salvo dopo aver tentato di soccorrere l’amico gettatosi per primo in acqua.

A ricostruire quanto avvenuto sono i carabinieri.