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Fastweb Soluzione Impresa per ogni esigenza di comunicazione

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Al fine di contribuire a far crescere il business delle micro e delle piccole imprese, il leader italiano delle telecomunicazioni Fastweb ha annunciato un ampliamento dei servizi Fastweb Soluzione Impresa, offrendo una nuova gamma di prodotti integrati al fine di soddisfare ogni esigenza in materia di comunicazione su rete fissa ed in mobilità, cui vanno ad aggiungersi soluzioni per la comunicazione integrata e per la sicurezza digitale e la gestione dei dati. La gamma di servizi è ideale sia per il piccolo negozio, sia per l’impresa che ha decine di dipendenti e più sedi, potendo contare sull’innovazione e sulla qualità dei servizi offerti affinché questi rappresentino la leva strategica per la ripresa economica.

Sul sito Internet www.fastwebsoluzioneimpresa.it è possibile consultare le nuove proposte a favore delle micro imprese, a partire da quella che, attraverso il MyBusinessClub, permette di ottenere con una permanenza nel Club di tre anni uno sconto pari a ben il 34% per quanto riguarda gli importi mensili dei servizi Internet e voce. Il Club Fastweb, tra l’altro, offre alla micro impresa la navigazione flat 24 ore su 24 fino a 20 Mbit/s, ben due linee telefoniche fisse ed un PC portatile ultrasottile Asus. E per chi crea una nuova impresa, Fastweb sostiene lo start up garantendo risparmi sui servizi di telecomunicazioni, ad esempio, offrendo vantaggi esclusivi e sconti sul contributo mensile dei servizi e sull’attivazione anche in assenza di number portability.

Per le piccole imprese, tra l’altro, Fastweb offre soluzioni integrate e complete che partono dalle SmallBusiness fino ad arrivare alle offerte Club che comprendono il PC ed il traffico incluso per le chiamate mobili; il tutto per offrire nella gestione dell’attività soluzioni di centralino, messaggistica evoluta, telefono, internet e IP pubblici.

Con Fastweb Soluzione Impresa le novità arrivano anche per le medie imprese con servizi sempre più ricchi e completi a partire dalla soluzione di comunicazione FAST Communication, in grado di mettere insieme, in un’unica piattaforma, quei servizi che di norma operano separati tra di loro: dal fax alla posta elettronica e passando per le applicazioni web, la telefonia e la video comunicazione. Ma Fastweb Soluzione Impresa per le medie aziende è anche vicina per quel che riguarda la gestione da remoto della LAN aziendale con interventi tempestivi in caso di malfunzionamenti.

Fastweb Soluzione Impresa si arricchisce infine anche di soluzioni per l’offerta mobile e convergente. In particolare l’offerta “Soluzione Mobile All in 1″ che garantisce risparmi tangibili in virtù del fatto che include il traffico dati, l’invio degli Sms ed i minuti di chiamate e di videochiamate per le USIM aziendali con il meccanismo delle soglie cumulate.
Fonte: http://www.vostrisoldi.it/articolo/fastweb-soluzione-impresa-per-ogni-esigenza-di-comunicazione/26563/

Trenitalia e UCFin lanciano la TrenitaliaCard

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Per chi è iscritto al programma carte fedeltà del Gruppo Trenitalia arriva una interessante e vantaggiosa novità per poter accumulare punti più velocemente; UniCredit Family Financing (UCFin) e Trenitalia, infatti, hanno unito le forze lanciando la TrenitaliaCard, una carta di credito in modalità a saldo o revolving che permette di ottenere ben 4 punti per ogni euro speso con la carta per i viaggi in treno, per le vacanze e per tutte le altre spese di tutti i giorni. Per poterla avere basta solo iscriversi gratuitamente a Cartaviaggio oppure a CartaFreccia visto che non serve cambiare banca.

Per chi è iscritto al programma carte fedeltà del Gruppo Trenitalia arriva una interessante e vantaggiosa novità per poter accumulare punti più velocemente; UniCredit Family Financing (UCFin) e Trenitalia, infatti, hanno unito le forze lanciando la TrenitaliaCard, una carta di credito in modalità a saldo o revolving che permette di ottenere ben 4 punti per ogni euro speso con la carta per i viaggi in treno, per le vacanze e per tutte le altre spese di tutti i giorni. Per poterla avere basta solo iscriversi gratuitamente a Cartaviaggio oppure a CartaFreccia visto che non serve cambiare banca.

Fonte: http://www.vostrisoldi.it/articolo/trenitalia-e-ucfin-lanciano-la-trenitaliacard/26543/

Consumi, battuta d’arresto a gennaio

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Battuta d’arresto per in consumi nel mese di gennaio in Italia. Gli italiani hanno comprato di meno rispetto sia a dicembre che a 12 mesi prima e non è un bel segnale per la tanto attesa e sospirata ripresa economica. Secondo le stime dell’Istat, l’Istituto nazionale di statistica, nel primo mese dell’anno le vendite al dettaglio nel nostro Paese ha registrato una variazione negativa dello 0,5% rispetto al dicembre 2009; nel confronto con il mese di gennaio 2009 l’indice ha registrato una flessione del 2,6%. La variazione mensile è la peggiore dal dicembre 2008 mentre su base annuale il calo risulta essere il peggiore dal luglio 2009.

Il calo ha riguardato tutti i comparti, quello alimentare come quello non legato al cibo. In termini congiunturali le vendite di prodotti alimentari sono diminuite dell’1,0% e quelle di prodotti non alimentari sono calate dello 0,3%. Pesante la flessione rispetto allo stesso mese del 2009 con una diminuzione del 3,3% per le vendite di prodotti alimentari e un calo del 2,3% per i prodotti non alimentari. Una flessione che è ancora più grave se si pensa che già il mese di gennaio del 2009 mostrava chiarissimi segni di debolezza.

Non c’è differenza per tipologia di punti vendita. La flessione del 2,6% tendenziale è data dal calo del 3,1% per le vendite della grande distribuzione e del 2,2% per le vendite delle piccole attività commerciali. E anche tra i prodotti non alimentari, a gennaio 2010 nessuno si è salvato dal segno meno. Le flessioni maggiori si sono avute nei settori dell’informatica, delle telecomunicazioni, della telefonia. Male anche i prodotti farmaceutici. Mentre hanno retto meglio al calo il settore foto-ottica e quello riguardante il tempo libero dei ragazzi e le attività all’aperto, ovvero, giochi, giocattoli, sport e campeggio.
Fonte: http://www.vostrisoldi.it/articolo/consumi-battuta-d-arresto-a-gennaio/26549/

Incentivi cucine, moto ed elettrodomestici: come fare

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Saranno all’incirca 500 mila le famiglie che, dal 6 aprile prossimo, potranno beneficiare degli incentivi del Governo sull’acquisto di cucine, eco-case, moto ed elettrodomestici. A fornire questa stima è l’Adiconsum, la quale mette però in guardia i consumatori in merito alle modalità con cui richiedere il bonus al fine di evitare brutte sorprese nonché furbizie e raggiri visto che, come si prevede, a richiedere gli incentivi saranno in tanti, ma solo pochi ne potranno beneficiare.

Per questo l’Associazione dei Consumatori invita le famiglie prima a prenotare il bene da acquistare presso il rivenditore, e poi pagarlo, confermando quindi l’acquisto, solo quando ci sarà la certezza di fruizione dell’incentivo. Questo perché si prevede che nei primi giorni dalla partenza del bonus i rivenditori acquisiranno migliaia di domande, con i rivenditori stessi che potrebbero utilizzare la campagna di incentivi anche a scopi pubblicitari. Al riguardo l’Associazione dei Consumatori invita i rivenditori a adottare un comportamento corretto e trasparente, e non esiterà a segnalare casi “sospetti” all’Autorità Garante per la Concorrenza ed il Mercato (Antitrust).

Uno degli incentivi più appetibili tra quelli messi a punto dal Governo, per chi deve arredare la casa, è quello relativo all’acquisto delle cucine. Ebbene, al riguardo Adiconsum porta all’attenzione il fatto che l’incentivo è pari al 10% del prezzo di acquisto a fronte di un massimale di contributo statale concedibile pari a 1.000 euro; in base ai fondi stanziati, si stima che a beneficiare di questa misura saranno all’incirca 120 mila famiglie.

Critico invece è il giudizio dell’Adiconsum sul bonus sulle cosiddette eco-case in virtù del fatto che otto case su dieci nel nostro Paese non appartengono alle classi “A” e “B”, ragion per cui il rischio è quello di andare ad incentivare gli acquisti su unità immobiliari che già a livello energetico sono efficienti.

Fonte: http://www.vostrisoldi.it/articolo/incentivi-cucine-moto-ed-elettrodomestici-come-fare/26539/

Pasqua 2010: vacanze, italiani sfidano la crisi

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In barba alle difficoltà, alla crisi ed alle beghe quotidiane, per la Pasqua 2010 gli italiani hanno tanta voglia di vacanze, anche all’estero, al punto che la spesa complessiva quest’anno dovrebbe attestarsi in salita di ben il 16% a ben 9,7 miliardi di euro. Sono queste, infatti, le stime comunicate nel consueto Rapporto annuale a cura di Confesercenti-Swg, da cui è altresì emerso come la spesa complessiva media pro-capite dovrebbe far registrare un balzo dai 460 euro di Pasqua 2009 ai 564 euro di quest’anno.

Insomma, gli italiani non sembrano farsi vincere dalla crisi, anzi la sfidano puntando sulle terme, sulle metropoli e città d’arte non disdegnando neanche le cosiddette “vacanze verdi“. Il Rapporto rivela anche come non mancheranno i vacanzieri di Pasqua 2010 che taglieranno qualche spesa, ma preferiranno spendere meno per visitare le mostre ed i musei piuttosto che rinunciare ad un bel pranzo in trattoria per gustare specialità tipiche del territorio, così come non si rinuncia al pernottamento in albergo oppure allo shopping presso la località di villeggiatura.

Ma dove andranno gli italiani a Pasqua? Ebbene, dal Rapporto emerge come la Campania, con Napoli in testa, ed a seguire la Toscana, siano tre le mete preferite in Italia, mentre all’estero la Francia la spunta su Spagna, Germani, Svizzera ed Olanda; sono in calo invece le quotazioni di Paesi come Grecia, Croazia, Austria e Regno Unito.

Per quanto riguarda gli spostamenti, l’automobile è il mezzo più utilizzato anche perché buona parte degli italiani sta preparando i bagagli con la famiglia al completo; a debita distanza come mezzo utilizzato ci sono poi il treno e l’aereo. La meta in prevalenza è quella presso un albergo o una pensione, ma cresce anche il ricorso alla casa di proprietà, ed a seguire il residence, il Bed & Breakfast, il camper o l’agriturismo per chi punta sulla “vacanza verde” in aperta campagna.

http://www.vostrisoldi.it/articolo/pasqua-2010-vacanze-italiani-sfidano-la-crisi/26551/

MEF. Ammontare di CCT e BTP in emissione

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Il MEF, facendo seguito al comunicato stampa del 23 marzo 2010, comunica l’ammontare dei CCT e dei BTP che verranno offerti nell’asta del prossimo 30 marzo .
– Certificati di Credito del Tesoro
decorrenza / scadenza: 1º marzo 2010/2017; terza tranche
ammontare nominale dell’emissione:
da un minimo di 1.000 milioni di euro a un massimo di 1.500 milioni di euro
– Buoni del Tesoro Poliennali
decorrenza / scadenza: 15 dicembre 2009/2012; settima tranche
ammontare nominale dell’emissione:
da un minimo di 2.500 milioni di euro a un massimo di 3.500 milioni di euro
decorrenza / scadenza: 1º marzo 2010/1º settembre 2020; prima tranche
ammontare nominale dell’emissione:
da un minimo di 4.000 milioni di euro a un massimo di 5.000 milioni di euro
Fonte: http://www.mef.gov.it/ufficio-stampa/comunicati/?idc=23856

Sanità: piani di rientro, ministero su debiti 2009 di alcune Regioni

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Il ministero della Sanità ha reso noto – tramite un comunicato stampa – di aver provveduto al ripiano dei deficit sanitari 2009 di alcune regioni (Calabria Lazio, Molise e Campania) attraverso i fondi Fas (fondi per le aree sottoutilizzate).
Si riporta di seguito il testo del comunicato del Ministero della Salute
Situazione delle Regioni in Piano di rientro dal deficit sanitari
Nei giorni 23 e 24 marzo 2010 si è tenuta presso il Ministero dell’economia e delle finanze una sessione di verifica con le Regioni impegnate nei Piani di rientro potenzialmente interessate all’applicazione della nuova disposizione normativa (scaturita da quanto previsto dal nuovo Patto per la salute ) relativa alla possibilità, straordinariamente concessa a queste Regioni, di utilizzare i fondi FAS per ripianare eventuali disavanzi di gestione 2009 , in modo da poter evitare il ricorso ad un ulteriore inasprimento dell’aliquota regionale IRPEF e della maggiorazione regionale IRAP.
Tale verifica ha riguardato le regioni Calabria Lazio, Molise e Campania. Sono state anche verificate le regioni Sicilia e Sardegna, interessate però solo alla verifica finale del loro Piano di rientro 2007-2009.
I risultati dettagliati di tali verifiche saranno resi disponibili nei prossimi giorni .
In attesa di tali risultanze il Ministero della salute ritiene di dover evidenziare alcune linee di tendenza.
RICORSO AI FONDI FAS PER RIPIANARE I DISAVANZI 2009
Le Regioni interessate a tale ricorso sono risultate essere la Calabria, il Lazio, la Campania ed il Molise
CALABRIA
La Regione presenta per l’anno 2009 un risultato di gestione negativo di circa 120 ml di euro che, tenendo conto del ribaltamento su tale anno dei risultati negativi degli anni precedenti 2006, 2007 e 2008, porta ad un complessivo disavanzo 2009 di circa 1.000 mln di euro. In questa situazione, non essendo plausibile l’ipotesi di rinvenire nel bilancio regionale altre risorse, bisognerà ricorrere ai Fondi FAS per circa 1.000 milioni di euro per assicurare la necessaria copertura senza la quale scatterebbe il forte inasprimento della fiscalità regionale aggiuntiva.
Per quanto attiene all’andamento del Piano di rientro, si sono registrati ritardi, in particolare per la riorganizzazione della rete ospedaliera e il controllo della spesa farmaceutica e un’incompleta adozione dei provvedimenti previsti alle relative scadenze, compresa la regolarizzazione di alcune situazioni atipiche come quella della Fondazione Tommaso Campanella.
LAZIO
La Regione per l’anno 2009 presenta un risultato di gestione negativo di circa 1.400 mln. di euro, che, sommato al trascinamento di una perdita 2008 di circa 180 mln., porta ad un totale di disavanzo da coprire di circa 1.600 mln di euro, che, dopo le coperture straordinarie derivanti dalla fiscalità aggiuntiva regionale e dal fondo transitorio e da risorse regionali, comporta un disavanzo di gestione 2009 di circa 420 mln. di euro. Non essendo plausibile l’ipotesi di rinvenire nel bilancio regionale altre risorse, bisognerà ricorrere ai Fondi FAS per circa 420 milioni di euro per assicurare la necessaria copertura senza la quale scatterebbe il forte inasprimento della fiscalità regionale aggiuntiva.
Relativamente alla complessiva verifica di attuazione del PdR è emerso che la gestione commissariale governativa ha messo in essere una serie di positive iniziative che ha portato ad una migliorata capacità di gestione del complesso servizio sanitario regionale. Grazie a questa gestione è stato possibile erogare una quota di 70 milioni di euro (pari a circa il 10% del totale erogabile). Rimangono tuttavia da sciogliere ed affrontare sul piano operativo i principali nodi strutturali che riguardano le grandi tematiche: protocolli d’Intesa con le Università, la mancata contrattualizzazione delle prestazioni e delle funzioni erogate dagli ospedali classificati e dagli IRCCS privati, la riorganizzazione della rete ospedaliera, il ritardo che si registra nel processo di accreditamento definitivo.
MOLISE
La Regione per l’anno 2009 presenta un risultato di gestione negativo al IV trimestre di circa 80 mln. di euro, che sommato al trascinamento di una perdita 2008 di circa 30 mln., porta ad un totale di disavanzo da coprire di circa 110 mln di euro che, dopo le coperture straordinarie derivanti dalla fiscalità aggiuntiva regionale e dal fondo transitorio, comporta un disavanzo di gestione 2009 di circa 67 mln. di euro. Non essendo plausibile l’ipotesi di rinvenire nel bilancio regionale altre risorse, bisognerà ricorrere ai Fondi FAS per circa 67 milioni di euro per assicurare la necessaria copertura senza la quale scatterebbe il forte inasprimento della fiscalità regionale aggiuntiva.
Relativamente alla complessiva verifica di attuazione del PdR è emerso che la Regione non risulta aver adottato i provvedimenti di risanamento del SSR, in particolare per la mancata adozione dell’atto aziendale, la mancata riorganizzazione della rete ospedaliera e territoriale, per la gestione dei rapporti con l’IRCCS Neuromed e Cattolica, per la riorganizzazione della rete laboratoristica.
CAMPANIA
La Regione per l’anno 2009 presenta un risultato di gestione negativo di circa 770 mln. di euro, che sommato al trascinamento di una perdita 2008 di circa 223 mln., porta ad un totale di disavanzo da coprire di circa 1.000 mln di euro che, dopo le coperture straordinarie derivanti dalla fiscalità aggiuntiva regionale e dal fondo transitorio, comporta un disavanzo di gestione 2009 di circa 500 mln. di euro. Ciò significa, che essendo non plausibile l’ipotesi di rinvenire nel bilancio regionale altre risorse, bisognerà ricorrere ai Fondi FAS per circa 500 milioni di euro per assicurare la necessaria copertura senza la quale scatterebbe il forte inasprimento della fiscalità regionale aggiuntiva.
Per quanto attiene all’andamento del Piano di rientro, si è registrata la conferma dei ritardi che hanno portato al commissariamento della Regione. Si registrano ritardi nella riorganizzazione della rete ospedaliera, della rete laboratoristica, della rete territoriale, nella stesura dei protocolli d’intesa con le università. Una cospicua serie di provvedimenti adottati dalla gestione commissariale Commissario nei mesi di febbraio e marzo non sono ritenuti valutabili in questa sessione in quanto trasmessi solo poche ore prima della riunione di verifica.
VERIFICHE FINALI DEI PIANI DI RIENTRO
Erano interessate la Sicilia e la Sardegna .
SICILIA
La Regione per l’anno 2009 presenta come risultato di gestione, dopo le coperture straordinarie derivanti dalla fiscalità aggiuntiva regionale e dal fondo transitorio, un avanzo di gestione di circa 26 ml di euro.
L’esito della riunione di verifica con la Regione Siciliana è risultato parzialmente positivo in ordine alle prescrizioni indicate nei verbali delle precedenti sedute di verifica, relativamente alle scadenze del 31 luglio e del 30 settembre. Ciò ha consentito di prospettare la erogabilità di 445 mln di euro di quote premiali, mentre restano da erogare circa 500 mln di euro
Relativamente alla complessiva verifica di attuazione del PdR si è convenuto che la Regione ha messo in essere vari provvedimenti per il risanamento del SSR (in particolare per la riorganizzazione della rete ospedaliera, per il potenziamento della risposta territoriale e per la riorganizzazione del sistema 118) Tali interventi per quanto giudicati efficaci nella loro impostazione, sono ancora solo molto parzialmente realizzati. Pertanto il PdR non può considerarsi pienamente attuato.
La Regione ha chiesto, grazie ad una apposita norma legislativa nazionale da emanarsi, di poter prorogare i tempi di attuazione e completamento del PdR mettendo in evidenza che lo stesso è partito con un anno e mezzo di ritardo dalla formalizzazione dell’Accordo, solo dopo l’insediamento della nuova Giunta.
SARDEGNA
La verifica annuale ha dato esito negativo. Tavolo e Comitato hanno valutato che la Regione Sardegna dopo aver presentato a consuntivo 2008 un disavanzo non coperto di circa 75 mln di euro, ha presentato al IV trimestre un disavanzo non coperto di circa 225 mln di euro per l’anno 2009. La Regione ha comunicato di aver disposto una adeguata manovra di bilancio per assicurare la necessaria copertura.
La Regione non risulta aver adottato i provvedimenti di risanamento del SSR, in particolare per la riorganizzazione della rete ospedaliera e territoriale, della razionalizzazione dell’acquisto dei beni e servizi. Pertanto la verifica di questa sessione, che si è configurata come ultima verifica sul piano di rientro, non è stata positiva. La Regione per poter accedere all’ulteriore tranche dei finanziamenti non erogato dovrebbe , entro la fina dell’anno 2010, dar seguito a quanto previsto nel Piano di rientro, in particolare promuovendo il risanamento del SSR in quei settori da razionalizzare, come la rete ospedaliera e territoriale, l’acquisto di beni e servizi e di prestazioni da privato, la spesa farmaceutica.
http://www.regioni.it/newsletter/newsletter.asp?newsletter_data=2010-03-25&newsletter_numero=1545#art6

Corte Ue, per la deduzione fiscale l’orario non può discriminare

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È la conclusione a cui sono pervenuti gli eurogiudici con la sentenza pronunciata nel procedimento C-440/2008
La controversia, approdata dinanzi alla Corte di Giustizia dell’Unione europea, riguarda un contribuente residente in Germania che gestisce un’impresa nel settore della serricoltura e ha costituto nei Paesi Bassi una struttura stabile in cui sono coltivate piante.
Analisi della normativa nazionale
La legge olandese in materia di imposta sul reddito assoggetta a imposta le persone fisiche che pur non risiedendo nei Paesi Bassi, vi percepiscono redditi. La base imponibile per calcolare l’imposta è costituita dall’utile ottenuto dal contribuente in qualità di imprenditore, ridotto della deduzione in favore dei lavoratori autonomi. La deduzione è soggetta al rispetto di un criterio “orario”. Tale criterio corrisponde alla realizzazione durante l’anno civile di un quantitativo di ore di lavoro (pari ad almeno 1.225 annue) in favore di una o più imprese dalle quali l’imprenditore realizza un utile. A tale proposito, con particolare riferimento al caso di specie, per valutare se un contribuente non residente soddisfi tale criterio, sono prese in considerazione esclusivamente le ore dedicate ad attività di una parte di impresa gestita in una struttura stabile nei Paesi Bassi. Tuttavia, per evitare gli effetti discriminatori di tale previsione, il contribuente non residente assoggettato al sistema impositivo di un altro Paese membro in cui risiede può optare per il regime applicabile ai contribuenti residenti (cd. opzione di equiparazione). La disposizione che disciplina tale ipotesi non richiede che il reddito prodotto dal contribuente non residente sia interamente o quasi interamente realizzato nei Paesi Bassi.
Le origini della controversia
Con riferimento al caso di specie l’Amministrazione fiscale olandese ha ritenuto che il contribuente non abbia soddisfatto il richiamato criterio orario, posto che egli ha effettuato per la sua impresa un monte orario superiore alle 1.225 ore richieste dalla norma, mentre nei Paesi Bassi ha realizzato per detta struttura meno di 1.225 ore di lavoro.
La riportata normativa interna sembra pertanto presentare profili discriminatori. La magistratura olandese posta dinanzi al problema, ha sollevato questione la pregiudiziale dinanzi alla Corte di Giustizia, rilevando che il limite posto a carico del contribuente non residente in ordine al diritto di deduzione previsto in favore dei lavoratori autonomi, possa dar luogo a un contrasto tra la normativa di diritto olandese e l’articolo 43 del Trattato CE (ora 49).
Detta disposizione comunitaria prevede che “…le restrizioni alla libertà di stabilimento dei cittadini di uno Stato membro nel territorio di un altro Stato membro vengono vietate. Tale divieto si estende altresì alle restrizioni relative all’apertura di agenzie, succursali o filiali, da parte dei cittadini di uno Stato membro stabiliti sul territorio di un altro Stato membro. La libertà di stabilimento importa l’accesso alle attività autonome e al loro esercizio, nonché la costituzione e la gestione di imprese…alle condizioni definite dalla legislazione del paese di stabilimento nei confronti dei propri cittadini…”.
La Corte di Cassazione olandese pertanto ha sottoposto alla Corte di Giustizia CE la seguente questione pregiudiziale: “se l’articolo 43 CE debba essere interpretato nel senso che non osta all’applicazione di una disposizione del diritto tributario di uno stato membro ai profitti realizzati da un cittadino di un altro Stato membro (soggetto passivo straniero) in una parte della sua impresa situata nel primo stato membro, qualora siffatta disposizione, interpretata in un determinato modo, operi una distinzione incompatibile con l’articolo 43 CE tra i soggetti passivi nazionali e quelli stranieri, ma abbia conferito al soggetto passivo straniero la possibilità di scegliere di essere trattato come un soggetto passivo nazionale, possibilità di cui questi non si è avvalso per motivi personali”.
La posizione della Corte di giustizia
La Corte è stata chiamata a pronunciarsi sul presunto contrasto tra la normativa olandese e quella comunitaria, a prescindere dalla circostanza che i potenziali effetti discriminatori si possano evitare mediante l’esercizio della cd. opzione di equiparazione.
Pertanto, rileva la Corte, l’enunciato criterio orario, nella previsione di un trattamento differenziato tra cittadini residenti e non residenti rischia di operare principalmente a detrimento di cittadini di altri Stati membri, poiché i non residenti in gran parte dei casi non sono nemmeno cittadini nazionali. Vero è che, con riferimento alle controversie sorte in relazione alla tassazione dei redditi delle persone fisiche, la Corte di Giustizia ha ammesso che la situazione dei residenti e quella dei non residenti in un determinato Stato membro non sono in via generale analoghe, dato che presentano differenze oggettive per la fonte dei redditi e la capacità contributiva personale.
Tuttavia, in presenza di una disciplina che stabilisca la concessione di un vantaggio fiscale esclusivamente a favore di residenti, rifiutandola ai non residenti, tale disparità di trattamento può integrare una vera e propria discriminazione in contrasto con la disciplina contenuta nel Trattato Ue, laddove non sussista un’obiettiva diversità di situazione tale da giustificare la disparità di trattamento tra le categorie di contribuenti.
Come rilevato dal giudice del rinvio, la deduzione prevista a favore di lavoratori autonomi non è collegata alla capacità personale dei contribuenti, quanto alla natura dell’attività svolta. Infatti, tale deduzione viene concessa a quei contribuenti imprenditori la cui attività imprenditoriale costituisce attività principale, elemento dimostrabile facendo ricorso al criterio orario.
Pertanto, ai fini della concessione di detta deduzione, non è rilevante la circostanza che tali contribuenti abbiano effettuato ore di lavoro nei Paesi Bassi o in altri Stati membri. Da ciò consegue che i contribuenti residenti e non, si trovano, ai fini della deduzione a favore dei lavoratori autonomi, in una situazione comparabile.
Le conclusioni
Ciò posto, una normativa nazionale che al fine di concedere un beneficio fiscale utilizzi un criterio orario che impedisca ai contribuenti non residenti di calcolare le ore di lavoro effettuate in un altro Stato membro rischia di penalizzare tali ultimi contribuenti, ponendosi in contrasto con l’articolo 49 del Trattato Ue.
Per quanto attiene l’opzione di equiparazione, la stessa consente a un contribuente di scegliere tra un regime fiscale discriminatorio e un altro che non lo è. Tuttavia la possibilità di esercitare l’opzione non esclude la sussistenza di effetti discriminatori con riferimento al primo regime.
In altre occasioni del resto, la Corte ha precisato che un regime nazionale restrittivo della libertà di stabilimento risulta incompatibile con il diritto comunitario, anche nel caso in cui la sua applicazione sia facoltativa.
Pertanto è in contrasto con l’articolo 49 del Trattato Ue una normativa nazionale (come nel caso di specie) che, con riferimento alla concessione di un beneficio fiscale (quale la deduzione a favore di lavoratori autonomi), abbia effetti discriminatori nei confronti dei contribuenti non residenti, anche nel caso in cui i contribuenti possano optare per il regime applicabile ai residenti.

Marcello Maiorino
Fonte: http://www.nuovofiscooggi.it/giurisprudenza/articolo/corte-ue-le-ore-lavoro-non-contano-ai-fini-della-deduzione-fiscale

Immobili imprese non accatastati: nuovi coefficienti per calcolo Ici

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Pubblicato in Gazzetta il decreto di aggiornamento per i fabbricati classificabili nel gruppo catastale D
Aggiornati dal decreto del ministero dell’Economia e delle Finanze del 9 marzo 2010, in base ai dati risultanti all’Istat sull’andamento del costo di costruzione di un capannone, i coefficienti per la determinazione del valore degli immobili ai fini dell’applicazione dell’Ici dovuta per il 2010.
L’articolo 5, comma 3, del Dlgs 504/1992, stabilisce infatti che la base imponibile dei fabbricati classificabili nel gruppo catastale D, non iscritti in catasto con attribuzione di rendita, interamente posseduti da imprese e distintamente contabilizzati, viene determinata all’inizio di ciascun anno solare, fino all’attribuzione della rendita, applicando al costo risultante dalle scritture contabili, al lordo delle quote di ammortamento, i coefficienti ministeriali, che vengono definiti annualmente con apposito decreto.
Coefficienti di aggiornamento stabiliti per l’applicazione dell’Ici dovuta per il 2010:

2010 1,02
2009 1,03
2008 1,07
2007 1,11
2006 1,14
2005 1,17
2004 1,24
2003 1,28
2002 1,33
2001 1,36
2000 1,40
1999 1,42
1998 1,45
1997 1,48
1996 1,53
1995 1,57
1994 1,62
1993 1,66
1992 1,67
1991 1,71
1990 1,79
1989 1,87
1988 1,95
1987 2,11
1986 2,27
1985 2,44
1984 2,60
1983 2,76
1982 e anni precedenti 2,92
La determinazione del valore sulla base dei costi rivalutati non si applica ai fabbricati per i quali è stata la procedura automatica di classamento Docfa che consente al contribuente di avanzare una proposta di rendita il cui valore può essere utilizzato ai fini Ici fino a quando non viene attribuita la rendita definitiva. La rendita proposta diviene definitiva se non rettificata dall’ufficio entro un anno dalla presentazione.
r.fo.
Fonte: http://www.nuovofiscooggi.it/normativa-e-prassi/articolo/immobili-di-imprese-non-accatastati-nuovi-coefficienti-calcolo-ici

Comunicazioni Iva, aggiornati software di compilazione e controllo

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On line le nuove versioni dei pacchetti informatici per dichiarazioni di inizio e cessazione attività e di variazione dati
In rete, sul sito dell’Agenzia delle Entrate, la versione aggiornata dei software da utilizzare per la compilazione e il controllo dei modelli Iva AA7/10, AA9/10 e per la compilazione di ANR/3. Si tratta delle dichiarazioni di inizio o cessazione attività e variazione dati dei soggetti diversi dalle persone fisiche (AA7), delle imprese individuali e lavoratori autonomi (AA9) e delle dichiarazioni di cessazione attività e variazione dati dei soggetti direttamente identificati ai fini Iva (ANR).
Necessario l’utilizzo del nuovo pacchetto AA7 per inizio attività e variazione dati da parte di società con sede legale in Italia, per le quali non è possibile indicare il domicilio fiscale. Più rigore, inoltre, nella compilazione relativa ai numeri di codice di avviamento postale. Non si ammettono errori nel caso di codici riferiti ai comuni italiani e non basta più il CAP generico per le città suddivise in zone postali.
Per quanto riguarda il modello AA9, va bene anche il precedente software per le dichiarazioni di inizio attività e variazione dati di imprese individuali e lavoratori autonomi, purché, come già detto per l’AA7, i numeri dei CAP siano correttamente riportati.
Il software per la compilazione può essere usato sia da chi inoltra direttamente la propria dichiarazione attraverso Fisconline sia dagli intermediari che la trasmettono per conto di altri tramite il servizio Entratel.Il modulo di controllo, invece, consente di sottoporre a una prima verifica le dichiarazioni, per segnalare eventuali incongruenze tra i dati presenti nel file creato e le specifiche tecniche.
Anna Maria Badiali
Fonte: http://www.nuovofiscooggi.it/attualita/articolo/comunicazioni-iva-aggiornati-software-di-compilazione-e-controllo