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Cronaca nazionale/ Tamponamento a catena in tangenziale causato dai cinghiali, due feriti

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E’ un problema di grossa rilevanza per la sicurezza collettiva. Di nuovo un incidente ad Asti sulla tangenziale; è stata una famiglia di cinghiali a causare il tamponamento a catena, l’incidente poco prima dell’uscita per il centro città in corso Savona. L’attraversamento improvviso da parte dei cinghiali mentre arrivava un’ambulanza con un ferito a bordo, poi coinvolta nel tamponamento, insieme ad altre autovetture ha generato il caos.

Il bilancio parla di due feriti non gravi, compreso quello dell’ambulanza, poi trasportato con l’arrivo di un’altra unità mobile.

Per rimuovere le carcasse degli animali e le auto, il traffico è stato bloccato per quasi due ore, si sono formate lunghe code.

Coronavirus, in leggero calo la curva del contagio nelle 24 ore

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In leggero calo la curva del contagio da Covid in Italia; lo si evince leggendo il bollettino del Ministero della Salute Sono 2.748 i positivi ai test Covid individuati nelle ultime 24 ore, ieri erano stati 3.023.

Sono invece 46 le vittime in un giorno, (+16).  Sono 344.969 i tamponi molecolari e antigenici per il coronavirus effettuati nelle ultime 24 ore in Italia, rispetto ai precedenti 271.566.

Il tasso di positività è all’0,8% (rispetto a 1,1%).

La riflessione/ Oggi più che mai serve una Legge che tuteli il “Lavoro”

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FOTO DI REPERTORIO

Il mondo del lavoro ha urgenze che necessitano di nuove risposte, anche se lo Statuto dei lavoratori ha ancora la sua importanza e la sua validità. Servono azioni rapide e concrete, a iniziare dalla riduzione delle tipologie dei contratti precari, perché la stagnazione dei salari si sta dimostrando una catastrofe, è urgente rilanciare la piena e buona occupazione, con salari in linea a questo rilancio, poichè alla crescita del Pil si sta coniugando una crescita occupazionale precaria. Ad agosto abbiamo avuto un calo di 80 mila occupati rispetto a luglio, anche se, tendenzialmente, abbiamo una crescita di 293 mila occupati: l′80% di questi sono precari, il recupero sull’anno pre-pandemico si sta concretizzando in un’occupazione a tempo determinato e  precaria mentre al Paese serve un rilancio della piena e buona occupazione e dei salari, infatti la stagnazione salariale che ci trasciniamo dietro da lungo periodo: è il risultato di politiche economiche che hanno tentato di recuperare competitività tramite la moderazione salariale.

Il salario lordo annuale medio per un dipendente full-time in Italia nel 2019 era di circa 30mila euro, cresciuto dal 2000 di solo il 3,1% al contrario lo stesso tipo di salario, in Germania era pari a 42.400 euro, in Francia di 39.100 euro: quello tedesco è cresciuto del 18,4%, quello francese del 21,4%. L’Italia, nel 2019, prima del Covid era l’unico Paese tra le maggiori economie europee che non aveva ancora recuperato i livelli salariali precedenti al 2008, quando scoppiò la grande crisi della bolla economica ed era anche contraddistinto da un lento recupero dei livelli occupazionali. Il nostro mercato del lavoro, a causa della struttura produttiva, è caratterizzato da una abnorme incidenza delle professioni a bassa qualifica e da un peso del part-time più alto di tutta l’eurozona, elementi che spingono in basso i salari.

I salari sono disallineati rispetto al lavoro effettivamente svolto; nel 2019 le ore medie annue lavorate da un dipendente sono state 1.583, mentre in Germania 1.334, quindi 249 in meno, si lavora molto di più anche a causa della scarsa capacità tecnologica e ai bassi investimenti in innovazione nel nostro sistema economico, ma la quota di reddito che va al fattore lavoro tramite i salari è molto più bassa: da noi è il 52,8% mentre in Germania è il 59,2 per cento. Tra il 2008 e il 2020 anno della crisi pandemica nel mercato del lavoro è cresciuta l’area della precarietà occupazionale, dentro ci sono gli occupati dipendenti a tempo determinato, i precari, che sono passati da 2,3 a 2,7 milioni, ma anche chi lavora in part-time involontario, cioè chi vorrebbe lavorare più ore. In questo periodo si è registrata una crescita imponente di questa seconda componente: le persone che lavorano in part-time involontario sono passate da 1,3 a 2,7 milioni, un aumento del 106%, anche la quota del part-time involontario sugli occupati part-time è aumentata: pesavano il 40,2% nel 2008, nel 2020 siamo al 64,6 per cento, cioè 24,4 punti percentuali in più.

Su 15,9 milioni di dipendenti privati, 5,2 milioni sono a un livello sotto i 10mila euro lordi annui, i full-time a tempo indeterminato e continui hanno un salario medio di 36.200 euro: la nostra categoria più alta guadagna in media meno del salario medio tedesco e francese. Il salario entra nella domanda tramite i consumi e quindi aiuta a sostenere la domanda interna e la crescita. Per rilanciare i salari possiamo individuare alcune azioni; ·         orientare gli investimenti pubblici del Recovery con più attenzione verso la crescita dell’occupazione, di sicuro quest’anno i recuperi occupazionali resteranno distanti dai livelli pre-pandemia, il confronto dato di agosto di quest’anno con quello di agosto del 2019 vede 539 mila occupati in meno. ·         ridurre le tipologie dei contratti precari: il lavoro stabile e ben retribuito è fondamentale per stimolare le imprese a investire e aumentare la produttività, ·         completare i rinnovi contrattuali, secondo gli ultimi dati dell’Istat, i lavoratori dipendenti interessati dal completamento dei rinnovi contrattuali sono 7,3 milioni, circa il 60% dei lavoratori dipendenti, i tempi medi di attesa di chi lavora con un contratto scaduto sono passati da 16 a 28 mesi, il che significa mandare a far fottere la tutela del potere d’acquisto dei salari. ·         adeguare il sistema di ammortizzatori sociali; la pandemia ha messo in luce un sistema frammentato, serve un sistema nuovo, basato sui principi dell’universalità, dell’inclusività e dell’equità. ·         intervenire sulla disoccupazione per venire incontro ai disoccupati sostanziali, che oltre ai 2,3 milioni di disoccupati di fatto, include 1,6 milioni di inattivi assimilabili ai disoccupati, l’indice di disoccupazione sostanziale raggiunge il 14,5%,con un aumento di 5,3 punti percentuali rispetto al tasso di disoccupazione ufficiale.

Alfredo Magnifico

Attualità/ Morti sul lavoro, Risso (Terra Viva Cisl): “un bollettino di guerra quotidiano”

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Claudio Risso

Un’altra morte sul posto di lavoro. A pochi giorni dalla tragedia di Paola, in provincia di Cosenza, dove hanno perso la vita quattro persone, la stessa dinamica si ripete in un’azienda agricola di Andria e costa la vita a un giovane trentenne, morto mentre stava lavorando a un macchinario per la vinificazione.

“Ormai assistiamo quasi quotidianamente a morti bianche inaccettabili. Solo in Puglia, con quella di ieri sera, sono 53 le vittime sul lavoro dall’inizio dell’anno – commenta il Presidente nazionale di Terra Viva Claudio Risso – Non basta più l’appello, al quale ci uniamo, di Sindacati e associazioni, è necessaria e urgente una presa di coscienza e di posizione da parte delle Istituzioni.”

“Lavoro di qualità implica anche e soprattutto lavorare in sicurezza, e il comparto agricolo purtroppo concorre con cifre spaventose a questa strage silenziosa. La cultura della sicurezza sul lavoro è uno degli obblighi morali e degli indicatori principali dell’evoluzione civile di una società. Deve esserlo ancora di più per il settore agricolo caratterizzato da elementi di notevole complessità, data l’elevata specializzazione dei processi produttivi e di trasformazione. L’impegno di Terra Viva – prosegue Risso – è nel non considerare la sicurezza solo un obbligo normativo, ma un vero e proprio cambiamento culturale e professionale, che si può concretizzare attraverso un percorso formativo altamente qualificato e responsabilizzante.”

Terra Viva Associazione Liberi Produttori Agricoli

Sport/ Grande successo per la nuova Maratona della Valle d’Itria

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Doveva essere una gara da sogno è lo è stata per tutte le oltre 200 persone che hanno preso parte l’edizione numero zero della Valle d’Itria Leonardo Trulli Marathon e alla camminata non competitiva, in programma domenica 3 ottobre sulle strade di Locorotondo (in Puglia). L’evento sportivo, firmato da Impossible Target, sostenuto dal magazine della corsa Runner’s World, e inserito nel calendario nazionale Fidal ha confermato tutte le aspettative degli atleti che si sono sfidati in una 42K che l’ultramaratoneta Simone Leo ha già definito “la maratona più dura d’Italia”. Sul traguardo del centro sportivo Sportlandia di Locorotondo è stato Vincenzo Mirizzi, atleta dell’A.S. Amatori di Putignano, a tagliare per primo il traguardo nel tempo di 3:07’26”. A inseguirlo per tutta la gara, ma senza mai riuscire ad avvicinarlo, sono stati Gabriele Buscicchio, dell’Asd Grecia Salentina, secondo in 3:19’06”, e Giuseppe Mucavero, dell’Apulia Sport Palagiano, terzo in 3:29’05”. In campo femminile a trionfare è stata Teresa Lelario, del Running Club Torremaggiore, che ha chiuso in 3:17’52”, seguita da Patrizia Pricci in 3:41’48” e da Maria Rosaria Ancona, del Martina Franca Running, in 3:54’27”. Tempi condizionati da un percorso decisamente impegnativo quanto spettacolare, con quasi 700 metri di dislivello. Dura, ma bellissima questa gara, con il suo tracciato collinare, tra le contrade, il centro storico di uno dei borghi più belli d’Italia e, soprattutto, tra decine di trulli, le costruzioni rurali tipiche di questo territorio, divenute celebri in ogni parte del mondo.

“Sono estremamente soddisfatto per aver regalato anche alla mia Puglia un evento targato Impossible Target – ha confessato Giacomo Lopopolo, presidente della Asd Impossible Target –. Per noi, tutti i partecipanti sono vincitori e sono felice che con questo evento siamo riusciti a regalare una domenica di spot indimenticabile. Un complimento speciale ai primi, ma il nostro plauso è esteso davvero a tutti coloro i quali hanno sfidato questo percorso così duro”. Tante le storie che si sono intrecciate sotto il sole della Valle d’Itria come quella di Maria Tatò, che proprio qui, nella sua terra, ha voluto celebrare la sua 50esima maratona. Ad accoglierla e festeggiarla sul traguardo non soltanto le sue compagne di squadra capitanate da Mariella Di Leo, che hanno preparato una coppa speciale, ma anche i nipoti che le hanno sorretto il nastro al traguardo per rendere indimenticabile questo momento. La mitica Angela Gargano ha corso la sua 42K numero 1024, così come suo marito Michele Rizzitelli ha corso la sua numero 1019. Tra gli esordienti, invece, lo youtuber Jacopo Malnati, del duo Pantellas celebre tra i giovanissimi, ha scelto Locorotondo per il suo esordio percorrendo le strade in compagnia di Simone Leo.

“Siamo all’edizione zero di quello che fino a qualche mese fa era solo un sogno – afferma Rosalba Cardone, imprenditrice e titolare del Leonardo Trulli Resort, oltre che ispiratrice dell’evento -, un evento che abbiamo fortemente voluto con l’obiettivo di far conoscere il nostro bellissimo territorio agli sportivi”.

Insieme a lei ha lavorato alla riuscita dell’evento anche l’ultrarunner Simone Leo (che da giovedì scorso è cittadino onorario di Locorotondo). L’evento è stato immediatamente sposato dall’Amministrazione Comunale di Locorotondo che ha patrocinato l’iniziativa ed è stato sostenuto in primis dall’imprenditrice Rosalba Cardone, titolare del Leonardo Trulli Resort, che ha dato il nome alla gara, e da numerosi sponsor locali e nazionali. A cominciare da Edilcass, e dalla BCC Locorotondo; da Ceramiche Orion e da A+ Costruzioni; dall’impresa Giacovelli, che ha messo a disposizione la sua frutta fresca e dalla Cantina Sociale Upal di Cisternino. E ancora Sportlandia e Asso Prom Invest. Un grazie speciale va alla Polizia Locale di Locorotondo, alla Protezione Civile Ser e al Club Supermarathon del presidente Paolo Gino che ha sostenuto l’evento. Il tracciato di 21K (da percorrere 2 volte) è stato messo a punto dal direttore di gara Oronzo Semeraro che ha regalato a tutti i partecipanti l’opportunità di gettare uno guardo sulla Valle d’Itria. Speciale anche la medaglia consegnata a tutti i concorrenti: un oggetto unico, realizzato in metalli di recupero e soprattutto con i pezzi delle intersuole delle scarpe da running che sono state recuperate una volta giunte al termine del loro ciclo di vita. Un prodotto realizzato da R-Medal, azienda nata da una costola di Eso Sport, che punta tutto sulla sostenibilità ambientale abbinata allo sport.

Impossible Target A.s.d. 

Alimentazione/Slow Food: “ Fuori gli Ogm dai nostri campi e dalle nostre tavole!”

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Il 24 settembre scorso, la Commissione europea ha pubblicato una Valutazione d’impatto iniziale nel tentativo di allentare la legislazione sulle piante prodotte con tecniche genomiche. Fino al 22 ottobre i cittadini sono invitati a esprimere il proprio parere sul progetto legislativo, rispondendo alla consultazione disponibile sul sito della Commissione stessa. Slow Food esorta i membri della sua rete a far sentire la propria voce, per ricordare all’Unione europea che non desideriamo ritrovarci nel piatto cibi ottenuti attraverso le nuove tecniche genomiche, cioè i nuovi Ogm. 

 «Attraverso il Green Deal e la strategia Farm to Fork, la Commissione europea si è impegnata ad accelerare la transizione verso un sistema alimentare sostenibile per davvero. Aprendo alla modifica delle norme europee in vigore sugli Ogm, la Commissione cade però nella trappola di cercare soluzioni tecnologiche per migliorare il sistema alimentare, invece di investire e promuovere sistemi agroecologici che portano benefici agli agricoltori, alle comunità locali e all’ambiente in generale» ha commentato Marta Messa, direttrice di Slow Food Europe.

Tre settimane di tempo per dire no ai nuovi Ogm

 Come accennato, tutti i cittadini comunitari – non solo esperti e agricoltori, ma anche membri delle organizzazioni della società civile e privati cittadini – hanno tempo fino al 22 ottobre per esprimere le proprie opinioni sul piano messo a punto dalla Commissione europea. Far sentire la propria voce è importante, perché questo argomento avrà un impatto diretto sulla vita quotidiana di tutti. Ma che cosa sono questi Ogm di nuova generazione e perché se ne parla a livello europeo? Lo scorso aprile, la Commissione europea ha pubblicato un rapporto nel quale si legge che le nuove tecniche di manipolazione genetica (le cosiddette New Breeding Techniques, Nbt, o Nuove tecniche genomiche, Ngt, come per esempio il metodo CRISPR-Cas9) “potrebbero assicurare benefici per la società europea”, anche per quanto riguarda il livello di sostenibilità dei nostri sistemi alimentari. In quel testo, si giunge alla conclusione che sia necessaria una norma che regoli questi nuovi Ogm.  Nella Valutazione d’impatto iniziale pubblicata a fine settembre, la Commissione europea mette a fuoco i problemi dell’attuale legislazione proponendo alcune possibili soluzioni e presentandone la pre-valutazione degli impatti sociali, ambientali ed economici. Lo fa però, a nostro avviso, sovrastimando i potenziali benefici e minimizzando i rischi concreti che si corrono deregolamentando i nuovi Ogm.  La Commissione europea sta cercando di allentare le norme che attualmente regolano gli Ogm, con una duplice preoccupante conseguenza: i nuovi Ogm potrebbero non aver più bisogno di essere indicati come tali in etichetta, e la loro provenienza non essere conoscibile. 

 «I nuovi (e i vecchi) Ogm sono completamente incompatibili con l’agroecologia – sostiene Francesco Sottile, agronomo e professore all’Università di Palermo – . I nuovi Ogm vengono richiesti soltanto da quegli agricoltori che preferiscono continuare a coltivare monocolture, rifiutando di adottare tecniche che permetterebbero di migliorare la resilienza delle terre e delle zone rurali. Invece di sprecare tempo e risorse preziose sui nuovi Ogm, l’Unione europea dovrebbe preoccuparsi di aiutare gli agricoltori a sostenere le alternative all’agricoltura industriale».  

 La posizione di Slow Food

 A giugno 2021, in risposta al rapporto di aprile della Commissione, Slow Food ha pubblicato un policy brief nel quale ribadisce la propria posizione sui nuovi Ogm, chiedendo che continuino a essere strettamente regolamentati, considerati i rischi per la biodiversità, l’incompatibilità con un sistema agricolo basato sull’agroecologia e le minacce rappresentate ai mezzi di sussistenza degli agricoltori di piccola scala.  Slow Food ha anche inviato una risposta congiunta alla Commissione europea, messa a punto da oltre 60 organizzazioni della società civile, per esprimere la propria preoccupazione. In generale, l’agricoltura basata sugli Ogm vuole ignorare la vocazionalità ambientale, favorendo lo sviluppo di monocolture intensive che sono causa del progressivo impoverimento delle terre di tutto il Pianeta. Inoltre, questo processo mette sempre più a rischio la conservazione delle sementi tradizionali e perciò anche delle comunità rurali che si vedono sempre più spesso private di ciò che ha sempre rappresentato il proprio mezzo di sostentamento. 

Per tutte queste ragioni, invitiamo la società civile a mobilitarsi contro la nuova generazione di Ogm. Chi è interessato a partecipare alla consultazione europea può consultare il sito di Slow Food, dove può compilare un breve form e rispondere alla consultazione della Commissione europea.  

Ufficio stampa Slow Food

Vino/ Celebrati i 20 anni di storia di Oreno al Mandarin Oriental di Milano

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 Eleganza, cura dei dettagli e identità hanno contraddistinto l’evento di celebrazione dei 20 anni di storia di Oreno, vino di punta della realtà vitivinicola toscana di Tenuta Sette Ponti. Al Mandarin Oriental a Milano la famiglia Moretti Cuseri ha organizzato una verticale delle 20 annate presentate da due grandi esperti del vino come il primo italiano Master of Wine Gabriele Gorelli e il wine critic e Miglior Sommelier del mondo per la WSA Luca Gardini. Un evento che ha visto protagonisti momenti di alta professionalità, ma anche grandi emozioni suscitate dal racconto di Antonio Moretti Cuseri, ideatore dei vini e delle etichette della tenuta a partire dalla fine degli anni ’90 e oggi guidata assieme ai due figli Alberto Moretti e Amedeo Moretti. Disponibile, in edizione limitata, la Magnum Oreno 2019 Toscana IGT con etichetta speciale “Celebrating 20 Years of Oreno, 1999-2019”. Dalla cura in vigna, in fase di vendemmia, alla vinificazione fino all’affinamento in bottiglia ogni dettaglio nella creazione di Oreno è seguito con rigore da un team di altissimo livello; ogni scelta e ogni gesto fanno in modo che unicità e riconoscibilità siano parte di questo vino dal grande potenziale di invecchiamento con il suo elegante taglio bordolese con tocco toscano. «Oreno nasce dal desiderio di fare un grande vino, cercando di fare meglio e sempre di più» spiega Antonio Moretti Cuseri. «Venivo da una lunga esperienza nel mondo della moda e a un certo punto ho fatto una scelta; quella di dedicare la maggior parte della mia vita alla campagna e di conseguenza alla vite. La mia più grande soddisfazione è stata, in seguito, quella di osservare i miei figli Alberto e Amedeo fare la stessa scelta e lavorare nel vino con me con un obiettivo comune sin dal principio, ossia quello di portare nel mondo del vino stile, attenzione ai dettagli e creatività». Obiettivo raggiunto ai massimi livelli, raccogliendo una serie di riconoscimenti mondiali. Il più significativo per la storia e la qualità dell’etichetta Oreno arriva a pochi anni dalla prima vendemmia, quando Wine Spectator premia Oreno come il 5°, 10° e il 15° miglior vino della Wine Spectator TOP 100 del mondo. Oreno, che prende nome dal torrente che attraversa la tenuta, ricorda nei suoi sentori il territorio da cui proviene; nato da un blend che coniuga la struttura del Merlot, la classe del Cabernet Sauvignon, l’eleganza del Petit Verdot, esprime al meglio il territorio e la stessa idea di vino della famiglia Moretti Cuseri.
 A cominciare la narrazione delle 20 vendemmie di Oreno dal 1999 al 2014 è stato il Master of Wine Gabriele Gorelli che con precisione e poesia ha incantato i presenti esaltando l’eleganza e l’equilibrio proprie di questo grande vino. «Siate i primi o siate i migliori» commenta Gorelli. «È con questa visione creativa di Antonio Moretti Cuseri che nel 1999 nasce Oreno, spinto dall’onda dei Supertuscan. Poterne degustare e analizzare tutte le annate prodotte offre un panorama sorprendente. Una continua ricerca dell’eccellenza che passa da precisione, equilibrio e fedeltà all’annata. Un metodico ‘fine tuning’ stilistico e qualitativo sempre percettibile ma mai troppo di rottura. Oreno ha saputo trovare la sua identità in una confluenza tra metodo e territorio che oggi lo eleva di diritto allo status di ‘vino ICONA’»
 Al concorso vinicolo internazionale BIWA – Best Italian Wine Awards Luca Gardini, e la sua giuria di grandi professionisti, premiano Oreno 2015 al primo posto in classifica ed è un vero successo per Tenuta Sette Ponti. Ed è proprio dall’annata 2015 alla 2019 che il wine critic e Re dei Sommelier commenta Oreno con la sua grande esperienza e conoscenza: «La grandezza dell’Oreno è la versatilità e l’adattabilità perché in grado di interpretare al meglio anche le annate più difficili tirando fuori la beva, l’eleganza e l’impronta stilistica di questo vino. Credo che la 2019 sia la migliore annata che Tenuta Sette Ponti abbia mai prodotto; equilibrio, grande intensità, spessore e longevità. Il futuro dell’Oreno lo vedo ancora nell’Olimpo dei grandi vini perché è evidente il lavoro pazzesco che si sta facendo in vigna e che in cantina si è capaci di esaltare e valorizzare con precisione e grande lavoro».
 Alla degustazione era presente anche Giuseppe Caviola, enologo consulente di Tenuta Sette Ponti, che ha voluto così commentare l’unicità di espressione di Oreno «Ciò che ho cercato di fare è mettere in evidenza i tratti distintivi e i caratteri di questo territorio e dei vitigni»La cena ha visto protagonisti la cucina dello chef Antonio Guida del ristorante stellato “Seta”; in abbinamento ai suoi piatti, i vini della famiglia Moretti Cuseri quali Family & Friends 2019, Feudo Maccari – Vigna dell’Impero 2016 e Oreno 2019, Tenuta Sette Ponti e Sultana 2014, Feudo Maccari.


Ufficio Stampa & PR: smstudio srl | stefania mafalda
 

Cronaca nazionale/Trovato cadavere in un garage, ipotesi omicidio

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FOTO DI REPERTORIO

Le indagini chiariranno i contorni del grave fatto di cronaca. Era morto nel garage. Il corpo senza vita di un uomo di 42 anni con diverse ferite di arma da taglio è stato trovato da carabinieri in un garage di un condominio di Catania. Si tratta di un 43enne, geometra incensurato.

Il suo cadavere è stato rinvenuto con diverse ferite da arma da taglio. Un taglierino, infatti, è stato trovato nelle vicinanze del cadavere.

Indagano i carabinieri.

Probabilmente il delitto è avvenuto al culmine di lite, forse dopo un incontro ‘chiarificatore’ che si sarebbe tenuto nel garage dove è stato trovato il cadavere.

Esclusa l’ipotesi di una possibile rapina. 

Foto di repertorio

Coronavirus/ Vaccini, al via la terza dose per i soggetti fragili

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FOTO DI REPERTORIO

Notizie in breve.

a) La campagna di vaccinazione in una nuova importante fase. Il ministero della Salute annuncia il via libera alla terza dose di vaccino anti-COVID per i pazienti fragili di ogni età e per tutte le persone con più di 60 anni;

b) Con il passaggio della Regione Sicilia nella fascia di minor rischio, da oggi tutta l’Italia torna in zona bianca;

c) In America latina i decessi legati alla COVID-19 sono più di 1,5 milioni, secondo i dati dell’OMS.

Cronaca nazionale/ Dà fuoco alla moglie e scappa, fermato ed arrestato

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Ancora orribili storie di violenza domestica. Arrestato un uomo di 40 anni accusato di aver dato fuoco alla moglie dopo una lite, nel loro appartamento di Limbiate (Monza). Grazie alla prontezza nel togliersi immediatamente i vestiti, la donna, avvolta dalle fiamme, ha riportato ferite lievi. 

L’uomo è subito fuggito, mentre il figlio ha lanciato l’allarme.

Sul posto sono arrivati carabinieri e vigili del fuoco che hanno spento le fiamme.

La donna, trasportata in ospedale, è stata dimessa con una prognosi lieve per ferite superficiali. I militari poco più tardi hanno rintracciato il marito, di origine ucraina,, lo hanno arrestato con l’accusa di maltrattamenti.